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Se il governo cade sulla giustizia...

Il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Se io parlo di legalità e loro mi ignorano, la sopravvivenza dell'esecutivo è segnata"

12 ottobre 2010

Il governo "può cadere sulla giustizia''. Parola di Gianfranco Fini, leader di Futuro e libertà, che così si è rivolto alla stampa straniera nel corso di un incontro all'associazione dei corrispondenti esteri, secondo quanto riporta la Repubblica. Se "Berlusconi vorrà andare avanti ad imposizioni", se "io parlo di legalità e loro mi ignorano" la sopravvivenza dell'esecutivo è segnata, sono le parole di Fini. Con una postilla: "La propaganda è il cancro della politica italiana".

"Berlusconi dice di voler governare fino al 2013
- ha spiegato il presidente della Camera - ma se intende farlo a base di imposizioni non ci riuscirà. Sono aperto ad approvare una legge realmente 'ad personam' che sospenda, come succede in altri paesi, i processi al premier e ad altre cariche dello Stato fino a fine mandato, sempre che non sia retroattiva e che non pregiudichi altri cittadini".
Sul tema caldo della possibilità delle elezioni anticipate Fini ha comunque sottolineato che ora "gli italiani hanno bisogno di tutto tranne che di elezioni anticipate", ma pur garantendo "assoluta lealtà al governo, bisogna essere pronti". Ancora, se il governo si dimette sarà il Quirinale a decidere cosa fare: "Se non trova una maggioranza alternativa in Parlamento, ci sarà l'ennesima campagna elettorale".
Nessuna tensione grave invece sul federalismo, che non rappresenta una minaccia alla stabilità dell'esecutivo. Della riforma federalista Fini ha detto che "alla fine aiuterà a rinforzare la coesione nazionale", anche per merito dei voti determinanti di Fli "che discuterà con il premier uno per uno tutti i decreti" attuativi che arriveranno in Parlamento. Quanto a Umberto Bossi, Fini ha riconosciuto che "enormi differenze" li separano, ma il Senatur "è un vero leader politico che legge gli umori del Paese".

Sempre in tema di elezioni il leader di Fli ha detto di essere pronto a discutere e varare "una nuova legge elettorale che permetta di eleggere direttamente i parlamentari" riconoscendo di aver sbagliato a votare l'attuale "porcata". Su questo ci saranno "inevitabili convergenze con il centrosinistra".
Infine, i suoi rapporti con Berlusconi, che Fini ha definito un "avversario, non un nemico", non mancando di ricordare i sedici anni "di collaborazione leale" sfociati nella sua espulsione dal Pdl "senza potermi difendere, con un editto interno che nemmeno Stalin...".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Asc

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12 ottobre 2010
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