Se il panettiere si mette a fare torte e arancine
Polemica della Fipe Confcommercio contro i panificatori che hanno allargato l'offerta "senza le necessarie autorizzazioni"
Cresce la preoccupazione tra i titolari di bar in provincia di Catania. Come se non bastasse la crisi a tenere in apprensione i pasticcieri e titolari di bar, c’è anche quella che dalla Fipe Confcommercio sezione Bar di Catania è considerata concorrenza sleale.
A qualche mese da un primo allarme - caduto nel vuoto - lanciato dai gestori di bar e pasticcerie per la concorrenza dei panificatori, che hanno ampliato la loro offerta aggiungendo alla vendita dei prodotti da forno anche quella di generi di pasticceria e gastronomia non autorizzati, gli associati Fipe lanciano un nuovo disperato appello, tramite il presidente Massimo Magrì. La nuova agitazione nasce all’indomani di un incontro tra gli associati alla Fipe Confcommercio sezione Bar di Catania, voluto per sollecitare gli ispettori preposti a controllare la regolarità in cui operano i panificatori.
Cosa contestano esattamente i titolari dei bar ai gestori di panifici? A scatenare i mal di pancia dei baristi sono diversi fattori: dalla divisione degli alimenti nei frigoriferi alla ripartizione dei settori di produzione, in laboratori che in media non superano i 16mq, sufficienti giusto per la produzione del pane, ma non adatti alla lavorazione di altri generi alimentari.
A preparare pizzette e arancini, ma anche torte e dolci vari, cipolline e ciambelle non sono solo le gastronomie, le rosticcerie e i bar che hanno tutte le carte in regola per farlo, ma anche da anni oramai in maniera incontrollata anche i panettieri, che hanno allargato la loro offerta affiancando al pane e ai suoi derivati la tavola calda e la pasticceria approfittando della libera concorrenza, ma creando di fatto ingenti danni economici agli esercizi commerciali nati per produrre esclusivamente tali prodotti.
"Chiediamo maggiori controlli e un riordino del settore - afferma Massimo Magrì, presidente FIPE Bar - a tutela non solo della nostra categoria ma anche dei consumatori che giornalmente acquisiscono prodotti senza avere nozioni esatte sugli alimenti e sulla loro conservazione e qualità. Inoltre, in alcune realtà del territorio provinciale, abbiamo riscontrato una somministrazione non assistita con l’ausilio addirittura di tavoli e sedie su suolo pubblico non autorizzati dalle normative amministrative e sanitarie. La nostra denuncia non vuole colpire l’intero settore, ma solo coloro che, contravvenendo alle leggi, continuano a somministrare prodotti non da forno a discapito anche dei propri colleghi che hanno chiesto regolarmente le giuste autorizzazioni e operano nella piena legalità. Lo stesso monito lo rivolgo ai colleghi di bar e pasticcerie che in alcuni casi producono e somministrano prodotti di gastronomia senza le dovute autorizzazioni". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]