Scaricare film da internet è diventato reato. Con il nuovo decreto, nuove garanzie per il Cinema
Nuove sanzioni, e fondi per il cinema, le attività teatrali, liriche e musicali
I fondi verranno destinati in parte al fondo di garanzia per il cinema e in parte alle attività teatrali, liriche e musicali.
Il ministro Giuliano Urbani ha dichiarato che "con l'approvazione della riforma del sostegno pubblico al cinema si pone fine alle logiche assistenzialistiche e clientelari con cui lo Stato finanziava le produzioni cinematografiche. Non potendosi però eludere gli impegni presi dall'Amministrazione con la precedente legge il Consiglio dei Ministri ha deciso di integrare i fondi destinati alle attività cinematografiche gestiti dalla Banca Nazionale del Lavoro, che da 600 milioni di euro erano scesi a meno di 80 milioni di euro in soli sette anni, per colpa di una politica dissennata nei prestiti a produzioni cinematografiche che in media hanno avuto circa 500 spettatori, una pesante eredità del passato cui la riforma del cinema approvata dal Governo pone termine".
Nel decreto anche nuove norme contro la pirateria cinematografica su internet, responsabilizzando i gestori dei servizi telematici e inasprendo le sanzioni contro chi scarica dati protetti a fini di lucro, commercializzando copie digitali non autorizzate di film.
"La pirateria audiovisiva è un furto - ha dichiarato il Ministro Urbani - e come tale deve essere trattata. I diritti d'autore devono essere difesi, altrimenti la proprietà intellettuale è destinata a scomparire, provocando nel lungo periodo la morte di ogni produzione culturale. Come ogni innovazione tecnologica, il web apre nuove e interessanti frontiere, che però non devono diventare un far west senza leggi. Esaltando eccessivamente la libertà di internet, rischiamo infatti di navigare in futuro in una rete priva di contenuti, un Mar Morto cibernetico prosciugato di idee".
Il testo infine rende operativa la Società per l'Arte, Cultura e Spettacolo, Arcus Spa, che vedrà dunque assegnate somme pari al 3% delle risorse destinate allo sviluppo delle infrastrutture fisiche del Paese per sostenere la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Arcus potrà contare già dal 2004 sulla disponibilità di contrarre mutui per almeno 80 milioni di euro.