Sbarco di Natale
In balia del mare d'inverno chissà da quanti giorni... 648 immigrati sono giunti nella notte sulle coste siciliane
In balia del mare d'inverno chissà da quanti giorni... Seicentoquarantotto clandestini, tra cui 600 uomini, 21 donne e 7 bambini, sono giunti nella notte al porto di Licata (AG). In Sicilia non si era mai visto uno sbarco tanto imponente.
Gli immigrati, forse di origine egiziana, erano stati avvistati ieri pomeriggio intorno alle 17, a 25 miglia a sud dalle coste agrigentine, tra Porto Empedocle e Licata, da un motopesca.
Questo grande numero di persone era a bordo di un unico barcone di circa 25 metri che ha rischiato di ribaltarsi quando gli immigrati hanno visto arrivare i primi soccorsi. Una trentina di loro, infatti, in quelle fasi concitate erano finiti in acqua ma sono stati subito recuperati.
Già intorno alle 22 i primi 37, tra cui 21 donne e 7 bambini, erano stati condotti in porto e una delle donne, disidratata, era stata trasportata all'ospedale civile San Giacomo Daltopasso di Licata. Il barcone con a bordo tutti gli altri, invece, è stato trainato da un rimorchiatore a cui se ne è aggiunto un secondo, entrambi in servizio presso la piattaforma petrolifera ''Prezioso' che si trova tra Gela e Licata nel Canale di Sicilia: le operazioni di sbarco a Licata si sono svolte tra la mezzanotte e l'una, dopodiché sono iniziate le operazioni di conteggio e identificazione.
Circa 300 immigrati si trovano adesso al Cpt di Pian Del Lago a Caltanissetta, gli altri sono stati ospitati nel centro di accoglienza di Licata di via Panepinto. Le indagini, finalizzate anche all'individuazione degli scafisti, sono svolte oltre che dalla Guardia di Finanza, dai poliziotti del servizio immigrazione di Agrigento e del commissariato di Licata e dai Carabinieri della compagnia di Licata.
Coincidenza ha voluto che ieri, giorno che anche quest'anno ha consegnato alla Sicilia, all'Italia, il grande sbarco di Natale, fosse la ''Giornata del Migrante''.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, onorando tale occasione ha inviato al Ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero un messaggio in con il quale ha rivolto ''un saluto augurale ai tanti stranieri immigrati in Italia e agli emigranti italiani che contribuiscono allo sviluppo dei Paesi che li ospitano''.
''La strada dell'integrazione è ancora lunga'', ha scritto il Capo dello Stato, e la politica da seguire deve rispettare due concetti fondamentali: ''coerenza e rigore'' proprio nel corso dell'integrazione. Il tutto deve poggiare sopra la solida base della legalità.
''Gli immigrati non devono più avere la paura di vivere in condizione irregolare e di sopportare le conseguenze dell'emarginazione che alla irregolarità si associa. E' soprattutto cruciale evitare i gravissimi rischi collegati agli ingressi clandestini, che troppo spesso avvengono per opera di organizzazioni che lucrano sul traffico di vite umane e generano un flusso incontrollato che può anche includere componenti criminali e che comunque provoca allarme nelle comunità nelle quale gli immigrati devono potersi inserire''. ''D'altra parte - ha continuato Napolitano - la criminalità che ha origine dall'immigrazione clandestina ha spesso come vittime gli stessi immigrati: bambini e adulti ridotti a lavorare in condizioni estreme ed umilianti, giovani donne costrette a prostituirsi, persone contrabbandate come merce di nessun valore e talora costrette a subire vere e proprie forme di schiavitù. Né dobbiamo abituarci a tollerare le morti strazianti che uomini, donne e bambini trovano sulle vie di fuga da guerre, da conflitti interni, da situazioni di povertà e di carestia''.
Il presidente ha poi ricordato che la Storia del nostro Paese è una storia fatta di emigrazione che, effettivamente, non si è mai interrotta. ''I nuovi emigranti sono ormai in misura limitata lavoratori dipendenti e operai; si tratta soprattutto di tecnici, di imprenditori, di persone altamente qualificate. E sono in forte incremento i laureati italiani che scelgono di lavorare all'estero. Spero che i nuovi, come i vecchi emigrati, si trovino a loro agio nei Paesi che li ospitano, che possano mettere a frutto le loro capacità e vedere realizzati i propri progetti di vita. Tuttavia, spero anche che il nostro Paese sia in grado di offrire loro la possibilità di tornare in Patria, trovando gli stessi supporti e le stesse opportunità che li hanno motivati a partire''.
''Ma l'Italia - ha continuato l'inquilino del Quirinale - è oggi soprattutto un Paese di immigrazione. Un flusso che contribuisce a colmare carenze di manodopera, che consente alle imprese di produrre e alle famiglie di essere aiutate nella cura dei propri cari - aggiunge il Capo dello Stato -. Gli immigrati rappresentano ormai una quota significativa non solo dei nuovi occupati, ma anche dei nuovi imprenditori. Si tratta di un'immigrazione che si radica positivamente: basti pensare alla consistente presenza dei bambini nelle scuole o ai numerosi immigrati che comprano casa e prodotti di consumo durevole. Ma la strada dell'integrazione è ancora lunga e va affrontata con coerenza e rigore''.
Mentre si leggevano le parole della massima autorità italiana, seicentocinquanta persone disperate mettevano piede in Italia, terra di speranza...