Scontro tra Veneto e Sicilia
La Lega contro il contributo da 300 mln che la Regione siciliana ha ricevuto da Roma
Infuria la polemica tra Sicilia e Veneto sui fondi stanziati dallo Stato alle regioni. "I soldi arrivano sempre agli incapaci, ed invece dovrebbero andare ai "capaci che stanno dall’altra parte". Così, due senatori leghisti, Sergio Divina e Nunziante Consiglio, firmano l’ingiunzione al dirottamento delle risorse pubbliche.
La materia del contendere che ha fatto infuriare i padani sono i 300 milioni ottenuti dalla Regione siciliana dopo un lungo faticoso tavolo di trattativa a Roma fra ministero dell’Economia e rappresentanti del governo regionale. "Trecento milioni alla Sicilia per pagare stipendi ai forestali e ai precari - accusano Divina e Consiglio, come riportato dal quotidiano Il Mattino - ora basta, ogni anno è una strenna natalizia per questa regione governata da incapaci. Se Renzi, Crocetta e Faraone credono di prorogare in eterno questo Piano Marshall, sappiano che non lo permetteremo. Quei soldi vengano indirizzati alle popolazioni venete colpite dalla 'tempesta perfetta' che ha distrutto interi territori". Il riferimento è alla tromba d’aria che nei giorni scorsi ha devastato la Riviera del Brenta.
Il Veneto ha già ottenuto risorse da Roma, ma non è questo il punto. Potremmo dire che si tratta della solita storia: i siciliani sono dei mangiapane a tradimento e i loro governanti sono degli incapaci, dare soldi all’Isola è un furto a danno di chi si fa il mazzo ed è costretto a sborsare quattrini allo Stato. "Si dovrebbero portare i libri in tribunale e mettere la Sicilia sotto tutela", predicava il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, qualche mese fa, prendendosela con la "Sicilia sprecona e sovvenzionata dallo Stato".
La Sicilia però non è rimasta in silenzio a subire l’ira e gli insulti dei plenipotenziari veneti. Direttamente da Palazzo dei Normanni è arrivata la dura replica dell’Isola per bocca del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: "I leghisti hanno ormai superato ogni limite: prima facevano politica sfruttando le disgrazie altrui, adesso anche le proprie. Oltre a essere rabbiosi sono anche inconcludenti. Basta con queste falsità sui forestali e sulle risorse destinate alla Sicilia". "Si avvii un'operazione verità - ha detto ancora Ardizzone - sui conti e si scoprirà che i 300 milioni di cui straparlano i due leghisti è solo una piccolissima parte delle risorse che in decenni lo Stato ha trattenuto alla Sicilia, per risanare il debito pubblico nazionale, anche dei veneti. Un prelievo forzoso, certificato proprio di recente dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei Conti. I due senatori pensassero al Veneto, regione in cima alla classifica per evasione fiscale e alle tante multe che l'Italia è stata costretta a pagare all'Unione europea per lo sforamento delle quote latte da parte degli allevatori veneti".
"Mi sembra che questo signore sia disinformato - sostiene il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti - il Veneto non solo non ha mai partecipato alla creazione del debito pubblico, ma produce un residuo fiscale di oltre 20 miliardi l’anno. Semmai è la Sicilia ad avere grandissimi problemi dopo l’allarme default lanciato dalla Corte dei Conti". "Ardizzone? Se ha voglia di rendersi utile, mandi le sue migliaia di Forestali a ripulire la Riviera del Brenta dalle macerie e a ricostruire le abitazioni distrutte", attacca invece Nicola Finco, capogruppo della Lega in Consiglio regionale.