Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Sbarchi e polemiche

L'arrivo di migranti sulle coste siciliane non si arresta nemmeno con il mare in burrasca

30 marzo 2009

L'arrivo di migranti sulle coste siciliane non si arresta nemmeno con il mare in burrasca. Due gli sbarchi nella notte lungo le coste della Sicilia orientale. 165 migranti, tra cui 25 donne e cinque bambini, sono giunti a Scoglitti, nel ragusano, dopo essere stati soccorsi dalla capitaneria di porto di Pozzallo, altri 250 a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano. Questi ultimi sono approdati dopo la segnalazione della presenza di un barcone diretto verso le coste siciliane. Il gruppo aeronavale della Fiamme Gialle di Messina aveva attivato il dispositivo di sorveglianza delle coste comunitarie e nazionali con l'impiego del guardacoste "g.105 Ballali" della stazione navale di manovra di Messina. Verso le 23, il mezzo della Guardia di Finanza ha avvistato il barcone a poca distanza da Portopalo di Capo Passero: un natante di 20 metri con a bordo i 200 migranti. Il guardacoste, in collaborazione con una motovedetta della capitaneria di porto, che si trovava già in zona, ha scortato gli extracomunitari in porto. Successivamente sono stati affidati alle cure del personale medico prontamente allertato per poi essere trasferiti presso le strutture di prima accoglienza. I migranti hanno detto di essere di nazionalità somala ed eritrea.

Il barcone è stato sequestrato. I militari della Guardia di Finanza e i responsabili del gruppo di contrasto all'immigrazione della procura di Siracusa hanno subito avviato le attività investigative per individuare gli scafisti.

Un'altra imbarcazione di migranti era approdata ieri a Lampedusa. 250 le persone che sono state soccorse a Sud dell'isola. Fra i clandestini anche una decina di minorenni e 40 donne, alcune delle quali incinte. L'imbarcazione era stata segnalata alla Capitaneria di porto mentre era in difficoltà nel canale di Sicilia, con il mare in tempesta. Una motovedetta li ha raggiunti e li ha condotti fino al molo di Punta Favarolo. I migranti sono stati soccorsi e trasferiti nel Centro di identificazione ed espulsione di Contrada Imbriacola. Nella struttura di Contrada Imbriacola sono adesso ospitate 770 persone, molte delle quali richiedenti asilo. Tra loro un centinaio di tunisini che hanno accolto molto male i nuovi arrivati, a causa del sovraffollamento del centro.
Gli immigrati arrivati a Lampedusa "sono stati soccorsi sulla banchina del porto dai medici della Croce Rossa italiana e dalle ambulanze", ha precisato il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio. "A tutti - ha aggiunto - sono state prestate le cure necessarie, in particolare chi, stremato dal viaggio, si è accasciato a terra, è stato soccorso e trasportato in ambulanza al pronto soccorso". Da Lampedusa, ha spiegato ancora il questore, sono stati trasferiti ieri 100 immigrati con un volo aereo, e alcuni di loro saranno subito rimpatriati, mentre gli altri 122, tra cui alcune donne, saranno trasferiti oggi in nave verso la Sicilia e da qui in altri centri.

E sono scoppiate nuove polemiche tra il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, e il Viminale. De Rubeis ha denunciato le gravi difficoltà dei soccorsi. "I medici della società Lampedusa Accoglienza lavorano con professionalità ma qui a Punta Favarolo c'è una sola ambulanza. Ho visto una donna moribonda, con la flebo attaccata, attendere nella polvere, sull'asfalto, di essere trasferita". "Occorre ripristinare un servizio medico di pronto intervento come quello di Medici senza Frontiere cui non è stata rinnovata la convenzione", ha lamentato il sindaco De Rubeis, " Medici senza Frontiere operavano bene. Ora ci sono troppi militari e pochissimi medici", ha concluso.
Il capo del Dipartimento immigrazione, prefetto Mario Morcone, ha minacciato denunce contro il primo cittadino - per istigazione a delinquere o procurato allarme - sostenendo che a Lampedusa, da Roma, viene fornito tutto l'aiuto necessario per il primo soccorso agli immigrati. "De Rubeis la deve smettere di dichiarare il falso. E' ora di finirla con la strumentalizzazione della disperazione dei migranti", ha replicato Morcone. "Sono scandalizzato - ha aggiunto - che chi rivendica la propria fede cattolica utilizzi costantemente la vita delle persone per i propri obiettivi politici e di visibilità mediatica". "A Lampedusa, sul molo, hanno operato - ha assicurato il prefetto - quattro medici e un infermiere e l'ambulanza che il dipartimento libertà civili ha acquistato a disposizione delle necessità sull'isola".  Morcone ha infine rincarato la dose: "il sindaco non si è neppure accorto che con Medici senza Frontiere è stato firmato un nuovo protocollo". "Il Viminale - ha concluso - non esclude iniziative di denuncia di comportamenti che costantemente spaziano dall'istigazione a delinquere al procurato allarme". 

De Rubeis ha risposto a Morcone rilascnado queste dichiarazioni ad Apcom: "Chi pensa che io istigo a delinquere o procuro allarmi falsi, mi denunci, ci vediamo in tribunale". "Io - ha detto ancora - ho poca fiducia in alcuni politici di fama nazionale, ma tantissima fiducia nella magistratura e in particolare in quella della procura di Agrigento e di tutte le forze dell'ordine che operano nella provincia, compresa l'Antimafia. Non ho nulla da nascondere e mi limito a portare avanti il mio mandato di sindaco con spirito di sacrificio e missionarietà, quello che dovrebbe esistere per tutti". "Non è stato mai intendimento del sindaco di Lampedusa - ha spiegato - quello di compiere atti di istigazione o procurare allarmi, in considerazione che chi ne pagherebbe è l'immagine turistica di questa bellissima isola con uno splendido mare che oggi, per volontà del governo è diventata la Guantanamo del mediterraneo". "Se uno in democrazia non può dire le cose come stanno - ha proseguito - allora ci dobbiamo preoccupare: io ho solo detto la verità, vista oggi con i miei occhi e in presenza di numerosi militari e poliziotti a pochi metri di distanza dall'ambulanza" ha aggiunto riferendosi alle ultime operazioni di soccorso.

Il sindaco, poi, ha invitato "il prefetto Morcone, essendo un autorevole funzionario del ministero, a non lanciare atti intimidatori nei confronti di un piccolo sindaco dell'estremo lembo d'Italia, spesse volte abbandonato e costretto ad affrontare da solo, alzando anche la voce, tutte quelle che sono le emergenze di una popolazione sofferente e abbandonata a se stessa e costretta ad affrontare pure il problema degli immigrati". De Rubeis ha ancora affermato di non aver bisogno di visibilità "perché è il governo che ha deciso di caricare sulla mia isola questo fenomeno epocale. Isola che ha dimostrato di voler e sapere accogliere questa povera gente, uomini, donne e bambini in cerca di un futuro migliore". Il sindaco ha assicurato infine di non avere "aspirazioni politiche di diventare senatore, ne tantomeno parlamentare europeo. Mi limito ad affrontare le emergenze nel mio territorio". A proposito del rinnovo della convezione con Medici Senza Frontiere, De Rubeis ha detto di essere "soddisfatto: prima che venisse interrotto c'era un buon servizio"

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it, AGI, Apcom]

Maroni ha espulso due presunti terroristi sbarcati a Lampedusa - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha disposto l'espulsione di due cittadini tunisini ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. I due stranieri sono stati rimpatriati venerdì scorso dall'aeroporto di Milano Malpensa con un volo diretto a Tunisi.
A quanto appreso dall'Adnkronos, i due erano giunti a Lampedusa lo scorso 8 luglio ed avevano chiesto lo status di rifugiato presso la Questura di Agrigento. Le indagini hanno permesso di acquisire importanti elementi che indicano Zied ben Mabrouk Ben Amor Ben Mefteh e Mhedi Ben Mohamed Ben Amara Khlaifia (questi i nomi dei tunisini espulsi) come esponenti dell'integralismo attestati su posizioni salafite-jihadiste. In particolare, uno dei due è sospettato di aver lasciato la Tunisia più volte per combattere in zone interessate da conflitti interetnici e religiosi, mentre il secondo è sospettato di essere collegato ad una cellula integralista smantellata dalla polizia tunisina. Il rimpatrio è avvenuto nell'ambito dell'attività di contrasto al terrorismo posta in essere dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza. I due erano trattenuti presso il Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Milano.
E' la seconda espulsione nel giro di una settimana. Domenica scorsa due nordafricani, indagati per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale, sono stati rimpatriati con due differenti voli, da Roma e da Bologna. [Adnkronos]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

30 marzo 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia