Se si sciogle l'Ars
Contestate 80 norme della legge di stabilità: un buco di circa 900 milioni di euro e solo quattro giorni per evitare lo scioglimento
Assemblea regionale siciliana a rischio scioglimento. E' questa la minaccia che pende sull'Ars dopo che il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, ha impugnato ben 82 norme della legge di stabilità, contenuti negli articoli 1, 6, 8 e 11, approvata nei giorni scorsi (LEGGI).
Cassata l'architrave del bilancio, a questo punto l'Ars è costretta a rimettere mano alla finanziaria. Il Parlamento ha solo quattro giorni per varare un nuova legge, altrimenti sarà commissariato dallo Stato. Le norme impugnate creano un buco di circa 900 milioni di euro.
L'Assemblea potrebbe, e dovrebbe, riunirsi al più presto: il 30 aprile infatti scade l'esercizio provvisorio, cui il governo ha fatto ricorso per quattro mesi (limite previsto per Statuto) in attesa di varare la legge di stabilità.
Le norme impugnate che mettono a rischio l'intero bilancio sono quelle che prevedono accantonamenti negativi per 192 milioni di euro, che il governo ha previsto di coprire con le entrate derivanti dalla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare pubblico e in minima parte dalla vendita dei biglietti d'ingresso in parchi e riserve. La scure del commissario è caduta anche sulla posta negativo per 343 milioni, fondi che l'esecutivo Lombardo prevede di recuperare dalla trattativa col governo centrale sul federalismo fiscale. In particolare si tratta di somme a copertura di una parte della spesa sanitaria, risorse attinte dai fondi Fas, il cui utilizzo temporaneo è stato autorizzato dallo Stato. Disco rosso anche per la norma che autorizza l'accensione di un mutuo di 558 milioni.
Sull'argomento sembrano tranquilli sia il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, sia l'assessore per l'Economia, Gaetano Armao. "L'impugnativa del Commissario dello Stato è la inevitabile conseguenza di un modo di procedere dell'Assemblea Regionale privo di armonia". "Avevamo presentato una finanziaria organica, ma si è preferito procedere - hanno aggiunto - in un modo che possiamo definire alluvionale. Le proposte formulate dal governo, nelle sue numerose formulazioni, erano sempre dentro una visione del contesto economico e finanziario regionale in grado di coniugare rigore e sviluppo". "L'accelerazione verificatasi nella notte finale e le spinte da parte, purtroppo, di più di un deputato di tutti i gruppi, nessun escluso, hanno prodotto uno stravolgimento non solo di singole norme, ma soprattutto della coerenza del testo della finanziaria che teneva in conto anche delle proposte positive giunte dai gruppi parlamentari".
Comunque, per scongiurare lo scioglimento dell'Ars, il governo Lombardo si è messo subito a lavoro assieme ai funzionari della Presidenza dell'Ars per un exit strategy.
Già nella seduta di oggi, l'Assemblea dovrebbe approvare l'ordine del giorno con cui viene autorizzata la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della legge di stabilità senza le parti impugnate. Allo stesso tempo, l'aula esaminerà un apposito disegno di legge su cui sta lavorando il governo per agganciare il mutuo da 558 milioni (è una delle norme impugnate dal commissario dello Stato) ai singoli capitoli del bilancio per finanziare investimenti e non generici provvedimenti coerenti, come c'è scritto nel comma impugnato.
In un altro disegno di legge sempre d'iniziativa governativa, invece, saranno inserite "disposizioni correttive finanziarie e contabili", mentre alcune delle norme bocciate dal commissario faranno parte di un ulteriore ddl che probabilmente sarà discusso nelle prossime settimane. In totale, il governo in poche ore deve recuperare circa 900 milioni di euro, compreso la quota d'indebitamento.
E Cascio "boccia" il governo su tutta la linea - "Un disastro". Il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, non ha usato mezzi termini nel commentare l'impugnativa della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato. "Peggio di così non poteva andare - ha detto al termine della seduta di ieri, conversando con i cronisti presenti a Palazzo dei Normanni -, adesso dobbiamo trovare la copertura finanziaria a una serie di spese". Secondo Cascio "al di là delle porcate avvenute la notte dell'approvazione della Finanziaria, bisogna registrare il fatto che le proposte legislative del governo sono state interamente bocciate dal Commissario dello Stato". Un elemento che porta Cascio a chiedersi "di cosa abbiano parlato il governo e il Commissario nei loro incontri antecedenti all'approvazione della manovra". Secca la replica a Lombardo e Armao, che hanno accusato i deputati di aver stravolto il testo originario causando, indirettamente, la bocciatura di Aronica: "Hanno perso un'occasione per tacere".
Poi Cascio ha indicato quale sarà la via d'uscita per evitare il commissariamento della Regione e lo scioglimento dell'Ars: "Verrà approvato un Ordine del giorno per la promulgazione delle norme non impugnate, poi si faranno due nuovi provvedimenti per recuperare i 558 milioni di euro di mutuo e i 192 milioni dell'accantonamento negativo. Per il mutuo verranno individuate le voci di spesa, mentre gli accantonamenti negativi si trasformeranno in veri e propri tagli". Un meccanismo che farà scendere i fondi della ex tabella H da 45 a 33 milioni di euro. Scure anche sul Fondo per le autonomie locali, destinato ai Comuni: perderà i 75 milioni di euro inizialmente previsti come accantonamenti negativi.
Un'ultima battuta, Cascio l'ha riservata al dibattito svoltosi in mattinata sulle dichiarazioni di Lombardo in merito alla propria vicenda giudiziaria (LEGGI): "L'ho concesso soltanto perché è stato lo stesso Lombardo a chiederlo, ma personalmente non l'avrei fatto svolgere. A cosa è servito? A nulla…".
Le parole di Cascio non sono piaciute a Raffaele e le ha definite "inopportune". "Le dichiarazioni del Presidente Cascio sono inopportune ed istituzionalmente scorrette, sia nella forma che nel merito. Inopportune perché il presidente dell'Assemblea dovrebbe sapere, anche informandosi con i suoi vice se necessario, che le uniche misure qualificanti della finanziaria, quali i tagli alla spesa pubblica, le norme per lo sviluppo e quelle per la semplificazione amministrativa, sono iniziative esclusivamente del Governo". "Le parole di Cascio appaiono, poi, istituzionalmente scorrette perché tracimano il ruolo di garanzia ed imparzialità, che dovrebbe essere proprio del Presidente dell'Assemblea, dimostrando come Cascio non abbia mai avuto la serenità per guidare il Parlamento, con il risultato che oggi è sotto gli occhi di tutti". "Quanto ai toni utilizzati, non intendo inseguire il Presidente dell'Ars sul terreno della caduta di stile, laddove sarebbe facile ricordargli responsabilità e protagonisti delle 'porcate' come lui stesso le ha definite, figlie di quanti criticavano sui giornali la finanziaria, ma trattavano nell'ombra tabelle e provvedimenti di spesa incontrollata. Sarebbe infatti superfluo ricordare a Cascio, che pure lo dovrebbe ben sapere, che il bilancio non è un atto tipico del Governo, ma l'atto di maggiore responsabilità che attiene alla competenza esclusiva e finale dell'Assemblea. Sull'opposizione di Cascio ad un eventuale commissariamento si può leggere la totale difformità con la quale interpretiamo i rispettivi ruoli: io pronto a dimettermi domani senza essere mai stato neanche rinviato a giudizio per rispetto della Sicilia e dei siciliani, lui disposto a qualsiasi mediazione e qualsiasi incoerenza pur di non perdere un solo giorno della sua dorata presidenza".
[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, GdS.it]
- Il testo integrale dell'impugnativa