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Scontro tra vescovi ed europarlamentari sull'omofobia. Dal Vaticano: ''La Chiesa non è omofobica''

27 aprile 2007

Mentre anche il New Hampshire, Stato americano di tradizione conservatrice, ha approvato le unioni civili degli omosessuali, il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione di condanna alla discriminazione e all'omofobia. La mozione, sottoscritta da Liberaldemocratici, Socialisti, Verdi e Sinistra Europea, e passata con 325 voti a favore, 124 contrari e 150 astenuti, sollecita le autorità degli Stati membri ad astenersi dal proporre e approvare leggi e a condannare dichiarazioni di leader pubblici che ''incitino alla discriminazione e all'odio basato sugli orientamenti sessuali'', nella convinzione che ''qualsiasi altro comportamento costituirebbe una violazione dell'articolo 6 del trattato Ue (Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza)''. Il testo invita inoltre la Commissione Europea a promuovere azioni giudiziarie contro gli Stati membri in caso di violazioni, e chiede la depenalizzazione mondiale dell'omosessualità.

Un monito lanciato in maniera particolare alla Polonia, ma rivolta a tutti gli Stati membri, Italia in primis. Il riferimento esplicito infatti è al ministro dell'Educazione e vice premier polacco, Roman Giertych, autore di un progetto di legge destinato a proibire la ''propaganda omosessuale'' nelle scuole, e al viceministro dell'Istruzione, Miroslaw Orzechowski, che, in una recente dichiarazione, aveva ipotizzato il licenziamento per gli insegnanti che rendessero pubblica la loro omosessualità. Sotto accusa è anche Marian Giertych, europarlamentare della Lega della Famiglia polacca, e padre del ministro dell'Educazione, che mercoledì aveva presentato un libretto, col logo del Parlamento Europeo, sui ''valori europei'', nel quale si affermava che l'omosessualità è ''biologicamente inutile'', e che ''le persone che affermano che l'omosessualità è una condizione normale o che sono omosessuali attivi dovrebbero essere tenute lontane da lavori con i quali potrebbero influenzare le opinioni dei minori''. Gli eurodeputati hanno chiesto inoltre l'invio di una delegazione europea in Polonia ''per una missione di accertamento dei fatti per avere un quadro esatto della situazione''.

Il testo approvato a Strasburgo contiene anche un accenno all'Italia e, in particolare, al caso di Matteo, il sedicenne di Torino che si è suicidato dopo essere stato vittima di aggressioni a scuola a causa della sua presunta omosessualità (leggi). E' stato invece eliminato ''in extremis'' il riferimento, contenuto nella proposta orginaria, al presidente della Cei, Angelo Bagnasco, accusato di aver ''comparato un progetto di legge che conferisce una serie limitata di diritti alle coppie omosessuali a una licenza a commettere atti di incesto e pedofilia''. Condanna evitata a causa della pressione del Ppe, e dei suoi rappresentanti italiani, in particolare Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati di Forza Italia e vice presidente del Ppe, e Mario Mauro, vice presidente del Parlamento europeo. La mozione contro la Chiesa era sta stata presentata da tre deputati italiani, Vittorio Agnoletto e Giusto Catania del Prc e Monica Frassoni dei Verdi, che hanno precisato come il documento si riferisse agli esponenti di tutte le religioni.
Nella risoluzione si condannano comunque ''i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo'', e si chiede ''alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli''.

Il Vaticano percependo sempre di più un'aria ostile nei suoi confronti, ha risposto prontamente: ''Le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate. Non c'è nessuna omofobia nella Chiesa cattolica. Sarebbe auspicabile che il pregiudizio nei suoi confronti finisse'', ha replicato duro il cardinale di Venezia Angelo Scola.
Toni severi anche da parte della stampa cattolica. ''Ci risiamo. Proseguono, questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi, gli indecorosi attacchi al presidente della Cei, Bagnasco'', si è letto sull'agenzia dei vescovi Sir.

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27 aprile 2007
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