Se ad essere a rischio è l'habitat umano...
Quegli insediamenti umani nell'area dei Pantani di Gelsari e Lentini che esistono da 70 anni
Nei giorni scorsi Guidasicilia.it ha pubblicato un comunicato stampa di Legambiente Catania nel quale si parla di un esposto presentato dall’associazione ambientalista alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea. Il motivo dell’esposto "le gravissime alterazioni ambientali arrecate ai pantani di Gelsari e di Lentini, aree sottoposte a tutela sia attraverso una Zona di Protezione Speciale, specifica area di tutela individuata a livello europeo per la protezione degli uccelli, sia anche da un vincolo biennale apposto dalla Regione Siciliana". Legambiente ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire nei confronti dello Stato Italiano per assicurare il rispetto degli impegni assunti riguardo alla tutela di specie e habitat di interesse ai fini della conservazione della biodiversità in Europa.
Nel comunicato, Legambiente spiega che "il ricorso alla Commissione europea si è reso necessario in quanto, nonostante Legambiente avesse denunciato prontamente gli interventi di prosciugamento delle zone umide attraverso l’attivazione di impianti idrovori da parte del Consorzio di Bonifica 10 Siracusa e la distruzione con mezzi meccanici della vegetazione dei pantani, nessuna azione di tutela è stata intrapresa dalla Regione Siciliana. Anche le stesse indicazioni impartite dalla Regione allo stesso Consorzio di Bonifica, per mantenere l’acqua almeno in porzioni dei pantani, sono rimaste del tutto disattese. Il Consorzio, di contro, ha continuato incessantemente l’emungimento delle acque dei pantani (che vengono gettate a mare!), attività che, sommata agli interventi di sbancamento e di distruzione della vegetazione, ha comportato il totale prosciugamento di entrambi pantani e la scomparsa degli habitat e delle specie di uccelli acquatici di interesse comunitario". "Oggi - continua Legambiente - l’intera superficie dei due pantani, che sino allo scorso anno pullulava di specie di uccelli di grande interesse ai fini della conservazione a livello europeo o planetario [...] appare una distesa brulla, arida e priva di vita". (Leggi l’intero articolo)
Questa la storia dei pantani di Gelsari e di Lentini raccontata da Legambiente. Esiste però un’altra versione della storia, quella raccontata da chi quei luoghi li abita da decenni, senza avere mai avuto intenzione di distruggere l’habitat circostante, e principalmente perché in quell’habitat ha costruito un intera vita all’insegna della difesa dell’ambiente e del suo utilizzo consapevole.
Questa altra storia a noi l’ha raccontata l’Ingegnere Francesco Sorge, Presidente del Comitato "Gelsari-San Leonardo & S.Demetrio-Vaccarizzo", che proprio nei posti in questione vive da tanto tempo e che ha trovato omissiva la versione relazionata da Legambiente.
Il Dottor Sorge trova addirittura "fantastica" la storia raccontata dall’associazione ambientalista e invita chiunque a visitare "il paradiso terrestre" immaginato e descritto da Legambiente, così da constatare in prima persona la situazione reale.
Di seguito potete leggere di quanto ci ha informato l’ingegner Francesco Sorge proprio al riguardo dell’articolo sopracitato...
"Quest’incredibile articolo (quello di Legambiente, ndr) aggiunge altra grande sofferenza alle famiglie residenti e/o proprietarie, agricoltori, allevatori ed operatori economici che da un cinquantennio abitano ed operano nel comprensorio urbano ed agricolo che si estende da Vaccarizzo ad Agnone.
L'area cosiddetta dei Pantani di Gelsari e Lentini o anche Piana di Gelsari si presenta come una vasta zona pianeggiante posta a sud della foce del fiume Simeto, tra il lago Gurrida e la baia di Agnone, nei territori dei comuni di Augusta (SR), Carlentini (SR) e Catania. A partire dagli anni venti dello scorso secolo l'intera zona è stata oggetto di un importante intervento di bonifica volto a rendere il sito salubre e in grado di accogliere insediamenti urbani e attività economiche: la carenza di dislivello rispetto alla linea marina impose, al fine di rendere asciutta l'intera zona, la creazione di un complesso sistema di deflazione e distribuzione delle acque mediante una capillare rete di canali di sgrondo, arginature e due gruppi di pompe idrovore. Il meccanismo di allontanamento delle acque così realizzato ha, negli anni, promosso e agevolato l’inurbamento del bassopiano e lo stabilimento di svariate iniziative economiche, grazie al mantenimento di bassi livelli della falda acquifera anche durante gli inverni più piovosi. Così si sono venuti a formare, negli anni, i villaggi da Vaccarizzo fino ad Agnone ove migliaia di famiglie hanno stabilito la propria dimora.
Il descritto sistema idraulico, affidato in gestione al Consorzio di Bonifica SR-10, governa efficacemente le acque meteoriche che si raccolgono nell’area se ciascuna componente - canali, pompe idrovore, gruppi elettrogeni, vasche di accumulo - funziona a regime. Purtroppo, la reiterata mancanza di sorveglianza e l’abbandono dei siti da parte del Consorzio di Bonifica 10-SR, durante l’ultimo decennio, ha causato una serie incredibile di furti, danneggiamenti e la totale distruzione di una delle stazioni di pompaggio, l’Ente Preposto e l’Assessorato da cui esso dipende si sono, per anni, disinteressati alla manutenzione e ripristino del sito e questa "latitanza" ha causato il gravissimo dissesto Idrogeologico che ha mandato in tilt l’intero sistema di Bonifica dei suddetti comprensori. In questo lungo e triste periodo, il Comitato Civico "Gelsari-San Leonardo & S.Demetrio-Vaccarizzo" costituitosi all’uopo riunendo le Associazioni di Residenti e Proprietari assieme agli Operatori Commerciali, Agricoltori ed Allevatori, ha iniziato la battaglia denunciando penalmente alla Procura della Repubblica di Siracusa, la grave "omissione e sospensione di Pubblico Servizio" ed ha inoltrato decine di Istanze ai Prefetti, ai Sindaci, alle Province ed alla Regione Sicilia affinché si adottassero gli opportuni provvedimenti per garantire il ripristino, l’attivazione e l’operatività dei siti Idrovori dei Comprensori di Bonifica di Lentini e di Gelsari. Grazie quindi alla perseverante presenza della popolazione residente che con le loro battaglie Legali, Interrogazioni Parlamentari e tante manifestazioni di vario tipo hanno ottenuto il ripristino degli Impianti di Bonifica scongiurando così il ripetersi di ulteriori dissesti idrogeologici, garantendo il corretto funzionamento delle vasche biologiche Imhoff ed anche il franco di coltivazione per gli agricoltori.
E, difatti, quando azioni dolose, condotte negligenti e difficoltà finanziarie hanno interrotto il regolare funzionamento degli impianti idrovori si sono registrati gravi fenomeni di allagamento delle case e delle coltivazioni che hanno causato, a loro volta, lo sversamento dei liquami dalle fosse settiche al servizio delle abitazioni con conseguente contaminazione delle raccolte d'acqua dolce.
L’arrivo degli ultimi eventi calamitosi quali le piogge alluvionali dal 9 al 12 marzo 2012, del Ciclone Athos e della conseguente esondazione, per rottura degli argini, del torrente San Damiano ha causato l’allagamento persistente delle contrade di Gelsari, San Leonardo e Vaccarizzo inoltre, la decennale carenza di manutenzione e pulizia dei canali di sgrondo ha frenato enormemente il deflusso delle acque e, giacché i lavori di ripristino degli impianti Idrovori consortili non erano ancora ultimati, si manifestava un nuovo gravissimo dissesto Idrogeologico che ha colpito duramente gli abitanti, gli operatori agricoli e commerciali della zona.
Paradossalmente, Legambiente fotografa e diffonde le drammatiche immagini delle terre allagate dagli eventi calamitosi del Marzo 2012 e le mette a confronto con altre immagini delle terre a regime di normalità ingannando così lettori ed ignari ambientalisti descrivendo fantastici paradisi terrestri ritrovati. Legambiente omette però immagini e storia di oltre settanta (70) anni di bonifica e di antropizzazione dei territori.
Nel contempo, l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, con il D.D.G. n. 416/2012 del 23 luglio 2012, appone un vincolo di tutela biennale ad un’area di 10,84 km2 al fine di procedere alla istituzione di una nuova riserva naturale denominata "Pantani di Gelsari e di Lentini".
Mediante ricorso al TAR di Catania i proprietari delle abitazioni (Comitato "Gelsari-San Leonardo & S.Damiano-Vaccarizzo"), i conduttori di attività agricole e commerciali dei due comprensori si sono opposti al provvedimento, ritenendo che l’applicazione del decreto avrebbe leso gravemente i loro interessi. Accogliendo le motivazioni dei ricorrenti il TAR, con i Decreti nn. 965/12 - 966/12 - 968/12 e 969/12 R.P.Caut., ordina la tutela cautelare interinale ex art.56 c.p.a. disponendo il mantenimento in funzione dei sistemi di pompaggio a tutela della incolumità delle persone e dei beni ricadenti nell’area interessata al vincolo, ed ha successivamente confermato le proprie statuizioni con le Ordinanze Cautelari nn. 1003/12 -1004/12 - 1005/12 - 1006/12 R.P.Caut..
Le ordinanze dell’ 8 novembre 2012, hanno quindi stabilito l’illegittimità del D.D.G. n. 416/2012 ad imporre modifiche del regime delle acque all’interno delle aree sottoposte a vincolo e che pertanto il Consorzio di Bonifica è onerato di mantenere in sicurezza tali aree mediante il monitoraggio del livello delle acque nei canali. Di conseguenza si mantenevano in funzione le idrovore, garantendo la sicurezza e la salubrità dei luoghi. Successivamente, l’Assessorato Territorio e Ambiente, emetteva un nuovo D.D.G. (il n. 35/2013) di modifica ed integrazione del precedente, anch'esso tuttora "sub iudice".
Campo di grano nel comprensorio "Gelsari"
Nonostante le censure avanzate dinanzi al TAR di Catania da abitanti e agricoltori, i favorevoli provvedimenti cautelari del G.A. e le perplessità avanzate dallo stesso ente deputato al governo delle acque della zona (Relazione Tecnica del Consorzio di Bonifica), Legambiente non smette di creare disturbi alla popolazione perché c’è qualche uccello che da anni passa e/o si posa sopra le nostre case.
Noi che davvero rispettiamo la natura pensiamo che intere specie animali esistite per milioni di anni siano scomparse non perché l'uomo le abbia distrutte ma proprio per "permettere all'uomo di esistere, quindi... la natura in funzione dell'uomo", gli animali vivono istintivamente la loro dipendenza dalla natura e non la mettono certo in discussione. Gli uomini dovrebbero concentrare i loro sforzi più verso la salvaguardia della propria specie e del loro rapporto con la natura invece che verso la modificazione artificiosa e forzata delle caratteristiche dei luoghi già da tempo mitigati ad habitat umano popolato ed urbanizzato per farne a tutti i costi "ambiente innaturale" per la fauna, restituendo così all’originale stato asfittico e malarico il territorio, vanificando 80 anni di progresso ambientale, civile e sociale."