Se le imprese in Sicilia muoiono di credito...
Il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, parla dei problemi della Sicilia, "Isola delle Meraviglie"...
"I crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione, che solo in Sicilia ammontano a un miliardo e mezzo di euro, sono una faccia della medaglia". Così Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato di Confindustria nazionale per i problemi della legalità, in un’intervista a Il Sole 24 Ore. "L’altra faccia, assai meno nota, è rappresentata dai mancati pagamenti delle Spa a capitale pubblico - aggiunge Montante -, società partecipate e controllate dagli enti locali e dalle Regioni e grandi aziende di Stato. Un fenomeno che rischia di mandare in fallimento molte imprese fornitrici. In Sicilia come nel resto del Sud l’impresa muore di credito anche se ha un prodotto che vale. Non è possibile che per riscuotere un credito della Regione bisogna aspettare anche ventiquattro mesi. La politica si preoccupa quasi esclusivamente della stabilizzazione dei precari, ma di questo passo, tra due-tre anni, avremo soltanto impiegati pubblici, più precari e un crollo delle entrate fiscali della Regione. Quando le aziende private entrano in difficoltà ci si dimentica che vi sono di mezzo migliaia e migliaia di posti di lavoro a tempo indeterminato".
Montante commenta l’abolizione delle nove Province siciliane e la loro trasformazione in liberi consorzi di Comuni. "Ma è ancora poco - sottolinea -, occorre prestare più attenzione agli investimenti e al marketing territoriale. Occorre un piano industriale degno di un Paese moderno, che identifichi i punti di forza dei singoli territori. Tanto per cominciare il turismo e i beni culturali: l’Italia e in modo particolare la Sicilia potrebbe essere prima al mondo. Invece siamo il fanalino di coda per numero e qualità delle risorse impiegate. Non consideriamo il turismo alla stregua di una vera industria". "Poi c’è l’energia: la ricerca e lo sviluppo per lo sfruttamento dei raggi solari. Una parte dei 350 milioni - spiega Montante - che la Regione siciliana ha destinato per l’area di Termini Imerese potrebbe essere impiegata per attrarre aziende internazionali che operano in questo campo. Un altro settore su cui far leva è l’agroalimentare: la Sicilia anche grazie al suo clima potrebbe lanciare sul mercato centinaia di prodotti. E bisognerebbe sbloccare tutte quelle infrastrutture già finanziate ma bloccate dalla malaburocrazia, dalle beghe politiche e dalla mafia. Sarebbe un modo per iniettare liquidità nelle imprese. Anche le stazioni terrestri del sistema Muos, in costruzione nella base di Niscemi, potrebbero darci una mano sul lato degli investimenti. E’ un argomento di cui bisogna ritornare a parlare - prosegue il presidente di Confindustria Sicilia - , a interloquire, perché potrebbe tornarci utile. La politica punta al consenso elettorale immediato, ma dimentica che tutti questi investimenti potrebbero portare nuovi posti di lavoro. Ai partiti chiedo che mostrino senso di responsabilità, perché un governo nazionale che tarda a partire allontana gli investitori, li spinge verso altri Paesi".
Montante mostra apprezzamento per il lavoro della giunta regionale siciliana: "L’impegno di Crocetta sulle questioni etiche è encomiabile, ma deve fare di più per rilanciare l’economia. I vari assessorati costituiscano a questo scopo un tavolo di lavoro comune, una sorta di coordinamento, non lascino tutto in mano ai burocrati. Non serve a niente chiedere più assistenzialismo a Roma. Bisogna colmare il gap tra debito e incassi, tra entrate e uscite della Regione. Il bilancio regionale deve diventare trasparente, non come è stato nel recente passato; deve essere ripulito delle poste fasulle e comunicato ai cittadini. I cittadini debbono essere resi partecipi dei problemi della Regione. Altrimenti si rischia il default per le gestioni scellerate dei passati decenni". [Fonte: Italpress - €conomiaSicilia.com]