Se nel febbraio scorso, fuori dallo stadio Massimino di Catania, non fosse accaduta la vergogna che invece è avvenuta...
La persona che per tanti mesi abbiamo conosciuto con le iniziali A.S., accusato di aver provocato la morte dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, durante gli scontri avvenuti a Catania per il derby con il Palermo lo scorso febbraio, il 5 luglio, il giorno del suo diciottesimo compleanno, è diventato Antonino Speziale, un ragazzone dalla faccia preoccupata che dovrà ancora rimanere in carcere per l'accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, che lui stesso ha ammesso davanti ai giudici.
''Sto male a stare tutto questo tempo in carcere ed ho capito lo sbaglio che ho fatto'', ha affermato Antonino Speziale, facendo spontanee dichiarazioni al Tribunale per i minorenni di Catania, dove giovedì scorso si è celebrato l'inizio del processo. Speziale ha ''ringraziato gli operatori del carcere'' con i quali, ha aggiunto, di avere ''un buon rapporto''. ''Alla luce di tutto quello che ho passato - ha detto - ho capito che ho sbagliato e non tornerò mai più allo stadio perché non si può rovinare una vita per una partita di calcio''.
Il giovane si è detto dispiaciuto d'aver deluso i suoi genitori e si è detto pentito per tutto il dolore causato.
Due giorni dopo l'inizio del processo, Speziale ancora davanti ai giudici del tribunale per i minorenni di Catania, ha ricostruito l'aggressione di cui è reo confesso dichiarando: ''Il mio obiettivo non era la polizia, ma erano i palermitani che odiavo perché mi avevano aggredito nello stadio a Palermo''. Il giovane ha confermato anche di avere preso un sottolavello in lamiera in mano e di averlo lanciato, ma ha negato di avere colpito esponenti delle forze dell'ordine. ''Prima della fine del primo tempo del derby con il Palermo del 2 febbraio scorso - ha ricostruito Speziale - sono sceso dalla curva nord del Massimino per andare a 'prendere' i tifosi del Palermo, ma sono stato respinto dalla polizia e ho ricevuto anche un colpo di manganello. Poco dopo l'inizio del secondo tempo sono nuovamente sceso e ho preso da terra il sottolavello che volevo usare contro i palermitani che erano il mio obiettivo''.
La sentenza del processo per resistenza aggravata a pubblico ufficiale potrebbe essere emessa venerdì prossimo, il Tribunale per i minorenni di Catania ha chiuso infatti la fase istruttoria del procedimento e rinviato l'udienza al 20 luglio prossimo per le discussioni finali e poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio.
Durante la stessa udienza i giudici decideranno sulla nuova richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dello studio Lipera che assistono Speziale, chiedendo che all'imputato, detenuto da oltre cinque mesi, venga concessa la permanenza a casa, termine con il quale per i minorenni tecnicamente si indicano gli arresti domiciliari.