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Se dall'Europa smettesse di piovere denaro...

Denunciata l'incapacità della Sicilia di impiegare i fondi di Agenda 2000

14 settembre 2006

Aiutare i Paesi svantaggiati affinché questi possano diventare tasselli forti ed indispensabili per l'unità dell'Europa. Sostanzialmente è questo che viene conservato all'interno pacchetto di riforme denominato ''Agenda 2000''. Basate su proposte della Commissione europea e approvate al vertice UE di Berlino nel marzo 1999, le riforme di Agenda 2000 rispondono a una serie di esigenze profondamente sentite in Europa: come una maggiore attenzione alle pari opportunità e una migliore qualità della vita in aree e regioni sfavorite; garantire alle prossimi generazione la 'trasmissione' di un ambiente che comincia appena a riprendersi dai danni e dalla degradazione subiti in passato; assicurare la disponibilità di un'ampia gamma di generi alimentari di alta qualità che possano essere consumati senza rischi e prodotti a prezzi competitivi, garantendo al tempo stesso redditi ragionevoli agli agricoltori; gestire in maniera responsabile ed efficiente le finanze dell'Unione garantendo, a livello comunitario, lo stesso rigore di bilancio applicato negli Stati membri.
Con i mezzi rappresentati da Agenda 2000, insomma, l'Unione Europea vuole raggiungere il superamento delle divisioni di cui ancora soffre il Vecchio Continente.

Una grande possibilità, dunque, per quelle Regioni che pur facendo parte dell'Unione Europea, vedono davanti a se un così vasto divario con gli altri Paesi che di fatto li fa essere partecipi della realtà comunitaria solo sulla carta. Preziosa possibilità da saper sfruttare, però, attuando precisi progetti che permettano un utilizzo proficuo delle risorse date dallUE, nei tempi prestabiliti. Un aiuto, quindi, non nel solco del peggior assistenzialismo ma attivo e che rimetta in azione il motore di tutte quelle Regioni che possono usufruire di Agenda 2000.
Una delle regioni europee che fino ad ora ha ricevuto la maggiore quantità di fondi messi a disposizione da Agenda 2000 è la Sicilia. Purtroppo la Sicilia è anche fra le regioni che più volte non sono state capaci di spendere bene, e nei tempi prestabiliti, i tanti milioni di euro messi a disposizione dall'UE.
''Degli 8,5 miliardi di euro previsti da Agenda 2000, nel periodo 2000/2006, per la Sicilia, ne sono stati spesi il 42,6% pari a 3 miliardi e 605 milioni di euro. Impegnati il 72,28% pari a 6 miliardi e 115 milioni di euro. Il resto dei soldi dovranno essere impegnati entro il 2006 e spesi entro il 2008''. Quindi, stando ai dati sui fondi strutturali europei destinati alla Sicilia, resi noti dagli europarlamentari Giusto Catania (Prc) e Claudio Fava, vicepresidente della commissione per lo sviluppo regionale, l'Isola rischia di lasciarsi sfuggire la grande disponibilità data dall'UE. ''Siamo preoccupati - ha detto Catania - che la Sicilia sarà costretta a restituire i soldi''.

La commissione per lo sviluppo regionale, presieduta dallo spagnolo Gerardo Galeote del Ppe ha incontrato ieri mattina a Palermo il comitato di sorveglianza del Por-Sicilia, composto dalle parti sociali: Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, rappresentati delle cooperative e terzo settore. ''Hanno denunciato - ha riferito Catania - di essere stati chiamati a ratificare le spesa senza essere consultati. La gestione dei fondi è stata fatta in modo proprietario e in maniera poco trasparente''.
Gli europarlamentari hanno poi rivelato che 20 misure del Por - in tutto 72 -, sono state utilizzate al di sotto del 20%. E otto non sono state mai utilizzate. ''Fra queste - ha osservato Fava - c'è, ad esempio, la misura destinata allo sviluppo della legalità che prevedeva 22 milioni di euro. Ebbene di questi soldi che sarebbero potuti servire, ad esempio, a sostenere associazioni antiracket non è stato speso nulla''.
In questa maniera i prossimi finanziamenti europei destinati alla Sicilia avranno una riduzione del 10%.

''Siamo venuti in Sicilia - ha spiegato Galeote - per visionare anche 10 progetti realizzati con i fondi di Agenda 2000. Noi siamo i 'guardiani' della coesione della Ue. Tra i nostri progetti c'è anche quello di avvicinare i cittadini all'Unione europea''. Galeote ha sottolineato che ''la Sicilia è tra le regioni europee a ricevere la maggiore quantità di fondi''. ''Ma questo - ha aggiunto Giusto Catania - non è servito a molto: la Sicilia rimane tra le regioni più povere dell'Europa''. Fava ha lamentato inoltre che i fondi di Agenda 2000 ''sono stati utilizzati soprattutto per le spese correnti. Non c'è 'addizionalità', cioè i soldi spesi come valore aggiunto''. Ma di questo ha aggiunto ''se ne occuperanno gli ispettori Ue che dovranno valutare le modalità di spesa dei fondi''.

Non si è fatta attendere la risposta del governatore siciliano Salvatore Cuffaro: ''Come sempre capita da un po' di tempo a questa parte, gli eurodeputati Claudio Fava e Giusto Catania si sono ancora una volta cimentati nel ruolo che più di ogni altro gli si addice: quello di mestatori e di fieri nemici degli interessi reali della Sicilia''. ''In primo luogo - ha detto Cuffaro - mi preme sottolineare che i fondi strutturali, per il 2007-2013, non verranno diminuiti. Al contrario, verranno incrementati. Il tutto nel quadro di un negoziato con Bruxelles che non si è ancora chiuso. Solo per Fse (Fondo sociale europeo) e Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) i fondi europei disponibili per il 2007-2013 ammontano a circa 6 miliardi di euro. A cui andranno sommati circa 4 miliardi di cofinanziamento. Già siamo a quota 10 miliardi di euro - ha detto il Cuffaro - che sono, come si può notare, più degli 8,5 miliardi di euro del Por Sicilia 2000-2006. Se inoltre consideriamo che ci saranno anche le risorse finanziarie per il Fondo europeo per la pesca (Fep) e del Fears (ex Feoga), saranno disponibili ben oltre 10 miliardi di euro''.
Insomma, per il presidente della Regione Siciliana l'isola non rimarrà a corto di denaro europeo, e la denuncia di Catania e Fava è frutto del solito allarmismo catastrofista di questa sinistra che non vuol bene la Sicilia.

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14 settembre 2006
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