Sapete dove ''abitano'' i due alberi più grandi d'Italia? In due paesini in provincia di Catania
Si tratta di due castagni monumentali nei comuni di Sant'Alfio e Mascali
Misura oltre venti metri di circonferenza l'albero più grande d'Italia, è un castagno e si trova nel comune di Sant'Alfio (CT), seguito da un altro castagno appena più piccolo, che si trova a Mascali sempre nella provincia catanese.
Questo è solo un particolare dei dati risultanti dalle indagini continuamente aggiornate del Corpo forestale dello Stato, sugli alberi monumentali: l'Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali e di Carbonio e l'indagine sul deperimento delle foreste - CON.ECO.FOR. (Controllo Ecosistemi Forestali).
I cosiddetti monumenti della natura costituendo un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e da tutelare, sono sottoposti a una particolare vigilanza. In Italia sono stati individuati 2.000 esemplari di grande interesse e, fra di essi, 150 che presentano un eccezionale valore storico o monumentale.
L'albero più grande d'Italia viene considerato il ''Castagno dei cento cavalli'' nel comune di Sant'Alfio (CT), seguito da un castagno un po' più piccolo che cresce nel Comune di Mascali (CT) e il cui tronco misura 20 metri di circonferenza.
L'albero più alto è probabilmente un Liriodendro che cresce nel parco Besana di Sirtori (Como) o forse una delle Sequoie sempreverdi che crescono nel Parco Burcina di Pollone (Vicenza).
Il più vecchio è probabilmente un Oleastro, specie notoriamente di lento accrescimento, che dovrebbe impiegare oltre due millenni per raggiungere le eccezionali dimensioni che oggi presenta quello di S. Baltolu di Luras (Sassari), e cioè una circonferenza del tronco di 11,8 metri e un'altezza di 15 metri.
Nel corso del censimento degli alberi monumentali del 1982 - da allora costantemente aggiornato con la scoperta di nuove piante, con la raccolta di materiali storici e scientifici che permettono di approfondirne la conoscenza, e con la georeferenziazione dei singoli alberi - i Forestali hanno rilevato 1.255 esemplari definiti di maggior interesse ambientale e culturale: di questi, 460 sono presenti nelle regioni del Nord Italia, 555 nelle regioni del Centro e 240 nelle regioni meridionali. La Lombardia nel campo dei patriarchi verdi vanta almeno due primati: quello della regione e della provincia (Como) con il maggior numero di alberi monumentali.
Gran parte delle competenze di tutela di questo patrimonio spetta alle regioni: Piemonte, Liguria, Emilia, Romagna, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Marche, Toscana, Basilicata e Lazio, hanno approvato provvedimenti specifici per il loro censimento e la loro conservazione.
Si è intanto appreso che ricercatori di una grande società giapponese (la Mitsubishi Heavy Industries, uno dei colossi mondiali della meccanica pesante che produce anche navi e aerei) hanno messo a punto un metodo che triplica la velocità di crescita delle radici di piante e alberi, alimentando speranze di miracolosi ''rimboschimenti'' dei deserti. Il rivoluzionario metodo, fondato su accurati controlli della durezza del suolo, umidità, temperatura e concimazione, sarà applicato sul piano sperimentale per la prima volta l'anno prossimo in pieno deserto, in un centro pilota di rimboschimento in Arabia Saudita.
Secondo l'annuncio, i ricercatori sono riusciti ad ottenere in laboratorio risultati stupefacenti: radici di soia sono cresciute in una settimana fino ad un lunghezza di 38 centimetri, contro gli 8 centimetri in natura. Analoghi risultati, con una media di velocita tripla, si sono avuti con una specie di pino giapponese, simile agli alberi di datteri che il team intende piantare nella sabbia del deserto saudita.
''Grazie alla velocità triplicata di crescita delle radici e alla loro maggiore lunghezza, gli alberi saranno in grado di attingere a riserve d'acqua nascoste in zone profonde del terreno e accrescere le possibilità di sopravvivenza in un ambiente ostile. L'eventuale formazione di boschi nel deserto aiuterà la formazione di nubi e maggiori precipitazioni piovose nelle regioni attorno al Mar Rosso'', hanno detto i ricercatori. Sembra per ora fantascienza. Ma la Mitsubishi Heavy Industries si dice certa che i risultati saranno presto sotto gli occhi di tutti.
Fonte: Newton