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Sciopero benzinai: due sigle sindacali revocano lo sciopero

La serrata è stata invece confermata da Fegica e Faib. Fallito il tentativo di mediazione

08 novembre 2011

Non è bastato il tentativo di mediazione del governo. I gestori di Fegica-Cisl e Faib-Confesercenti hanno confermato lo sciopero dei benzinai, mentre Figisc e Anisa Confcommercio hanno deciso di sospendere la protesta, dopo l'incontro al ministero dello Sviluppo economico.
"Ritengo che sia stato un atto di irresponsabilità la conferma dello sciopero da parte di alcune sigle sindacali, visto anche il momento" ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, al termine dell'incontro. Secondo il sottosegretario, "abbiamo fatto delle proposte esaustive in linea con l'impegno del ministro Romani. Per questo per il governo lo sciopero è ingiustificato. Romani ha assicurato di rendere strutturale il bonus fiscale in accordo con il Ministero dell'Economia. Da parte di alcuni c'era bisogno di maggiore responsabilità".
Saglia ha spiegato che le proposte del governo si concretizzeranno con il fatto di rendere stabile il bonus fiscale sanando il passato; con un incremento di un millesimo del prezzo della benzina; con l'esenzione, da parte dei gestori, della commissione su carte di credito e carte prepagate. Il sottosegretario ha infine sottolineato che tali proposte verranno inserite nel maxi emendamento alla legge di stabilità.

Nel confermare l'agitazione, Fegica-Cisl e Faib-Confesercenti fanno sapere che il "tentativo di mediazione" del governo è "fallito prima ancora di iniziare" e che all'incontro
l'esecutivo si è presentato a "mani vuote". Inoltre le due organizzazioni ribadiscono il loro no all'ipotesi di un nuovo aumento delle accise sui carburanti.

La sigla sindacale Figisc-Confcommercio ha deciso di sospendere lo sciopero dopo "il raggiungimento dell'accordo con il governo, che ha risposto in modo completo alle richieste, individuando lo strumento, che è la legge di stabilità, per rendere strutturale il bonus fiscale". Lo ha detto il presidente della Figisc, Luca Squeri, che ha considerato una conquista "storica" rendere "gratuito il pagamento della commissione bancaria per gli acquisti di carburante fino a 100 euro". Per il presidente dell'associazione lo sciopero è quindi sospeso "in attesa che il provvedimento venga recepito dal Parlamento".

Oggetto del contendere è, dunque, il bonus fiscale che da 17 anni viene assicurato ai gestori dei distributori anche in ragione del rischio che si assumono in qualità di esattori di "ingenti valori di imposte": la facilitazione scade a fine anno e il mancato rinnovo ha portato alla proclamazione di 15 giorni di sciopero, la cui prima tranche è appunto quella di questi giorni.
Gli impianti aderenti allo sciopero rimarranno chiusi dalle 19 di questa sera fino alle 7 di venerdì mattina in città e dalle 22 di oggi alle 6 di venerdì sulla rete autostradale.

"In Sicilia adesione al 70%" - In Sicilia circa il 70 per cento dei benzinai ha aderito allo sciopero nazionale per chiedere il rinnovo del Bonus fiscale, con punte del 90% a Catania, Messina e Siracusa. E' quanto riferisce il sindacato Faib-Confesercenti. Rispetto al resto del Paese, dove lo sciopero inizia oggi, in Sicilia è cominciato ieri alle 19,30; se non ci saranno revoche, i distributori della rete stradale e autostradale riapriranno alle 7 di venerdì prossimo. Sono 2 mila e 400 circa gli impianti presenti nell'isola per un totale di 4 mila e 800 addetti.
"Tra i motivi dello sciopero in Sicilia - dice il segretario regionale della Fegica Cisl Antonio Munafò - c'é anche il caro gasolio. Nonostante la presenza di raffinerie, il prezzo della benzina è il più alto d'Italia. Chiediamo la liberalizzazione del settore. Il mercato è ingessato, ai gestori è negata la possibilità di rifornirsi a prezzi competitivi, perché la legge impone l'esclusiva per l'approvvigionamento con le compagnie di riferimento". "Per questo lanciamo un appello - aggiunge il sindcalista - al governo regionale e chiediamo un intervento, ponendo la questione al livello nazionale, in virtù dell' autonomia". Per il presidente della Faib Confesercenti Sicilia, Stello Bossa "c'é anche il problema della sicurezza degli impianti". "Circa il 30% - dice Bossa - andrebbe chiuso, perché non a norma o poco sicuro".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, GdS.it]

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08 novembre 2011
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