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Sconfiggere la cultura del lavoro nero. A Enna le idee della Filcams Cgil

10 gennaio 2006

Uno degli argomenti portanti della relazione di Sigfrido Fadda all'assemblea del Filcams Cgil, tenutasi qualche giorno fa, è stato quello relativo al lavoro nero in provincia di Enna, fenomeno notevole e diffuso che non dipende solo ed esclusivamente dai datori di lavoro ma anche dal mondo politico, che approfitta dello stato di indigenza di questi lavoratori.
''Fatta qualche eccezione, siamo in presenza di lavoro nero, notevole e diffuso - ha così esordito Sigfrido Fadda -. Lavoro nero è anche quando non si rispetta uno dei parametri contrattuali o di legge quali la retribuzione, le ferie, il riposo settimanale, il versamento dei contributi, il superamento dell'orario, le mansioni per le quali si è assunti, gli atteggiamenti arroganti e la conseguente sottomissione o umiliazione, il corrispondere una retribuzione diversa da quella segnata in busta, l'essere inquadrati a part-time e lavorare 10/12 ore al giorno, il non redigere e consegnare la busta paga, il non ammettere la presenza sindacale in azienda, la minaccia continua del licenziamento, il clima di terrore che viene diffuso tra i lavoratori''.
Per Sigfrido Fadda tutto questo è povertà e sottosviluppo e ne genera di ulteriore, con danno anche per le stesse aziende che lo praticano ed inoltre il lavoro nero ed il relativo sfruttamento delle persone non è presente solo nel commercio perché è comune anche agli altri settori produttivi come l'agricoltura, l'industria, l'artigianato. Perfino con il denaro pubblico si genera lavoro nero basta pensare agli appalti di pulizia in alcuni uffici pubblici, ai lavoratori dell'ex art.23 ufficialmente ''disoccupati'' da più di 12 anni, con il denaro pubblico, si sono costruite le cattedrali nel deserto della zona industriale del Dittaino.

''Per combattere questo triste fenomeno non basta la Cgil e gli altri sindacati - ha dichiarato Fadda - non è sufficiente quel poco di controllo e di repressione che le amministrazioni o le forze dell'ordine mettono in campo. Giuste le considerazioni in merito, fatte da Grippaldi, neopresidente provinciale di Assindustria. Ingiusto l'atteggiamento benevolo di qualche rappresentante istituzionale verso imprenditori ed aziende che praticano ''normalmente'' il lavoro nero. Tali atteggiamenti sono contro questa provincia. Chiediamo a chi di competenza di potenziare il numero degli ispettori presso l'Inps, presso l'Inail e l'Ispettorato del Lavoro. I commercianti in regola dovrebbero esigere in tutti i modi e con tutti i mezzi, che i loro colleghi si adeguino; i lavoratori dovrebbero non essere nemici di se stessi ma far valere la propria dignità di uomini; le istituzioni e gli enti competenti, mediante le opportune segnalazioni, non facciano erogare il denaro pubblico ad imprenditori che si 'macchiano' di lavoro nero. Il sindacato confederale Cgil, Cisl e Uil ennese, è stanco di partecipare ad analisi, studi e commissioni sul fenomeno, che non hanno risolto niente''.

''Traggo la netta sensazione - ha concluso Sigfrido Fadda - che il lavoro nero faccia comodo a molti, che non si vuole che esso venga superato. Le aziende chiedono sempre più a commercialisti, consulenti e associazioni, chiedono di affinare le tecniche di raggiro per intensificare le evasioni e poterla fare franca. Lavoratori sottomessi e terrorizzati sono facilmente manovrabili, anche dal punto di vista politico''.
Fadda, infine, ha lanciato una proposta per Enna bassa, per l'area industriale di Dittaino, per l'area della dismessa miniera di Pasquasia, affinché diventino formidabili localizzazioni per creare aggregazioni commerciali come è avvenuto a Misterbianco, per creare centri di stoccaggio, centri commerciali e centri di distribuzione a valenza regionale. La centralità geografica di Enna, questa volta, potrebbe essere utile.

Fonte: ViviEnna.it

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10 gennaio 2006
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