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Scritti sulle ''Cene di San Giuseppe di Salemi'' di Enza Gandolfo Bellomo (3)

20 marzo 2007

La simbologia del Pane
di Enza Gandolfo Bellomo

Per cogliere il profondo valore religioso delle ''Cene di San Giuseppe'' bisogna comprendere il simbolismo dei pani benedetti che ripercorrono tutto il rapporto tra l'uomo e Dio, e richiamano le meraviglie del Creato, secondo un criterio allegorico e ben definito. L'intrinseca religiosità dell'uomo sa armonizzare perfettamente elementi cristiani con la memoria antica di rituali pagani e riesce a  dare in modo tangibile, testimonianza di fede profonda. La lettura della simbologia ne è chiara dimostrazione.
Chi osserva la ''Cena'' scorge, in alto a destra , sul campanile, il Sole, che rappresenta Dio stesso, a sinistra la Luna, la Madonna, e al centro una stella o la cometa della natività. Al centro del fregio frontale spicca la croce segno della salvezza, con la corona di spine e l'uccellino reale, mentre, un po' più in alto, c'è un ''panuzzo'' a forma di gallo per ricordare il suo canto, quando Pietro rinnegò Gesù; sotto i bracci della croce ci sono due scale disposte simmetricamente e attorno, a livello immediatamente inferiore, i tre chiodi, il martello e la lancia, a destra la tenaglia e la canna con la spugna, a sinistra simboli della Passione di Cristo. Procedendo ancora verso il basso si vedranno: al centro una grande aquila, segno della resurrezione, due colombe, segno di pace, poi i monogrammi di Maria e Giuseppe. Accanto alla ''M'' c'è ''l'angelo annunziatore'' e, come a comporre una fascia di merletto, sono disposti  piccoli pani della simbologia più varia: la rosa (la purezza), le forbici (la rocca), il filo (la laboriosità), il fiocco (''a scocca'') che rapprenda la castità della Madonna.
Accanto alla ''G'', sul lato riservato a San Giuseppe,
vengono appesi tutti gli arnesi di lavoro del ''carpentiere'': l'ascia, la sega, la pialla, i chiodi, il martello etc… e baccelli di fave per esaltare la sua generosità, secondo al credenza popolare ed indicare un elemento nutritivo basilare, come il pane. Si vedono ancora la chiave che aprirà il regno dei cieli ai mortali, i fraticelli di S. Francesco con il saio scuro, (fatto con impasto do farina e vino cotto o cacao), che ricordano tutto il clero e una vita in povertà dedicata alla preghiera. Angeli che suonano la tromba, farfalle e uccelli sparsi qua e là, simboleggiano il distacco dei beni terreni e l'elevazione spirituale, mentre i pesci sono l'innocenza della tradizione cristiana. Centinaia di ''panuzzi'' a forma di fiori, frutta, ortaggi e animali pendono tra il fogliame per inneggiare all'abbondanza e alla generosità della terra che ci nutre.
Alcune rappresentazioni figurative richiamano una dote, una virtù: il cavallo è l'intelligenza, il cane la fedeltà, la colomba è sinonimo di pace, il pavone che dispiega la ruota, è la bellezza del creato, l'agnello è il richiamo alla Santa Pasqua.
L'antica simbologia agraria rappresentata nelle forme della natura e del cosmo si raccorda con la più recente simbologia cristiana anche nei pani più grossi che vengono disposti sull'altare. Guardando i cinque ripiani, ricoperti di bianche tovaglie ricamate, si vedono appoggiati sul primo gradino i tre pani significativi. Al centro spicca ''u cucciddatu'' che ha la forma del Sole e simboleggia la luce divina, destinato al bambino che rappresenta Gesù. E' tutto decorato con raffigurazioni plastiche che richiamano i simboli della sua infanzia: la ''camicia'', segno di povertà, ''i fiori di gelsomino'' preferiti da Gesù Bambino e tutti i segni della sua passione e morte: la ''cuffitedda'', che contiene i ''cunei'' e la corda che servirono per fissare la croce, il ''sudario'' dove fu avvolto, ''le spighe e l'uva'', segno del corpo e del sangue di Cristo; una ''G'' sta al centro, circondata da uccelli e fiori.
A destra, per chi guarda, si poggia ''a parma'', simbolo della pace, pane a forma di palma, dove sono minutamente riprodotti tanti ''datteri'', che ricordano il miracolo avvenuto durante la fuga in Egitto, quando, mentre Maria riposava sotto una palma, essa abbassò i rami che le fecero ombra e la sfamarono con i loro datteri; le ''12 stelle'' in cima al pane modellato che rappresentano lo stellario della Madonna assunta in cielo, ''le rose, le forbici, i cuoricini'', segno d'amore, il ''fiocco'' e tante decorazioni attorno a una grande ''M''. La palma verrà data alla fanciulla che rappresenta la Madonna. A sinistra c'è ''u vastuni'', il bastone di San Giuseppe, che sarà del bambino che lo impersona. E' decorata con una grande ''G'', al centro, circondata da tanti gigli, il fiore del suo bastone, che rappresenta la purezza, e da pere, mele, uva, assieme ai suoi attrezzi da lavoro che troviamo appese nella struttura della cena.
Sul secondo gradino si espongono ''tre pani più piccoli'', simili ai grandi, che rappresentano il popolo fedele al cospetto di Dio, fatti uguali ai grandi perché Dio ci  ha creati a sua immagine e somiglianza.
Al centro del terzo gradino si pone la ''spera'', cioè l'ostensorio che ricorda l'Eucaristia, contenitore del corpo di Cristo, e ''due angeli'' inginocchiati ai lati.
Sul quarto ripiano si collocano il ''calice'' istoriato con le spighe e l'uva, le ''ampolline dell'acqua e del vino'', sempre di pane mirabilmente intagliato, e ancora due angeli in adorazione. Ovunque fanno da motivo ornamentale, arance, limoni, lumini e fiori.
Il quadro raffigurante la Sacra Famiglia, appeso al centro dell'altare, domina l'insieme e raccoglie alla preghiera.
Il pane della cappelletta è un'offerta di ringraziamento a Dio per i doni che elargisce la terra e l'augurio per un buon raccolto. Tutti li ''cuddureddi'' e li ''panuzzi'' benedetti del ''tempio'' verranno via via staccati dai padroni di casa e offerti ai visitatori perché possano cibarsene come pane dell'anima e crescere insieme nella carità e nell'amore.

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20 marzo 2007
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