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Scontri, morti e decine di arresti a Teheran

Giorni di caos e paura in Iran dopo la rielezione di Ahmadinejad. Arrestato il suo principale concorrente

15 giugno 2009

Un centinaio di esponenti riformisti sono stati arrestati ieri notte in Iran con l'accusa di aver organizzato le proteste dell'altro ieri a Teheran contro il risultato elettorale nelle quali sarebbero morte tre persone.
Lo ha riferito il sito della Bbc. Fra gli arrestati ci sarebbero il candidato riformista Mir Hossein Moussavi, il fratello dell'ex presidente riformista Mohammed Khatami, un ex portavoce del governo e un ex vice speaker del Parlamento. Sia l'ex premier Moussavi, che l'ex speaker del parlamento Karroubi, hanno accusato di brogli il governo sui loro siti web, che sono stati poi oscurati.
Secondo i risultati ufficiali, il presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad è stato riconfermato con il 62% dei voti, mentre Moussavi ha ottenuto il 33,8 % e Karroubi lo 0,9%. Il quarto candidato, il conservatore Mohsen Rezai, ha avuto l'1,7%, e ha riconosciuto la vittoria di Ahmadinejad.
Fra le incongruenze del risultato elettorale iraniano, il Los Angeles Times nota che il presidente Ahmadinejad è stato indicato vincitore anche a Tabriz, dove vive un'ampia popolazione di etnia azera. Mir Hossein Moussavi, dichiarato sconfitto, è anche lui di etnia azera e durante la campagna elettorale aveva attirato grandi folle a Tabriz.
Il contestato risultato è stato appoggiato dalla guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei. Con Ahmadinejad si è congratulato anche lo speaker del Parlamento, Ali Larijani.
 
Le autorità iraniane hanno chiuso per una settimana l'ufficio di Teheran della rete satellitare araba al Arabiya. A riferirlo è stato il sito dell'emittente televisiva, aggiungendo che alla rete non è stata fornita nessuna spiegazione per la chiusura. Al Arabiya ha seguito l'altro ieri con molta attenzione le manifestazioni di protesta scoppiate a Teheran dopo la pubblicazione dei contestati risultati elettorali e ha riferito che vi sono stati tre morti.
Inoltre un'interferenza proveniente dall'Iran ha creato difficoltà alla diffusione dei servizi radio e tv della Bbc in Iran, Medio Oriente ed Europa. Lo ha riferito il sito dell'emittente britannica, spiegando che l'interferenza ha colpito uno dei satelliti che la Bbc utilizza per diffondere il suo notiziario in lingua persiana in Iran. Secondo il sito, le interferenze sono iniziate venerdì, ma quella di ieri è la più forte finora avvenuta. La vicenda sembra inquadrarsi nell'ambito del comportamento delle autorità iraniane teso a limitare la diffusione di notizie su quanto è accaduto dopo il voto, nota la Bbc. A Teheran, il corrispondente della Bbc John Simpson e il suo cameramen sono stati brevemente arrestati dopo aver effettuato alcune riprese.

Ahmadinejad: "Elezioni libere, niente brogli" - Disponibile a un dibattito pubblico con l'omologo americano Barack Obama. E' la posizione confermata in conferenza stampa dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, dopo la sua rielezione, riferendosi alla sua proposta di un dibattito con Obama al quartier generale dell'Onu a New York. "Come ho detto il mese scorso sono pronto a un dibattito con il presidente americano", ha dichiarato Ahmadinejad.
Quanto ai negoziati sulla questione nucleare "fanno ormai parte della storia". Il presidente iraniano, che ha sempre sostenuto la natura pacifica del proprio programma nucleare, ha detto poi di aver "abbracciato" l'idea di uno sforzo internazionale per eliminare le armi nucleari dal mondo. Ma ha anche avvertito che ogni Paese che oserà attaccare l'Iran lo "rimpiangerà amaramente".

Ahmadinejad ha poi negato che vi sia stata alcuna frode alle contestate elezioni presidenziali di venerdì. "Le elezioni sono state libere e non vi sono documenti che provino queste accuse", ha detto. "E' ridicolo che chi ha perso affermi che la maggior parte dei voti gli appartiene. E' assurdo", ha proseguito Ahmadinejad, riferendosi al suo principale avversario, Mir Hossein Moussavi, che lo ha accusato di brogli e non compare più in pubblico da due giorni. Il presidente iraniano ha anche negato che vi sia una crisi politica nel Paese e ha paragonato i manifestanti, scesi in strada contro di lui ieri a Teheran, a tifosi di calcio delusi per una sconfitta della loro squadra. "E' naturale - ha commentato - si tratta di riflessioni emotive a breve termine". Poi ha eluso una domanda sugli arresti di manifestanti e oppositori riformisti, oltre un centinaio, dicendo che "chi attraversa con il rosso ha problemi con la polizia". Ignorando il fatto che a Moussavi sia stato impedito ieri di tenere una conferenza stampa, Ahmadinejad ha dichiarato che in Iran la libertà "è al massimo livello" e gli oppositori possono liberamente esprimersi.
L'Iran, ha affermato ancora, "è una nazione coraggiosa" e "non si farà intimidire dalle minacce". "Il pubblico iraniano odia le bugie e l'ingiustizia e resiste alla guerra psicologica dei media", ha proseguito il presidente, accusando i media occidentali di "fabbricare le notizie" nell'ambito della loro propaganda antiraniana. "Il popolo iraniano ha espresso i suoi desideri nelle elezioni. In una democrazia liberale vi sono diversi partiti che governano il popolo, qui è il popolo che governa - ha affermato - la nazione iraniana non permetterà ad altri di decidere del suo futuro". [Adnkronos/Ing]

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15 giugno 2009
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