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Se la guerra in Libia blocca l'economia siciliana

Trapani in rivolta a causa dello stop all'attività dell'aeroporto civile: "Comprendiamo le ragioni dell'Onu, ma le pagheremo noi a caro prezzo"

23 marzo 2011

Ieri, a quarantotto ore dalla chiusura al traffico civile dello scalo di Trapani Birgi, e a tre giorni dall'inizio delle operazioni militari, la Sicilia resta in prima linea nell'iniziativa contro il regime del leader libico Gheddaffi. Dopo le dure prese di posizione degli amministratori di Lampedusa, messa a dura prova da settimane dall'ondata inarrestabile di migranti, a fare sentire la propria voce sono stati gli esponenti delle istituzioni e del mondo delle imprese trapanesi che chiedono all'unisono di riaprire al traffico civile l'aeroporto. Girolamo Fazio, sindaco di Trapani ha parlato di "rischio catastrofe per l'economia": "Per il nostro territorio, che in questi anni, in maniera virtuosa ed a costo di enormi sacrifici ha avviato una politica di rinascita sociale ed economica - ha spiegato -, la chiusura del Vincenzo Florio significa vanificare in un sol colpo tutto quanto è stato fatto finora e fare ripiombare in uno stato di grave disagio socio-economico la città, la provincia e coloro che le abitano".
Il sindaco Fazio ha così deciso d'inviare una nota al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, al ministro della Difesa Ignazio La Russa, al ministro dell’Interno Roberto Maroni, chiedendo che l’aeroporto riapra: "Non possiamo permetterci la chiusura dello scalo civile, per settimane, per mesi, perchè ciò significherebbe annientare la nostra economia e gettare sul lastrico centinaia di famiglie, tra lavoratori dell’aeroporto e tutto l’indotto ad esso collegato, strutture ricettive e di servizi, trasporti".

Preoccupati delle ricadute economiche-occupazionali anche gli esponenti di Confindustria: "La paura concreta - ha sottolineato il presidente Davide Durante -, già ci sono tutti i segnali, è che la stagione turistica possa essere compromessa e che il volano dell'aeroporto, così faticosamente avviato, possa fermarsi. Dobbiamo affrontare con i caratteri della calamità - ha aggiunto - questo particolare momento ed assumere tutte le iniziative amministrative e legislative che scongiurino un tale rischio".
Timori e paure condivise dal presidente della Provincia Girolamo Turano: "L'interdizione ai voli civili dell'aeroporto di Birgi - ha detto - rischia di penalizzare pesantemente l'economia del nostro territorio. Pur condividendo - ha aggiunto - le ragioni umanitarie che hanno sollecitato la risoluzione dell'Onu nei confronti del governo libico, non possiamo accettare che la nostra Provincia paghi un prezzo altissimo con il blocco della sua economia legata, negli ultimi anni, principalmente ai flussi turistici".
"Siamo preoccupati, chiediamo un impegno della classe politica regionale e nazionale, finora assente, per affrontare la situazione di crisi che si è venuta a creare all'aeroporto di Trapani", ha affermato Giovanni Montana, Segretario Fit Cisl Trapani, al termine di un incontro avvenuto ieri nella sede dell'Airgest, la società di gestione dello scalo, che ha già sospeso il servizio di 70 lavoratori interinali, e per gli altri ha previsto l'attivazione delle ferie d'ufficio. Nella riunione il segretario della Cisl Trapani Giovanni Marino insieme alle altre sigle ha chiesto l’apertura di un tavolo in Prefettura per affrontare l'emergenza sociale che si è venuta a creare. "La situazione è straordinaria, è cosi necessario che si adottino soluzioni rapide – ha spiegato Montana – a tutela dei lavoratori. Domani ribadiremo le nostre richieste e proposte al tavolo convocato alla Provincia di Trapani, maggiore azionista della società".
Si dice stupito di come stanno andando le cose il presidente della Regione Raffaele Lombardo: "Che motivo c'era di chiudere il Vincenzo Florio - ha detto - quando c'era già Sigonella, la base più sicura del Mediterraneo? Dopo Lampedusa si rischia di massacrare anche il turismo dell'area trapanese".

Dopo la nota trasmessa ieri dal sindaco di Trapani Girolamo Fazio al presidente del Consiglio e ai ministri della Difesa e dell'Interno, questa mattina il guardasigili Angelino Alfano ha contattato telefonicamente il primo cittadino, che ha anche parlato con il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "Il ministro - ha riferito il sindaco - mi ha dato ampie rassicurazioni che è in atto ogni attività per consentire che l'aeroporto civile entro una settimana possa essere riaperto, ancorché in maniera parziale e graduale".
"I cittadini - ha aggiunto il sindaco - si rendono pienamente conto della necessità di rispettare la risoluzione Onu e prestare il proprio sostegno a tutela della popolazione civile libica, ma non possiamo permetterci di essere eccessivamente penalizzati, rischiando un tracollo economico e sociale che potrebbe sfociare in tensioni e pericoli per l'ordine pubblico".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Ansa, Corriere del Mezzogiorno.it]

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23 marzo 2011
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