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Se il premier continua a denigrare la magistratura...

Il Csm: ''Così si mette a rischio l'equilibrio tra i poteri e gli ordini dello Stato''

10 marzo 2010

"Episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati" sono "del tutto inaccettabili". Così si mette "a rischio l'equilibrio stesso tra poteri e ordini dello Stato sul quale è fondato l'ordinamento democratico di questo Paese".
Lo ha scritto nero su bianco la prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura nella pratica aperta a tutela delle toghe accusate dal premier Silvio Berlusconi di agire per finalità politiche. Un documento approvato all'unanimità dalla Commissione, che verrà discusso oggi dal plenum di Palazzo dei Marescialli.

Nel documento approvato dalla Commissione c'è un "pressante appello a tutte le istituzioni perché sia ristabilito un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell'intera magistratura, che è condizione imprescindibile di una ordinata vita democratica".
La pratica era stata aperta a settembre scorso dopo le accuse di Berlusconi ai pm antimafia di Milano e Palermo (il premier aveva definito le loro inchieste 'inutili sprechi finanziari'). Poi le dichiarazioni a Ballarò, dove aveva bollato i pm di Milano come "comunisti". E, tra le altre, le affermazioni con cui Berlusconi aveva paragonato l'aggressione delle toghe a quella da lui subita in piazza Duomo per mano di Massimo Tartaglia. Infine l'ultima delle esternazioni, all'indomani della sentenza della Cassazione sul caso Mills, quando aveva detto: "Siamo in mano ad una banda di talebani".

Le dichiarazioni di questi ultimi mesi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro le toghe rappresentano "un gravissimo vulnus alla credibilità della giurisdizione". E ancor di più perché "provenienti dal massimo rappresentante del potere esecutivo". Nel documento la Commissione scrive che "l'assunto di una magistratura requirente e giudicante che persegua finalità diverse da quelle sue proprie, e per di più volte a sovvertire l'assetto istituzionale democraticamente voluto dai cittadini, costituisce la più grave delle accuse e integra, anche per il livello istituzionale da cui tali affermazioni provengono, un'obiettiva e incisiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati". Secondo Palazzo dei Marescialli, l'interpretazione "in chiave politica delle condotte dei magistrati, nell'esercizio delle loro funzioni, come manifestazione di una persistenza e dolosa volontà persecutoria, costituisce elemento di discredito della funzione giurisdizionale nel suo complesso e di ogni singolo magistrato, soprattutto quando si asserisce in termini di assolutezza l'esistenza di una cospirazione posta in essere dalla magistratura nella sua maggioranza o da una parte di essa".
La prima Commissione sottolinea anche "la compostezza del corpo giudiziario in generale e dei singoli magistrati. Giudici che hanno continuato a svolgere in silenzio il proprio dovere, senza replicare alle generiche ed ingiuste accuse", nei loro confronti.  

Per il portavoce del Popolo della Libertà, Daniele Capezzone, le "prese di posizione del Csm confermano l'opinione di tanti italiani sul carattere sempre più politicizzato di settori della magistratura. C'è da chiedersi se il Csm non si ritenga, ormai, una sorta di Terza Camera titolata a muoversi come soggetto politico". [Adnkronos/Ing]

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10 marzo 2010
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