Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Scoperta una testuggine gigante in una grotta di Bagheria

La nuova specie, trovata in uno zubbio di Monte Catalfano, è stata chiamata "Solitudo sicula"

07 luglio 2022
Scoperta una testuggine gigante in una grotta di Bagheria
  • Hai un'attività che vuoi rendere visibile? Fallo ora gratuitamente - CLICCA QUI

Testuggini di grande taglia hanno abitato l'Europa continentale e insulare per milioni di anni. Alcune avevano una taglia comparabile, o anche superiore, a quella delle testuggini che ancora abitano l'Atollo di Aldabra, nell'Oceano Indiano, e l'arcipelago delle Isole Galápagos, nell'Oceano Pacifico.

Le testuggini giganti sono state in gran parte sterminate dall'uomo e sopravvivono in Natura solo nell'Atollo di Aldabra e nell'arcipelago delle Isole delle Galápagos. Nella foto il coordinatore della ricerca, Prof. Massimo Delfino (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino) con "Alessandro il Grande", un esemplare maschio di grandi dimensioni di Aldabrachelys gigantea allevato in cattività nel quadro di un progetto di conservazione a Cerf Island, Seychelles. Foto di Dennis Hansen (Università di Zurigo).

La Sicilia ha ospitato testuggini giganti con una lunghezza del guscio di circa un metro durante il Pleistocene medio, fino a circa 200 mila anni fa. Sono conosciuti resti sia nel Ragusano sia nella zona di Alcamo, esposti rispettivamente al Museo Civico di Storia Naturale di Comiso e al Museo Geologico Gemmellaro di Palermo. Allora era già presente la testuggine di Hermann, Testudo hermanni, che è attualmente l'unica testuggine terrestre autoctona presente in Sicilia e di cui sono presenti numerosi resti fossili in giacimenti paleontologici e archeologici. Il guscio di quest'ultima è molto più piccolo di quello delle testuggini giganti, e in Sicilia supera di poco i 20 centimetri.

Monte Catalfano, Bagheria

Grazie agli scavi condotti dal gruppo di lavoro del Prof. Luca Sineo dell'Università di Palermo in un'area funeraria attribuibile all'età del Rame ubicata a circa 15 metri di profondità nella grotta chiamata Zubbio di Cozzo San Pietro (sul Monte Catalfano nel Comune di Bagheria, PA), sono stati portati alla luce alcuni resti di una testuggine di grande taglia il cui guscio raggiungeva probabilmente i 50-60 centimetri. Analisi al radiocarbonio dei resti della testuggine hanno rivelato che il loro possessore era in vita circa 12.500 anni fa, molto prima che la grotta fosse interessata dalle attività funerarie.

Solitudo sicula, la testuggine descritta nel testo, aveva un carapace di lunghezza pari a circa 50-60 cm e quindi aveva dimensioni comparabili a quelle dell'individuo (che non aveva ancora raggiunto le dimensioni massime) di Chelonoidis niger, la testuggine gigante delle Isole Galápagos, ritratto in questa foto che lo confronta con un guscio di Testudo hermanni nelle mani di una collaboratrice del Museo di Zoologia di Dresden. Foto di Uwe Fritz (Senckenberg Dresden).

La presenza di un femore molto ben conservato ha consentito di confrontare le caratteristiche morfologiche della testuggine di Bagheria con quella di tutte le testuggini viventi e fossili del Bacino Mediterraneo e di stabilire che si tratta di una nuova specie che ha richiesto anche l'istituzione di un nuovo genere. Il materiale è stato attribuito a "Solitudo sicula", un nome che pur mantenendo una certa assonanza con il genere dell'unica testuggine terrestre attualmente vivente in Sicilia, Testudo, allude alla rarità e in qualche modo "solitudine" delle ultime testuggini di grandi dimensioni del Mediterraneo.

Il femore di Solitudo sicula (lunghezza totale di circa 10) confrontato con il femore dell’unica testuggine terrestre autoctona attualmente vivente in Sicilia, Testudo hermanni.

Secondo Gianni Insacco, Direttore Scientifico del Museo di Comiso, che ormai da decenni si occupa del salvataggio dei resti fossili delle testuggini giganti della Sicilia orientale e che non è fra gli autori del lavoro, "il ritrovamento di questi resti rappresenta una sorpresa veramente inaspettata che apre nuove prospettive per la ricerca scientifica e quindi per la conoscenza del patrimonio naturale e culturale siciliano".

Testuggine gigante delle Isole Galápagos

Come fa notare il Prof. Uwe Fritz, Museo di Zoologia Senckenberg Dresden, e coautore del lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista Zoological Journal of the Lineean Society "è stato un colpo di fortuna che un femore quasi intatto fosse presente tra i pochi resti di testuggine ritrovati fino ad ora. Le testuggini di grande taglia hanno generalmente gusci fragili e quindi poco presenti nel registro paleontologico, al contrario dei femori che sono robusti e piuttosto frequenti".

Testuggine gigante delle Isole Galápagos

Il ritrovamento di un femore nello Zubbio di Cozzo San Pietro ha consentito quindi un confronto accurato con le altre testuggini di grandi dimensioni. Sebbene non sia possibile dimostrarlo sulla base dei dati attualmente disponibili, non è escluso che Solitudo sia stata portata all'estinzione dagli esseri umani che hanno abitato la Sicilia nell'antichità e, come sottolinea il Prof. Sineo, "prove di interazioni fra Solitudo e gli esseri umani potrebbero essere ancora racchiuse nei depositi fossiliferi dello Zubbio di Cozzo San Pietro o in altri giacimenti archeologici dell'isola".

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

07 luglio 2022
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia