Se i beni mafiosi si confiscano e basta...
In Sicilia 941 beni confiscati alla mafia non sono ancora stati assegnati. Il Guardasigilli Alfano: "I tempi di assegnazione sono troppo lunghi"
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nei giorni scorsi ha partecipato alla cerimonia di assegnazione di un bene confiscato alla mafia 20 anni fa. Sabato, in occasione della presentazione, a Palermo, del primo corso universitario di gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, il Guardasigilli ha utilizzato quell'esempio come emblematico dei tempi lunghi finora necessari per la consegna degli immobili sottratti ai boss.
"In questi casi - ha detto Alfano - si perde il senso dell'importanza della misura patrimoniale. Perciò abbiamo lavorato per accelerare il tempi". Il ministro, intervenuto al convegno di presentazione del corso, ha ricordato che il Governo ha scelto di procedere con "decreto" a diverse riforme legislative in materia di aggressione ai patrimoni mafiosi e, più in generale, di lotta alla mafia perché ha ritenuto questi provvedimenti prioritari. "A differenza del passato, inoltre - ha aggiunto - non si sono attesi eventi tragici, come le stragi, per adottare interventi incisivi".
Il ministro, tra i provvedimenti approvati dall'Esecutivo, ha ricordato il Codice Antimafia e l'istituzione del Fondo di Giustizia.
Il punto della situazione sui beni confiscati ma non ancora assegnati, è stato fatto durante un vertice della commissione regionale Antimafia a Polizzi Generosa (PA), sulle problematiche inerenti l'assegnazione del feudo di ''Verbum Caudo'', sottratto al boss Michele Greco.
Ebbene, in Sicilia sono 941 i beni immobili confiscati alla mafia e che non sono ancora stati assegnati a Comuni e cooperative per un riutilizzo sociale.
Rudy Maira, vice presidente della commissione Antimafia, ha ricordato che su 361 immobili appartenuti a mafiosi gravano ipoteche: "Dietro le ipoteche - ha detto - si possono nascondere interessi che puntano a non far liberare i beni dalle grinfie della mafia. E' davvero strano che il processo di riscatto a fini sociali, così come sta avvenendo a Polizzi Generosa, si blocchi perché le banche e le società cessionarie del credito facciano valere le ipoteche". "Sappiamo quali difficoltà finanziarie - ha aggiunto Maira - vivano i Comuni siciliani. Certamente gli Enti locali non hanno fonti economiche tali da poter pagare per la cancellazione delle ipoteche. Succede così che i beni rimangano bloccati".
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing]