Se Lombardo tradisce la fiducia di Rifkin
L'economista americano Jeremy Rifkin: "Lombardo grande leader, ma deve fare di più. Il piano energia non è stato attuato"
"In Sicilia si può creare un mercato da 6 miliardi di dollari investendo nelle energie rinnovabili e il presidente Raffaele Lombardo è "un grande leader" ma deve fare di più per lanciare la terza rivoluzione industriale". E' quanto sostenuto dal celebre economista statunitense Jeremy Rifkin incontrando, la scorsa settimana, i giornalisti a margine del Forum internazionale sull'Africa di Taormina. "Coprendo solo il 6,5% di tetti disponibili in Sicilia possiamo produrre abbastanza energia per coprire il fabbisogno del 40% dei siciliani - ha spiegato Rifkin illustrando il progetto per le rinnovabili in Sicilia -. Dobbiamo utilizzare le 36.000 partite iva dell'isola, coinvolgerle, metterle in contatto con le grandi imprese per avere tecnologie. Questo creerebbe un mercato da 6 miliardi di euro".
Rifkin si è detto "convinto che Lombardo creda" al suo modello precisando però che "sul master plan per l'energia" che doveva essere approvato "ancora non abbiamo fatto nulla". "La Sicilia - ha proseguito l'economista - rischia di perdere un treno che aveva preso per prima. A Roma abbiamo realizzato un piano molto importante". E ciò dimostra che sull'energia non servono distinzioni politiche: "Lo abbiamo fatto con Gianni Alemanno a Roma, in Spagna lo fa José Luis Zapatero. La terza rivoluzione industriale non è di destra né di sinistra". "Abbiamo bisogno di leader politici come Lombardo che mostrino il cammino e ispirino i giovani", ha poi ribadito Rifkin.
Insomma, Rifkin è pronto a credere in Lombardo ma il "perdere tempo", tratto distintivo, purtroppo, della Sicilia e dei siciliani è qualcosa da condannare assolutamente secondo il celebre econosmista. Lo scorso settembre Angelo Consoli, rappresentante di Rifkin in Europa, intervistato dalla rivista "S", aveva spiegato che "se entro dicembre nulla dovesse cambiare sarà Rifkin a smentire Lombardo a livello internazionale, disconoscendo il Pears e dichiarando che la Sicilia, nonostante i nostri consigli, si è rivelata inadempiente". Già, perché secondo Consoli "nel Piano energetico regionale molte nostre proposte sono state travisate: per esempio quando si parla di misure di compensazione, di mini-eolico verticale, di orti solari e di biomasse".
Consoli fu affiancato all’allora direttore dell’Energia, Rossana Interlandi, per redigere un piano di attuazione, ma il documento rimase nei cassetti: "Quel programma – ha spiegato Consoli parlando con "S" - è un documento fantasma, che si è perso nel tempo e nello spazio". "Purtroppo - aveva concluso Consoli a settembre - l’impressione che abbiamo è che il nome di Rifkin sia stato usato a scopo propagandistico".
- La terza rivoluzione industriale può partire dalla Sicilia (Guidasicilia.it, 16/03/09)
Una via d'uscita per la Terra
di Jeremy Rifkin (Blog di Beppe Grillo, 2 ottobre 2010)
Jeremy Rifkin è stato presente a Woodstock 5 Stelle in video. Per lui è la seconda volta dopo Woodstock - USA nel 1969. Un veterano. E' stato uno degli opinion leader mondiali che hanno partecipato e parlato del nostro futuro a Cesena, completamente ignorati dai media al carro delle centrali nucleari e degli inceneritori. Rifkin descrive l'Italia come un grande giacimento di energie: l"Arabia Saudita delle energie rinnovabili", dall'eolico al geotermico, al solare. E' arrivata l'ora di sfruttarlo questo giacimento.
Intervista a Jeremy Rifkin:
"È un piacere essere qui con voi a questo evento Five-Star Woodstock. Sapete, io ho partecipato a quello originale, perciò questo vi da un’idea di quanto sia vecchio. Fu un’esperienza incredibile a quel tempo. Questa volta, il Five-Star Woodstock è un’opportunità per tutti noi per le grandi domande sulla crisi del pianeta e capire cosa le nuove generazioni potranno fare per prepararsi al nuovo tipo di società del XXI secolo. Siamo davvero nei guai. Si sta concludendo la grande era industriale basata sui combustibili fossili, sul petrolio, sui gas naturali, le energie che hanno fatto muovere la civiltà negli scorsi secoli sono in declino. Tutta l’infrastruttura della nostra civiltà si basa sui combustibili fossili per materiali plastici e da costruzione. Allo stesso tempo, ci è stato detto che siamo alle porte di una nuova era industriale. Da due secoli, e ancora oggi, emettiamo un quantitativo incredibile di anidride carbonica direttamente nell’atmosfera quando bruciamo i combustibili fossili e il risultato sono i cambiamenti climatici del pianeta. Con il rapido surriscaldamento del pianeta potremmo trovarci di fronte a una possibile estinzione di massa di animali e piante sulla Terra. Potremmo addirittura dover affrontare l’estinzione della razza umana stessa. Non abbiamo scelta, dobbiamo trovare una via d’uscita per una nuova era sostenibile per i nostri figli e per le future generazioni.
Lasciatemi suggerire cosa dovremmo davvero fare: dovremmo creare una nuova rivoluzione industriale, la Terza Rivoluzione Industriale. E la Terza Rivoluzione Industriale ci porta dalle energie derivanti dai combustibili fossili del XIX e XX secolo, alla distribuzione delle energie rinnovabili del XXI secolo. Il sole splende ovunque nel mondo, ogni giorno. Ogni giorno, il vento soffia su tutto il pianeta. Tutti noi abbiamo fonti di calore nel sottosuolo, che possono essere trasformate in energia. Se viviamo in aree rurali possiamo riutilizzare gli scarti agricoli e forestali. Se viviamo in regioni costiere possiamo sfruttare il moto ondoso. Abbiamo i rifiuti che possono essere trasformati in energia, così come le cascate possono generare energia idroelettrica. Il pianeta ha energia sufficiente per sostenere la vita per milioni e milioni di anni a venire.La domanda è se queste nuove generazioni avranno il desiderio e la volontà di conseguire questa nuova rivoluzione industriale. Lasciatemi descrivere la situazione. Ho avuto il privilegio di sviluppare il lancio della Terza Rivoluzione Industriale per l’UE, realizzando un piano di sviluppo basato su 5 pilastri fondamentali.
Primo pilastro: l'UE si è impegnata a trasformare il 20% delle energie in rinnovabili entro il 2020. È una grande sfida, ma è obbligatoria, ogni Stato membro deve raggiungere questo risultato entro dieci anni.
Secondo pilastro: Ci sono milioni e milioni di edifici in Italia e in tutta Europa: case, uffici, aziende, centri commerciali, impianti industriali che possono essere convertiti in centrali energetiche che raccolgono l’energia attorno ai propri edifici: il sole, il vento, il calore del sottosuolo. Ora abbiamo 91 milioni di costruzioni in tutta l’Unione Europea. Se proviamo ad immaginare cosa può voler dire convertire ognuna di queste costruzioni in una piccola centrale energetica, possiamo iniziare a capire l’enorme potenziale che si potrebbe ottenere. Ma tutto ciò deve essere basato sulla sostenibilità, non sulla speculazione.
Terzo pilastro: Abbiamo bisogno di raccogliere l’energia prodotta, perciò dobbiamo impegnarci in tutta la UE all’uso dell’idrogeno per stoccare le energie rinnovabili. Perché il sole non sempre splende, e il vento non sempre soffia. Sono energie a intermittenza. Perciò l’idrogeno come mezzo di stoccaggio ci permette di raccogliere queste energie e usarle per l’elettricità quando effettivamente ci servono.
Quarto pilastro: Questo è un punto estremamente interessante. Andremo ad utilizzare le stesse tecnologie su cui è basato Internet, le stesse identiche tecnologie in Italia e in Europa per realizzare una rete di distribuzione che lavora esattamente come Internet. Perciò ci saranno milioni di persone che producono la propria energia, l’energia “verde”, nei propri edifici e attorno ad essi. La immagazzineranno con l’idrogeno e l’energia che non usano, l’energia in surplus, può essere condivisa attraverso una rete di distribuzione intelligente. Si può condividere l’energia con milioni di altre persone. Perciò, proprio perché le nuove generazioni stanno crescendo con l’idea di poter condividere i propri archivi digitali attraverso internet, possiamo dire a questa generazione: “Ora avete questa opportunità, questa responsabilità, di produrre energia nei vostri edifici, nelle vostre case, nei vostri luoghi di ritrovo, di raccoglierla attraverso l’idrogeno come se salvaste i vostri media digitali, dopodiché condividere quella che non vi serve”.
Quinto pilastro: I primi veicoli elettrici sono comparsi quest’anno. I primi veicoli a idrogeno usciranno nei prossimi due anni. E le persone saranno in grado di "disconnettere" le proprie auto, camion, autobus per poi connetterli alla rete di distribuzione del Paese per prelevare elettricità oppure restituirla alla rete.
Questi sono i 5 pilastri della Terza Rivoluzione Industriale. Questa energia è per le persone. E’ un nuovo capitolo per la razza umana. Perciò la capacità di produrre la propria energia, di raccoglierla e di condividerla attraverso il Paese, apre a una nuova era di sostenibilità. L’Italia potrebbe fare da apripista. Sapete, ho sempre creduto che l’Italia avrebbe dovuto essere la guida verso la Terza Rivoluzione Industriale: l’Italia è l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili, perché è una penisola, con un enorme quantitativo di irraggiamento solare, vento al largo delle coste, fonti geotermiche e idriche ovunque.
Perciò la mia speranza a questo Five-Star Woodstock Festival è che abbiamo avuto la possibilità di vedere cosa c’è di sbagliato nel mondo ma, allo stesso tempo, di capire come renderlo migliore. Di come possiamo voltare pagina se vogliamo portare avanti la storia umana e cominciare a prenderci le nostre responsabilità per la cura del pianeta, per cogliere opportunità che ancora non si conoscono, e per godere di questa splendida esperienza chiamata vita sulla Terra.
Se abbiamo avuto la possibilità di cominciare questa discussione oggi, per poi riproporla in tutta Italia e in tutta Europa, questo sarà un grande servizio che noi porgiamo al futuro del genere umano."