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Se comprare acqua e caffè è reato

L'inchiesta sulle "spese pazze" dell'Ars entra nel vivo e c'è chi inizia a difendersi

16 gennaio 2014

Ieri il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, è arrivato in Procura a Palermo per incontrare il procuratore capo Francesco Messineo, dopo il terremoto giudiziario scoppiato nell'ambito dell'inchiesta sulle spese pazze dell'Ars.
Ardizzone è tra i 97 deputati ed ex deputati indagati nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Procura di Palermo per l'utilizzo dei fondi illeciti, ma non è uno dei destinatari dei tredici inviti a comparire notificati l’altro ieri agli ex capigruppo della scorsa legislatura.

Le carte dell'inchiesta, intanto, sono arrivate anche sul tavolo della Corte dei conti. La Guardia di Finanza ha chiesto ieri mattina l'autorizzazione al procuratore aggiunto Leonardo Agueci di coinvolgere i giudici contabili che hanno già avviato un procedimento. Dall'inchiesta coordinata dalla Procura di Palermo emerge che tutti i gruppi parlamentari della scorsa legislatura avrebbero speso illecitamente fondi pubblici per oltre 10 milioni di euro.
Mentre la Procura indaga per peculato, la Corte dei conti dovrà stabilire se c'è stato danno erariale.

"L'indagine è complessa poiché è difficile accertare il reato - ha spiegato il procuratore aggiunto Leonardo Agueci - dato che la zona grigia tra lecito e illecito è ampia". La legge infatti prevede che i fondi siano utilizzati per l'attività politica dei gruppi e all'epoca non vigeva l'obbligo di rendicontare. "Ad esempio - dicono gli investigatori - una cena elettorale potrebbe rientrare nell'uso lecito di questi fondi".
Secondo Agueci l'inchiesta "è solo all'inizio". "La Guardia di Finanza ha lavorato per più di un anno su migliaia di carte, documenti, scontrini, fatture - ha spiegato Agueci - un lavoro incredibile fatto da soli otto uomini del Nucleo tutela spesa pubblica delle Fiamme gialle. Ci sono molte spese sostenute dai gruppi parlamentari che vanno tutte verificate, va valutato cosa può essere stato destinato per spese per attività politica e cosa no".

"Stiamo facendo anche degli accertamenti - ha aggiunto Agueci - sull'attività svolta dai gruppi e le spese legate alla politica, come l'affitto di un immobile per un partito, tanto per fare un esempio. Dobbiamo fare uno screening approfondito". "Bisogna verificare caso per caso - ha spiegato ancora il magistrato - Le spese per la politica previste dalla legge sono per l'attività politica non certo per il sostentamento di chi la fa". Il riferimento è alla spesa di oltre 4.700 euro per l'acquisto di cialde di caffè fatta da Antonello Cracolici (Pd), oppure per il pagamento di pranzi o cene al bar dell'Assemblea regionale siciliana. "L'indagine che parte adesso è capire cosa c'è dietro quelle spese - ha concluso Agueci - ecco perché parte ora".

Proprio Antonello Cracolici, ex capogruppo del Pd e attuale presidente della commissione Affari istituzionali dell'Ars, da indagato ha indetto ieri una conferenza stampa per difendere e spiagare le spese a lui attribuite.
"Non nascondo che questa è una vicenda che mi sta fortemente segnando, non mi era mai capitato, anzi oltre 30 anni fa fui denunciato per avere affisso manifesti del mio partito da militante e si concluse con multa di 20 mila lire. Oggi mi trovo dentro una vicenda molto più complessa non per miei comportamenti illeciti, di arricchimento o condotta personale ma per l'utilizzo di risorse del gruppo parlamentare del Pd". Così ha esordito Cracolici che in conferenza era affiancato dal segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, e dall'attuale capogruppo Baldo Gucciardi, anche loro indagati nella stessa inchiesta. "Sotto la mia gestione il gruppo ha chiuso con un avanzo di 800 mila euro e 80 mila euro di interessi maturati perché questi soldi sono rimasti sul conto corrente del gruppo, non abbiamo mai fatto operazioni finanziarie". Cracolici ha spiegato che lo scorso febbraio l'Avvocatura dello Stato, interrogata dal gruppo parlamentare, ha comunicato che l'avanzo da 800mila euro dovrà essere trasferito al gruppo parlamentare del Pd di questa legislatura in base al principio "della continuità politica". "Non rispondo oggi ai magistrati ma all'opinione pubblica - ha detto Cracolici - mi pare evidente che un gruppo che consegna 800 mila euro di avanzo, dimostra elementi di sobrietà".

"Se comprare acqua in 5 anni di legislatura, avere comprato le cialde per la macchinetta del caffè è un reato allora l'ho commesso. Onestamente non potrei dire il contrario perché non sapevo che fosse un reato, così come fare i necrologi. Siamo dentro una interpretazione: se i nostri comportamenti siano compatibili con le finalità istituzionali che rappresentiamo o meno. Dico con onestà che se qualcuno di questi è incompatibili e quindi è reato, io mi consegno subito, mi arrendo". "Mi meraviglio - ha proseguito - come mai non ci hanno contestato le corone di fiori. Ogni 30 aprile e ogni 6 gennaio il gruppo del Pd ordina, come un orologio, due corone: una per Pio La Torre e una per Piersanti Mattarella. Ma di cosa stiamo parlando? E poi: è reato comprare i buoni pasto per i dipendenti del gruppo o rimborsare le spese telefoniche dell'addetto stampa del gruppo? Abbiamo riempito 150 pagine di verbali, consegnando ai magistrati tutto sulle spese fatte in questi anni, con l'annotazione delle singole fatture. Una dimensione così enorme delle carte probabilmente ha avuto il pregio di metterci di fronte alla lente di ingrandimento. Ci vengono contestate persino le spese per i legali".

"Ritengo con assoluta certezza che le indagini della Guardia di finanza non hanno nulla a che fare con le vicende del Pd, con il prossimo congresso regionale del partito e col rafforzamento politico del governo Crocetta". A garantirlo è stato il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo.
"Siamo pronti a rispondere e a chiarire tutto ai magistrati - ha aggiunto Lupo - Al di là di questa vicenda, dobbiamo continuare svolgere la nostra attività parlamentare nel rispetto delle regole e occupandoci di tutto, anche del rafforzamento politico della giunta, la cui decisione spetta al presidente Crocetta". "Ribadisco la massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine. È un'inchiesta che riguarda complessivamente tutti i gruppi e per quanto ci riguarda abbiamo offerto la massima collaborazione affinchè si possa fare piena luce sul corretto utilizzo dei fondi, fondi che sono stati utilizzati esclusivamente per l'attività istituzionale prevista, incluse le iniziative politiche in giro per la Sicilia. Dimostreremo però la più assoluta trasparenza".

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16 gennaio 2014
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