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Sciopero dei benzinai

Chiusi i distributori nella rete autostradale, da stasera fino alle 6 di venerdì

16 luglio 2013

Un richiamo ai petrolieri perché non ci siano nuovi aumenti della benzina. Il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, è intervenuto sul tema dei rincari dei carburanti che, puntuali come ogni anno, rendono più care le vacanze degli automobilisti.
Intanto i gestori confermano lo sciopero dalle 22 di oggi (fino alle 6 di di venerdì 19 luglio) su tutta la rete autostradale. Mentre il Garante degli scioperi ha convocato le compagnie petrolifere per domani, mercoledì 17 luglio, per riattivare il dialogo con i sindacati.

Dopo i nuovi aumenti registrati ieri e nel week end, con la verde che costa in media 1,836 euro al litro e in alcune aree del Paese tocca punte di 1,877 euro, e il diesel a quota 1,739, si è fatto sentire il ministro Zanonato, che ha detto di aver già disposto un richiamo ai petrolieri chiedendo loro di tenere conto della situazione del nostro Paese e perché non ci siano aumenti.
Giovedì 11 luglio sono scattati aumenti nelle stazioni Eni, seguiti poi da tutte le altre compagnie con rincari differenziati da 0,005 a 0,015 euro il litro, avevano portato ad un prezzo massimo segnato da TotalErg a 1,865 euro il litro. Il rialzo dei carburanti - segnala la Staffetta Quotidiana - scatta in controtendenza al recente calo sui mercati internazionali del prodotto raffinato.
Il ministro ha comunque spiegato che "il rincaro è prevalentemente dovuto a un aumento del greggio e della domanda e per questo i petrolieri aumentano il prezzo. Ma lo stacco, cioè la differenza tra quanto crescono i listini europei rispetto ai nostri, è minimo".

L'avvertimento non è però bastato ai gestori, che hanno confermato lo sciopero dei benzinai nelle aree di servizio poste lungo tutte le tratte autostradali, tangenziali e raccordi compresi. Per Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, infatti, il Governo è rimasto "indifferente" alle loro denunce e non è stata fatta nessuna mediazione fra le parti. "Solo assoluta indifferenza - spiegano le tre sigle dei gestori - Nessun intervento per esercitare le prerogative istituzionali indirizzate a garantire il rispetto delle leggi e degli accordi formalmente sottoscritti. Nessuna attività di mediazione fra le parti per impedire un vero e proprio "olocausto" economico perpetrato ai danni di centinaia di imprese di gestione e di oltre 6 mila lavoratori cui viene violentemente sottratto reddito e posto di lavoro".

Quindi, gli automobilisti che hanno deciso di raggiungere, in questi giorni, le località di villeggiatura dovranno dunque premunirsi per tempo.
I rincari preoccupano i consumatori, con Adusbef e Federconsumatori che calcolano che i rincari significheranno 4-7 euro in più a pieno e chiedono al Governo di affidare alla Guardia di Finanza ispezioni a campione per verificare la natura degli aumenti. "Finalmente tutti prendono coscienza della situazione insostenibile che denunciamo da anni. Quello registrato negli ultimi giorni è solo l'ennesimo e ingiustificato aumento dei carburanti che grava in maniera pesante sulle tasche dei cittadini". Aumenti che, conclude la Coldiretti, in un Paese come l'Italia, dove l'88% dei trasporti commerciali avviene per strada, hanno "un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che a quelli di produzione, trasformazione e conservazione".
Anche l'Adiconsum chiede controlli ferrei sui petrolieri, ma anche che si dia il via all'accisa mobile. Mentre la Cisl chiede di sterilizzare i rincari attraverso una diminuzione delle accise.

E il Codacons "boccia senza appello" il richiamo del ministro Zanonato ai petrolieri. "Si tratta di una iniziativa assolutamente inutile, un po' come chiedere al lupo di non mangiare la pecora - afferma il presidente, Carlo Rienzi - il Governo, per contenere i listini dei carburanti, può infatti intervenire sulle tassazioni, eliminando quei balzelli inutili che pesano da anni sul prezzo della benzina. Inoltre - conclude il presidente del Codacons - il nostro esecutivo può accertare attraverso la Guardia di Finanza cosa avviene realmente nella formazione dei listini, acquisendo i contratti di acquisto del greggio presso le compagnie petrolifere e denunciando le speculazioni a danno degli automobilisti".
Il segretario Nazionale Codacons, Francesco Tanasi, chiede al Garante sugli scioperi di vigilare sul rispetto delle norme da parte dei benzinai che hanno indetto la serrata sulle autostrade. La Regolamentazione provvisoria delle prestazioni indispensabili nel settore dei distributori di carburante (deliberazione n. 01/94 del 19.07.2001), impone infatti che nei periodi in cui è consentito lo sciopero, "le stazioni di servizio in funzione nell’autostrada dovranno rimanere aperte in misura non inferiore ad una ogni cento chilometri". Tanasi chiede pertanto al Garante di assicurare la massima attenzione e punire con severità qualsiasi violazione delle disposizioni vigenti.

Intanto sul tema è intervenuto anche il Garante degli scioperi, che ha convocato per domani i rappresentanti delle compagnie petrolifere Shell Italia, Eni, Tamoil Italia, Total Erg, Esso Italiana, Kuwait Petroleum Italia, Api, e il concessionario Autostrade per l'Italia per discutere i temi oggetto della vertenza che ha portato alla proclamazione dello sciopero. Una convocazione che non intende scongiurare lo stop, che anzi l'Autorità ritiene "conforme alla legge".
Secondo i dati diffusi dalla Cgia di Mestre, gli automobilisti italiani - insieme agli olandesi - sono quelli che pagano di più per fare il pieno di benzina. Sul versante diesel, stiamo invece sul podio più alto: in nessun paese dell'Unione si paga così tanto. La Cgia ha messo a confronto il prezzo alla pompa della benzina verde e del gasolio di autotrazione dei Paesi dell’area euro il 13 luglio scorso: da noi insiste un livello di tassazione (accise + Iva) che tocca 1,030 euro al litro, solo in Olanda accise e tasse sono superiori che da noi (1,059 al litro). E rispetto alla media dei paesi dell’area dell’euro, il prezzo al litro praticato in Italia è superiore di 0,204 euro. Per quanto riguarda l’incidenza fiscale, invece, in Italia il dato medio (59,1%) è superiore a quello europeo di ben 5,4 punti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere.it, Codacons.it]

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16 luglio 2013
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