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Se "Latte Sole" si fonde con "Parmalat"

Preoccupati lavoratori e sindacati: si corre il rischio di penalizzare una realtà solida della Sicilia

07 gennaio 2014

Sono giorni di trepidante attesa per i lavoratori dello stabilimento della Latte Sole di Catania, che aspettano di sapere quale sarà il loro futuro. Per la fabbrica etnea si prospetta la fusione per incorporazione in Parmalat, e, dopo un primo incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Roma tra i sindacati e la dirigenza della società emiliana, sono stati confermati 4 esuberi sugli amministrativi, nonché la volontà di esternalizzare la gestione di magazzino e logistica.
In attesa del prossimo vertice, già convocato per martedì 21 gennaio, i rappresentanti sindacali si sono opposti al progetto poiché non tiene conto delle effettive esigenze funzionali del sito produttivo. Queste scelte potrebbero, infatti, determinare una destrutturazione dello stabilimento con la perdita di una delle più significative realtà produttive isolane, in un momento di grave crisi economica in cui non si può correre il rischio di penalizzare una realtà solida come "Latte Sole".

Dopo le rimostranze sindacali, la direzione aziendale ha genericamente aperto sulla ricollocazione degli amministrativi all'interno del sito, ma senza però una proposta concreta: da qui è scattata la preoccupazione dei dirigenti sindacali che hanno timore che per i quattro soggetti coinvolti non sia effettivamente prevista una ricollocazione. Le preoccupazioni dei sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil riguardano in modo particolare la logistica del magazzino etneo e le sue peculiarità: un deposito che si trova all'interno dello stabilimento, nel quale da sempre si sono registrate delle movimentazioni di latte fresco. Una struttura, quindi, con caratteristiche differenti rispetto ad altri stabilimenti. Vista l'assenza di un accordo, ma considerata la volontà di entrambe le parti di giungere ad una intesa positiva, è stato dunque deciso di aggiornare la discussione al prossimo 21 gennaio: incontro che a questo punto appare decisivo.

"Come sindacato manterremo lo stato di agitazione fino al prossimo incontro e definiremo un percorso di lotta che ci aiuti ad affrontare questa riorganizzazione senza che vi siano conseguenze sul piano sociale - hanno dichiarato in maniera congiunta i rappresentanti dei tre sindacati - Riteniamo errata la posizione espressa dalla dirigenza Parmalat perché mette a rischio una realtà produttiva sana e contraddice la stessa politica della casa madre che, più volte, ha ribadito di voler investire nelle realtà locali, piuttosto che smantellarle. Facciamo appello alle istituzioni competenti: Ministero dello Sviluppo Economico e Assessorato Regionale alle Attività Produttive, affinché vigilino e impediscano la destrutturazione di uno stabilimento in attivo che rappresenta sviluppo e ricchezza per la Sicilia e per la Provincia di Catania, in particolare. Chiediamo anzi che si pongano le condizioni per cogliere l’opportunità che viene, oggi, dalla fusione con Parmalat". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno.it]

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07 gennaio 2014
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