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Se ci dicono che il nucleare fa bene all'ambiente

A Roma esperti di Italia e Francia a confronto per parlare del futuro nucleare del nostro Paese

23 settembre 2010

Siamo giunti al punto di dover attuare un'operazione "trasparenza" perché la scelta del ritorno al nucleare è "strategica per il futuro" dell'Italia.
Questo, in sintesi, il pensiero che il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha espresso in un messaggio inviato ai tecnici e agli esperti italiani e francesi riuniti ieri a Roma in un convegno sul nucleare, organizzato dallo stesso ministero con la collaborazione dell'ambasciata di Francia.
Oltre a un confronto sui temi relativi alla Valutazione di impatto ambientale, nel corso dell'incontro - che si è concluso questa mattina - si è parlato della normativa alla base della scelta italiane. Una normativa, che secondo il direttore generale del ministero dell'Ambiente, sarebbe da rivedere perché poco funzionale. "L'impianto normativo è limitante - ha spiegato Corrado Clini - con un iter in cui devono essere elaborati 34 provvedimenti, collegati tra loro, con il rischio che si finisca come il gioco dell'oca, in cui arrivati a una casella si scopre che bisogna tornare indietro. Potremmo provare a riconsiderarla per renderla più funzionale".

Il fulcro - secondo il direttore generale del ministero - è il processo di "start-up" con alcuni passaggi chiave: l'Agenzia per la sicurezza nucleare, il documento programmatico per la Strategia nucleare, e la definizione dei criteri per l'individuazione delle aree potenzialmente destinate a ospitare le centrali. Serve poi "una ricognizione dei fattori critici nelle diverse aree del Paese", mentre per l'individuazione dei siti sarà "necessario attuare da subito una campagna di monitoraggio, integrata da analisi epidemiologiche, nei possibili siti di localizzazione degli impianti" per "la valutazione dei rischi sanitari". Secondo il ministro Prestigiacomo "è ora di fare un'opera di informazione obiettiva e trasparente per aiutare il Paese a valutare il nucleare in modo corretto", accompagnando "questo ritorno con un confronto ampio, con scelte consapevoli, con il consenso dei territori, e con le massime garanzie di sicurezza e le migliori tecnologie". Per il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, "il nucleare è già oggi la tecnologia che consente all'Europa di avere basse emissioni di CO2 in rapporto al Pil". Sulla stessa linea Clini, per il quale sarebbe necessario che il nucleare venisse conteggiato per l'abbattimento delle emissioni dei gas serra, cosa che "in Ue ancora non avviene".
Intanto per il capo della task-force nucleare di Enel, Giancarlo Aquilanti, l'azienda "non è in ritardo" e "se l'Agenzia per la sicurezza nucleare viene istituita in tempi brevi, entro l'anno, e con una certa operatività e autorevolezza, il piano rimane inalterato: apertura del primo cantiere nel 2013 e partenza della prima centrale nel 2020".

L'assemblea romana pro-nucleare non è piaciuta al presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, soprattutto perché a suo parere si sono snocciolati dati falsi. "A Roma si è svolta l'ennesima operazione di svendita del nostro Paese alle multinazionali francesi dell'atomo, per imporre ai cittadini italiani la svolta nucleare e dal ministero dell'Ambiente, arrivano dei dati truccati sulle previsioni dei consumi elettrici a uso e consumo dei sostenitori dell'atomo. È quantomeno azzardato, se non falso affermare che al 2030 i consumi elettrici saranno aumentati del 45% quando il gestore della rete Terna afferma che al 2020 si potrebbe avere un aumento dell'11% e l'Europa per la stessa data chiede una diminuzione del 20% nei consumi complessivi d'energia".
Il ragionamento fila e ancor di più quando l'esponente dei Verdi si sofferma sulle correlazioni a breve periodo tra nucleare e riduzione di CO2: "E non sta in piedi nemmeno la favola della riduzione delle emissioni di CO2 grazie all'energia atomica. È assolutamente irrealistico, e lo dimostrano i ritardi in Finlandia e Francia che anche un solo reattore entri in funzione nel 2020 in maniera da poter contribuire alla riduzione, tutta presunta, di gas serra. La realtà che appare evidente dai numeri presentati dal ministero dell'Ambiente è che per trovare un mercato a questo 25% di energia nucleare voluto dal Governo si vogliono spostare i consumi termici, come il riscaldamento, sull'elettrico da nucleare come accade in Francia. Una politica di questo tipo non è altro che un 'regalo di Stato' a un'azienda privata come Enel che, è una delle compagnie elettriche più indebitate di tutta l'Unione europea. L'avvio del programma nucleare, infine, non alleggerirà le bollette dei cittadini, poiché ci sarà un grande gestore che detterà a proprio piacimento i prezzi e metterà la pietra tombale su qualsiasi politica di efficienza energetica" ha concluso Bonelli.

[Informazioni tratte da Ansa, Greenreport.it]

- Scorie nucleari: pronta una lista con 52 siti di R. Bagnoli (Corriere.it)

- NUCLEARE di V. Guerrizio, R. Iacona, A. Macina (PresaDiretta, puntata del 19/09/10)

 

 

 

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23 settembre 2010
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