Saranno restaurati i mulini di Scillato, pezzi di storia del paesino palermitano
Le acque dei torrenti Agnello e Gulfone rimetteranno in funzione le macine dei vecchi mulini
Le sorgenti alimentavano poi i torrenti e così i mulini. Qui, i contadini, che nel frattempo avevano costruito le loro abitazioni in questa zona, a turno macinavano il loro grano.
Alcuni mulini sorgevano lungo le rive del torrente Agnello, i più antichi invece, lungo quelle del torrente Gulfone. Le strutture risalgono tutte alla fine dell' 800 e sono rimaste in funzione sino agli anni '50, epoca in cui Scillato era un centro industriale di una certa rilevanza. La storia è legata anche agli uomini, che hanno dato i loro nomi ai mulini: da za' Ciccia do' café, do' mastru Santu, Lo Forte, l'Asiniddaru, do' parrinu, Santu Ippolitu, a Lavanca, Calantoni, Paraturi, Rasu, Cipudda, Famunia Supranu, Famunia Suttanu.
Dei mulini, oggi, rimangono solo poche testimonianze: alcuni sono stati sostituiti da abitazioni private, altri abbandonati sono ridotti a veri e propri ruderi, altri ancora, in discrete condizioni, hanno perso il loro uso originario per essere trasformati in garage e depositi. Negli ultimi anni, è andato crescendo l'interesse degli scillatesi verso i mulini, tanto da cominciare delle opere di recupero non solo degli edifici ma anche delle aree circostanti.
Celata dietro ogni rudere o dietro le mura delle abitazioni che in alcuni casi hanno preso il posto dei mulini infatti, c'è una storia da raccontare.
Il mulino l'Asiniddaru (dal proprietario originario di Isnello (PA)) è uno dei meglio conservati. Sono ancora in buono stato non solo i locali ma anche alcuni elementi tecnici che servivano per far funzionare l’intero meccanismo.
In buono stato pure è il mulino Paraturi (prende il nome dall'attività di follare i tessuti - presare i tessuti dopo un bagno speciale - che veniva svolta nel mulino). Si trova sull'antica Regia Trazzera Fichera, oggi piazza Cesare Terranova. Una parte di esso è adibito a garage e la restante parte completamente inutilizzata. Questo mulino, che è rimasto attivo fino al XIX secolo, è l'unico ad essere stato concepito al solo scopo di preparare le stoffe. Il mulino Rasu (dal nome dell'ultimo proprietario) si trova vicino la Chiesa Madre del paese È rimasto in funzione sino agli anni '60 ed è stato l'ultimo a cessare la sua attività.
Poi ci sono i mulini più antichi. Il Famunia Suttanu è il più grande tra quelli posti lungo il torrente Gulfone. Di esso si ha notizia già in un documento del 1196. È conosciuto anche come mulinu a cruci, per la presenza su un muro interno di un bassorilievo raffigurante una croce con la scritta "Alberum (INRI) Salutiferum". Oggi il mulino, in completo stato di degrado, è quasi del tutto sommerso da una folta vegetazione. Un altro mulino storico è il Famunia Supranu anch'esso citato in documenti del XII secolo, adesso posto quasi sotto l'autostrada Palermo-Catania. Quest'ultimo è l'unico mulino di Scillato a presentare adiacente l'abitazione del mugnaio.
Per il recupero sono già pronti due progetti: il primo prevede il recupero della macchina a pale ubicata nel centro abitato, finanziato con fondi dell' assessorato regionale al Turismo, mentre l'altro riguarda il mulino di contrada Parturi finanziato con i fondi del Parco delle Madonie. Gli altri sette, invece, dovrebbero rientrare nei finanziamenti dei Pit (Progetto integrato territoriale volto a favorire lo sviluppo del territorio). Per tutti è prevista la creazione di un percorso storico-antropologico da realizzare nell' ambito di una valorizzazione turistica del territorio. L'opera è stata appaltata dalla giunta municipale guidata dal sindaco Gaetano Nicchi. Una volta recuperati i mulini racconterannocon la loro muta presenza la storia di tempo passato che oggi non esiste più.