Sbarchi a Siracusa e a Lampedusa
152 migranti sono sbarcati nella notte nel Siracusano. Altri duecentoventisei migranti soccorsi dalla Guardia Costiera in acque libriche
Sono 152 ed in buone condizioni di salute i migranti che, a piccoli gruppi, sono stati rintracciati nella ieri nel Siracusano. Fra di loro anche alcuni adolescenti. Sulle coste sud orientali della Sicilia sono giunti a bordo di un grosso motopesca in legno egiziano arrivando sino alla foce del fiume Cassibile, non distante dalla zona balneare di Fontane Bianche, ad una ventina di chilometri dal capoluogo.
La maggior parte dei migranti sono curdi-siriani ma nel gruppo ci sono anche egiziani, pakistani, marocchini, cingalesi e bengalesi. Tutti sono stati trasferiti all'Istituto "Umberto I" di Siracusa in attesa poi di essere dislocati nei centri di accoglienza.
Lo speciale nucleo interforze di contrasto all'immigrazione irregolare della Procura della repubblica di Siracusa ha avviato le indagini per risalire agli "scafisti" (si pensa almeno 5 persone) che avrebbero fatto perdere le loro tracce subito dopo che il motopesca, che è stato posto sotto sequestro dalla Guardia costiera e trainato nel porto grande di Siracusa, si è arenato a pochi metri dalla riva.
Dai primi accertamenti è emerso che il gruppo avrebbe navigato per cinque giorni prendendo il mare con il carico di migranti dalle coste greche. Gli oltre 150 migranti avrebbero viaggiato stipati sotto coperta ed in questo modo il peschereccio sarebbe riuscito a navigare senza troppi problemi sino ad arrivare sulle coste siracusane. Per questa "traversata" i migranti avrebbero pagato una somma oscillante tra i 3.500 ed i 5 mila dollari, un prezzo ridotto rispetto alle "tariffe" abituali, hanno osservato gli investigatori, forse proprio l'elevato numero di "passeggeri" a bordo.
E nella tarda serata di ieri, la Guardia costiera ha soccorso due gommoni con a bordo oltre duecento immigrati di origine subsahariana. E' stata una telefonata satellitare a lanciare l'allarme. Per la precisione sono duecentoventisei i migranti, di origine subsahariana (tra loro anche un bambino e 37 donne, di cui due in stato di gravidanza), soccorsi e salvati in acque libiche.
A raccogliere le richieste di aiuto nella serata di ieri, erano stati Don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo responsabile dell'agenzia Habeshia, e suor Grazia di Bari. L'sos era arrivato con una chiamata da un telefono satellitare. "Veniteci a prendere, stiamo per affondare...". Don Mosè Zerai ha girato l'allarme alle autorità: "Mi hanno detto che sono in mare da venerdì scorso e che le condizioni del mare stanno peggiorando. Non possiamo assistere inermi a una nuova tragedia del mare".
Il primo sos, quello raccolto da padre Mosè, è arrivato intorno alle 21 da un'imbarcazione con 111 persone a bordo, che avrebbe preso il mare venerdì scorso e che è stata individuata a circa 30 miglia da Tripoli. Un'ora più tardi, la seconda richiesta di aiuto, da un'imbarcazione con altri 115 migranti, a circa 60 miglia da Tripoli. Le Capitanerie di porto hanno immediatamente dirottato in area il rimorchiatore "Asso 30". Concluse le operazioni di trasbordo di tutti i passeggeri, le motovedette della Guardia costiera hanno ripreso la rotta verso Lampedusa.
Le due imbarcazioni, a quanto si apprende dalla Guardia costiera, erano comunque in grado di navigare, con i motori funzionanti e non in avaria, ma il recupero è scattato ugualmente. Tra i migranti, afferma infine la Guardia costiera, vi sono 37 donne, di cui due probabilmente incinte, e un minore.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]