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Scontro Camusso-Fornero sulla riforma del lavoro

Il governo ha posto quattro fiducie sul ddl e la Cgil scende in piazza

26 giugno 2012

Ieri il governo ha posto quattro fiducie sul disegno di legge lavoro, in aula alla Camera. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Piero Giarda, subito dopo il voto pregiudiziali ha preso la parola annunciando la richiesta di fiducia su quattro articoli, senza modifiche rispetto alla versione approvata in commissione Lavoro. Poco prima la Camera ha votato contro le questioni pregiudiziali di costituzionalità al ddl lavoro presentate da Idv e Lega.

La Cgil però conferma i due giorni di mobilitazione generale contro la riforma del lavoro. Previsti oggi e domani scioperi e manifestazioni in tutta Italia mentre a Roma è in programma un presidio davanti a Montecitorio nel giorno del probabile via libera definitivo al provvedimento.
"Quando si voterà la riforma del mercato del lavoro noi saremo in piazza - ha ribadito il segretario generale Cgil, Susanna Camusso -. Monti ha fin dall'inizio sostenuto che la riforma era necessaria agli occhi della Ue ma, come dicono molti, essa non risolve né il problema della precarietà né dà un contributo sugli ammortizzatori sociali. E' una pura bandierina ideologica".

Non si è fatta attendere la replica del ministro del Welfare Elsa Fornero. Camusso "faccia come crede, siamo in una democrazia"; però "chiamare 'bandierina ideologica' un po' di contrasto alla precarietà è un linguaggio che non capisco". "Sarò contenta se riuscirò a dimostrare che la riforma fa qualcosa di buono in tempi non troppo lunghi", ha aggiunto il ministro entrando in aula alla Camera. Secondo Fornero si tratta di una "riforma che include e non esclude, che vuole correggere l'attuale segmentazione del sistema che provoca la marginalizzazione di alcune categorie di lavoratori, in special modo dei giovani e delle donne". Con questa finalità il ddl vuole agire sulla professionalizzazione attraverso il sistema dell'apprendistato, perché è "più facile passare dal mondo della formazione al mondo del lavoro". Con la riforma si è deciso inoltre di "puntare sulla tutela del lavoratore nel mercato del lavoro e non sulla difesa del posto di lavoro". "Altro elemento di dinamismo contenuto nel ddl, è il concetto di 'occupabilità' e il recupero del capitale umano. Questo vuol dire formazione, competenza, conoscenza e preparazione. Per questo - ha osservato ancora il ministro del Lavoro - abbiamo tanto insistito sul concetto di formazione permamente, in un mondo che cambia".
"Se gli organi internazionali hanno chiesto che si approvi la riforma non è tanto per approvare una riforma qualunque, ma perché hanno visto le luci in questa riforma e i lati positivi"
ha sottolineato il ministro in aula. "Nessuno ha mai giudicato perfetto" questo provvedimento, dice Fornero. "Ma tutti sappiamo che la ricetta della perfezione è una strada che non conduce da nessuna parte", aggiunge.

Il ministro ha sottolineato, quindi, che la riforma punta a "separare la flessibilità cattiva da quella buona" che "è un valore per le imprese e per la produzione". Ed è tornata più volte su questo punto, sottolineando in "maniera vibrante" che non è mai stata intenzione del governo penalizzare le imprese. "I sussidi possono essere stati una strada che nel passato è stata molto percorsa, ma che ha portato all'elevato debito pubblico e al pesante onere sulle giovani generazioni, con cui oggi dobbiamo fare conti".
Occorre quindi cambiare rotta, attraverso nuovi strumenti. L'obiettivo da raggiungere con le nuove regole sulla flessibilità in entrata è anche quello di "ostacolare l'uso che in passato ha portato al precariato". L'atteggiamento "pragmatico" del governo lo ha portato anche alla revisione dell'articolo 18, che non è mai stato al centro del dibattito sulla riforma. L'argomento "non è mai stato visto né interpretato in maniera ideologica" dal governo. Le modifiche all'articolo 18, inoltre, "non consentono più facilmente che usare questa scusa per non investire" in Italia. [Adnkronos/Ign]

 

 

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26 giugno 2012
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