Se Mattarella diventa Capo dello Stato
Giudice palermitano 73enne, piace al Pd e alla sinistra e anche il M5S ci starebbe facendo un pensierino
Sergio Mattarella, palermitano 73 anni, vedovo, tre figli, è il democrat in pole position per salire al Quirinale. È il suo il nome che Matteo Renzi e l’intero Pd farà al quarto scrutinio di domani, quando basteranno 505 voti per essere eletti (e quei voti, sulla carta, ci sono tutti). Un nome che ricompatta il Pd perché piace anche alla minoranza bersaniana.
Ecco cosa dice Davide Zoggia, braccio destro dell’ex segretario: "Il nome di Sergio Mattarella è assolutamente positivo e su di lui credo si possa costruire l’unità del Pd. Se regge tutto in queste ore - ha aggiunto - credo sia una scelta di grande valore e anche una scelta molto importante di chiarimento anche nel rapporto con Silvio Berlusconi. Credo siano legittime le rivendicazioni che ognuno ha, ma che anche Fi debba guardare all’autorità di una persona di altissimo profilo. Incrociamo le dita e tocchiamo ferro, sappiamo quanto siano difficili le prossime ore, ma Renzi mi è parso molto attento e determinato a raggiungere l’obiettivo".
Per Nichi Vendola, leader di Sel, "se dal Pd venisse la proposta Sergio Mattarella, la valuteremmo come fortemente positiva. La sua statura, la sua caratura democratica è quanto di più contrario possa esservi al Patto del Nazareno", ha detto parlando con i giornalisti alla Camera
Contrari a Mattarella quelli di Forza Italia, primo su tutti Silvio Berlusconi. "Mattarella non è un nome di nostro gradimento: non lo voterei io e nessuno del mio partito, è un problema ideologico e non personale", ha detto il deputato di Forza Italia e presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto. "Per usare una metafora calcistica, ieri si è fatta pretattica, oggi, dopo che si vedranno in tarda mattinata Renzi e Berlusconi, spero che si faranno le formazioni ufficiali e si giocherà la partita".
"La scelta di Mattarella penso sia una grande scelta. Rappresenta l’integrità, la pulizia, la parte migliore del Sud". Così al suo arrivo all’assemblea dei grandi elettori del Pd, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta. "Di un Sud - ha spiegato Crocetta - che ha pensato di riscattarsi e quindi una bella immagine sul piano internazionale, credo che sarebbe molto apprezzato anche a livello internazionale".
Ma chi è Mattarella nella vita privata? - Sergio Mattarella, è nato a Palermo il 23 luglio del 1941. Figlio di Bernardo, politico democristiano più volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana, Sergio Mattarella è vedovo dal 2012: era sposato con Marisa Chiazzese, sorella di Irma consorte del fratello Piersanti. Ha tre figli: Bernardo, Laura e Francesco. La sua casa a Palermo è in via Libertà nello stabile dove abitano anche i figli del fratello, proprio nello stesso viale elegante dove avvenne l’omicidio. Uno dei nipoti è Bernardo che è stato deputato regionale. Il primogenito di Sergio, Bernardo anche lui, è docente di diritto amministrativo. È capo dell’ufficio legislativo del ministero della Funzione Pubblica.
"Facciamo tutti il tifo per Sergio Mattarella, è una gran persona perbene. Sarebbe un ottimo presidente della Repubblica. Ne sono certo. Faccio da 25 anni il portiere in questo stabile dove abita da sempre e lo conosco bene".
Carmelo Chillemi è lo storico portiere dell'elegante condominio di via Libertà a Palermo dove il candidato del Pd al Quirinale vive, quando torna da Roma. "E' una bravissima persona - dice Chillemi all'Adnkronos - Sempre gentile e disponibile".
Come racconta il portiere, "le abitudini di Sergio Mattarella dopo la morte della moglie sono un po' cambiate, viene un po' meno a Palermo. E quando viene a Palermo va sempre al cimitero a rendere omaggio alla moglie. Erano molto legati. Una coppia molto affiatata. Per lui la morte della moglie è stato davvero un colpo durissimo". Nello stabile di via Libertà vivono anche i figli del fratello di Sergio Mattarella. "Viene e trovare spesso i nipoti - dice ancora - è una famiglia molto unita". Parlando del suo rapporto personale con Mattarella, il portiere Chillemi racconta: "Ormai ci parliamo con gli occhi, non è necessario parlare... Sappiamo gli umori di entrambi con uno sguardo". Ogni tanto Sergio Mattarella e il portiere parlano di calcio. "E' tifoso del Palermo calcio - dice - però anche nel calcio è molto riservato". Poi, tornando a parlare della candidatura di Mattarella da parte del Pd, Chillemi spiega: "Riesce a unire tutti, non solo quelli del Pd. Anche in questo condominio ci sono persone che non sono vicine al Pd e che invece lo voterebbero. Perché tifano per la persona, una degnissima persona, molto precisa in ogni sua esternazione. Sempre equilibrato. Insomma, facciamo tutti il tifo per lui. Anche quelli da cui non me lo aspettavo".
La vita pubblica di Sergio Mattarella - Più volte ministro, deputato per quindici anni, oggi è giudice costituzionale. In politica da sempre, Mattarella in gioventù milita tra le file della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica e della Fuci, poi diventa docente di Diritto parlamentare all’Università di Palermo. Deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, e più volte ministro, dal 2011 è giudice costituzionale di nomina parlamentare. Tutti lo conosco per la legge che il politologo Giovanni Sartori ha ribattezzato "Mattarellum". Nella XII Legislatura, Mattarella è infatti relatore della legge di riforma elettorale della Camera e del Senato che, recependo l’esito del referendum del 1993, introduceva una preponderante componente maggioritaria. Vicino per tradizione familiare alla corrente morotea della Democrazia Cristiana, dopo la morte del padre nel 1968 e l’assassinio del fratello, alle elezioni politiche del 1983 viene eletto alla Camera nella circoscrizione della Sicilia Occidentale.
Rieletto deputato nel 1987 si mantiene vicino alle correnti di sinistra del partito ed in particolare al segretario politico Ciriaco De Mita. Nello stesso anno è nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Goria e confermato nell’incarico l’anno successivo nel governo De Mita. Nel 1989, con la formazione del governo Andreotti VI diventa ministro della Pubblica Istruzione. Si dimette dall’incarico il 27 luglio 1990, insieme ad altri ministri della corrente di sinistra della DC, per protestare contro l’approvazione della legge Mammì di riassetto del sistema radiotelevisivo che avrebbe legittimato la posizione dominante del gruppo televisivo di Silvio Berlusconi. Privo di incarichi di governo, è rieletto alla Camera nel 1992 e nello stesso anno gli viene affidata la direzione del quotidiano della Democrazia Cristiana Il Popolo.
Mai sfiorato dalle inchieste su Tangentopoli, Mattarella è uno dei protagonisti del rinnovamento della DC che avrebbe condotto nel gennaio 1994 alla fondazione del Partito Popolare Italiano. Nel 1995, al culmine dello scontro interno al Ppi, apostrofa l’allora segretario Rocco Buttiglione, che cercava l’alleanza con la destra, "el general golpista Roquito Butillone..." e definisce "un incubo irrazionale" l’ipotesi che Forza Italia potesse essere accolta nel Partito Popolare Europeo. Nel 1996, con l’affermazione elettorale de L’Ulivo, è di nuovo deputato e viene eletto capogruppo dei popolari alla Camera. Durante il governo D’Alema I assume la carica di vicepresidente del Consiglio, mentre nei successivi Governo D’Alema II e Governo Amato II è Ministro della Difesa. Già nel 2013 il suo nome era stato proposto dall’ex segretario Pier Luigi Bersani come candidato alla presidenza della Repubblica.