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Se i cristiani praticassero di più il concetto dell'amore, gli islamici quello del perdono, gli agnostici quello di tolleranza...

14 marzo 2006

Ancora su crocefisso ed ora di religione
di Marcello Marani (sabato 11 marzo 2006, www.ildialogo.org)

Premesso che personalmente non ho niente contro il Crocefisso che se per i cristiani rappresenta il martirio del figlio di Dio, per me agnostico rappresenta il martirio cui i romani sottoponevano i ribelli e quindi anche di Spartaco e dei suoi gladiatori, che nel 71 a.C. furono crocefissi in una interminabile e mostruosa fila sulla Casilina da Roma a Capua, vorrei tornare ancora sull'esposizione del Crocefisso nei locali pubblici, che a mio avviso è un fatto non formale ma sostanziale, che limita la sovranità dello Stato italiano, dimostrando per lo meno una sorta di vassallaggio morale allo stato Vaticano.
Almeno ci fosse a fianco il ritratto del Presidente della Repubblica.
Quello che mi appare strano e che negli anni scorsi la corte di Cassazione si era pronunciata a favore della rimozione del Crocefisso da un aula scolastica, motivando appunto la rimozione con la fine della religione di Stato e l'affermazione della laicità dello stesso.
Ma si sa che in tempi d'integralismi tanto dei talebani islamici quanto dei neo clericali e crociati alla Pera o alla Ferrara, è difficile per noi fautori del dialogo poter argomentare pacatamente e confrontare le nostre posizioni.
Dialogo non solo e non tanto tra le religioni, che tra l'altro essendo impersonali, non si possono parlare tra di loro, ma tra gli uomini siano essi credenti o agnostici nel rispetto dei principi di libertà, di eguaglianza e di Giustizia, che sono le tre gambe che dovrebbero reggere una reale democrazia che da formale diventi sostanziale in quanto democrazia non più solo delegata ma democrazia partecipata, nel rispetto del pluralismo e delle legittime diversità di posizioni.

Secondo il mio punto di vista se prendiamo l'esigenza di Pace, come un valore universale, sarebbe bene che i cristiani praticassero di più il concetto dell'amore, gli islamici quello del perdono e della misericordia e noi agnostici i principi della tolleranza degli illuministi tra i quali spicca Voltaire.
Dobbiamo quindi fare un passo avanti in termini anche culturali cominciando a pensare ad possibile mondo diverso senza più sfruttati e senza più sfruttatori.
Ed un primo passo potrebbe essere quello di cominciare a rifiutare la categoria del ''nemico'' assieme alla competizione sociale, per passare alla collaborazione, che abolisce lo scontro per favorire l'incontro e negli inevitabili contrasti che sicuramente nasceranno, invece di avere la pretesa di vincere, basterebbe adoperarsi per convincere.
Perché se vincere significa che dall'altra parte abbiamo uno sconfitto e quindi chi avrà tutto il diritto di avere la rivincita, se uno convince l'altro, abbiamo due vincitori perché lo dice la parola stessa si ''vince con''.

Questa premessa è ancora più necessaria proprio per affrontare il tema all'ordine del giorno attuale, circa la proposta di allargare l'ora di religione, introducendo l'insegnamento della religione islamica e per che non anche dell'ebraismo, del buddismo, del protestantesimo e della sue derivazioni, e via di tutti i riti tribali e cabalistici?
Senza voler fare torto a nessuno, ritengo invece che la scuola debba essere laica e pluralista e che si affronti in termini culturali non l'ora di religione ma la storia delle religioni, che non possiamo negare fanno parte non solo e non tanto degli intimi convincimenti individuali circa l'esistenza o non di un Creatore, che poi ognuno chiama in modo diverso ed a Cui vengono attribuiti anche poteri diversi, contraddittori e comunque non verificabili in termini di conoscenze scientifiche.
Se poi i credenti della varie fedi, in orario extra scolastico ed a proprio carico volessero fare corsi che denominerei di educazione religiosa, sarebbe opportuno che le scuole mettessero a disposizione le strutture per adempiere all'incombenza e ritengo che se tali corsi fossero aperti oltre che agli studenti anche agli adulti ed anziani che siano interessati, il che non guasterebbe perché secondo un saggio detto: ''S'impara fino alla bara''.
Ben vengano quindi tutte le forme che servono ad ampliare la conoscenza, dato che da sempre sono fermamente convinto che tra i primi diritti dell'uomo ce ne siano imprescindibili, la libertà dai bisogni e la libertà dall'ignoranza.

Ecco perché avendo letto da qualche parte che ci sarà un incontro alla Moschea di Monte Antenne, a Roma, cercherò d'informarmi e se sarà possibile di parteciparvi perché ripeto quello che ho già avuto occasione di dire se tutti mettessimo in pratica una decina di comandamenti di Cristo, come non giudicate per non essere giudicati, si farebbe un grosso passo avanti nel cammino della Pace.
Perché se giudicare è facile, capire è molto più difficile e capire per ben giudicare è veramente l'eccellenza, difficile da raggiungere per noi umani fallibili e fallaci e non Fallaci, intendendo Oriana, perché a quanto sembra assieme ai due suddetti all'inizio, più l'apostata Magdi Allam sembrerebbero che abbiano loro si capito tutto.

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14 marzo 2006
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