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Sbarchi e tragedie sfiorate

Da qualche giorno si susseguono gli sbarchi di migranti, provenienti dalla Tunisia e dalla Libia

11 settembre 2012

Un elenco con i nomi di 36 tunisini che potrebbero essere tra le vittime del naufragio avvenuto giovedì notte a largo di Lampedusa (LEGGI). La lista, compilata sulla base di segnalazioni giunte dai familiari che non hanno avuto più notizie dei loro congiunti, è stata mostrata al sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, dalla delegazione del governo tunisino che da ieri si trova sull'isola per fare chiarezza sull'ultima tragedia dell'immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia. Della delegazione fanno parte, tra gli altri, il sottosegretario agli esteri Houcine Jaziri è l'ambasciatore tunisino in Italia Naceur Mestiri.

I diplomatici, accompagnati dal sindaco di Lampedusa, hanno incontrato nel Centro di prima accoglienza anche i 56 connazionali sopravvissuti al naufragio, che hanno ribadito la loro versione: sul barcone, affondato in pochi minuti davanti all'isolotto di Lampione, viaggiavano 136 persone. A parte i due cadaveri recuperati, vi sarebbero dunque una ottantina di dispersi. Alcuni di loro potrebbero far parte dell'elenco stilato dal governo tunisino che dopo il naufragio ha annunciato, attraverso il ministro degli Esteri Rafik Abdessalem, un giro di vite sul fronte dell'immigrazione clandestina con il rafforzamento dei controlli lungo le coste (soprattutto nelle regioni del sud) tradizionale punto di partenza dei natanti carichi di disperati diretti in Italia.

Intanto, sulle coste siciliane si susseguono gli sbarchi. Ieri la Guardia Costiera ha coordinato un intervento di soccorso di 76 migranti, avvistati su un'imbarcazione in legno a 30 miglia da Malta e a 45 dalle nostre coste. La presenza del natante era stata segnalata da un peschereccio della marineria di Porto Empedocle (Agrigento). Ricevuto l'allarme, è stata fatta una ricognizione aerea da parte della Guardia Costiera ed in breve è stato avvistato il barcone. Sul luogo sono state dirottate due motovedette della Guarda di Finanza, sulle quali sono stati trasferiti i migranti.
A Pantelleria, invece, un altro viaggio della speranza stava per finire in tragedia. Un gommone di immigrati diretto in Sicilia era in balia del mare, 20 miglia nord ovest di Pantelleria. I migranti, 11 in tutto, erano in acqua aggrappati allo scafo da due giorni e, come spiegano dalle Fiamme gialle, "poco tempo sarebbe rimasto per salvarli". L'intervento, scattato a seguito di una telefonata giunta alla Guardia Costiera, ha permesso al guardacoste della Guardia di Finanza di Trapani di dirigersi subito in zona, iniziare le ricerche e trovare i naufraghi in tempo per salvarli. I naufraghi risulterebbero essere profughi libici partiti da Bengasi tre giorni prima.

Infine, un gruppo di 27 migranti provenienti dal Corno d'Africa sono approdati stamani nel porto di Pozzallo (Ragusa) dopo essere stati soccorsi in mare dalla Guardia di Finanza. Gli extracomunitari, in maggioranza somali ed eritrei ma anche due cittadini della Guinea del Nord, erano su un gommone alla deriva e in precarie condizioni di galleggiabilità. I migranti sono al momento ospitati presso il centro di prima accoglienza di Pozzallo ma verranno presto trasferiti perchè la struttura è inagibile dopo le rivolte del mese scorso quando da parte di alcuni tunisini, poi arrestati dalla Squadra Mobile di Ragusa.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it]

 

 

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11 settembre 2012
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