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Se si tagliano i viveri alla Sanità...

Medici e sindacati sul piede di guerra contro i tagli annunciati nella manovra finaziaria

25 luglio 2008

Le misure introdotte nella manovra finaziaria riguardanti la Sanità preoccupano medici e sindacati, che si sono detti pronti a dare battaglia già da settembre.
Tagli ai posti letto negli ospedali, diminuzione degli organici, blocco del turn-over e nessun futuro per 12mila precari che lavorano nelle strutture ospedaliere. E tagli, ovviamente, ai fondi destinati alla sanità, perché il Patto per la salute, sottoscritto con le Regioni, è stato ridimensionato.
Come se tutto ciò non bastasse il governo ha revocato il decreto votato dall'esecutivo Prodi che estendeva i "Livelli essenziali di assistenza" (Lea) a nuovi servizi e categorie: dal dentista per gli indigenti alla fornitura di apparecchi per la mobilità, al parto indolore. Il decreto garantiva anche una maggiore assistenza ai malati cronici, a cominciare dall'Alzheimer; forniva gli apparecchi a chi non riesce più a parlare e a sentire; riconosceva 109 malattie rare, ampliava i servizi di protesi con l'introduzione di nuovi ausili informatici e rafforzava l'assistenza a domicilio ai malati terminali. Infine prevedeva il vaccino gratuito contro il papilloma virus, causa del cancro all'utero.

Tutto sospeso perché la copertura finanziaria per quel decreto non c'era. Questa la risposta del governo. Risposta, in un certo senso, appoggiata dalla Corte dei Conti che aveva sollevato alcuni dubbi. "Ma si poteva discutere - ha preso posizione la Cgil - anche perché proprio sulla copertura era stato concordato un piano con le Regioni. Alcune prestazioni sarebbero passate dall'ospedale al day hospital, e alcune oggi prerogativa dei day hospital, agli ambulatori". Da quel risparmio sarebbe arrivati i soldi per allargare le prestazioni, che invece ora il governo ha cancellato.
"Il decreto del governo Prodi era un atto puramente elettorale", ha detto il ministro del Welfare e della Sanità), Maurizio Sacconi. "Le prestazioni - ha aggiunto - verranno reintrodotte, ci sta lavorando il sottosegretario Fazio". Oggi però "non c'erano gli 800 milioni necessari a finanziare gli interventi".
Ma la Cgil non è convinta dalle parole del ministro Sacconi: "Intanto il decreto è stato cancellato. Verrà ripristinato? Ma quando? A babbo morto. Il problema è che questa Finanziaria non incide sugli sprechi e il malaffare che sono da ricercare nel rapporto tra strutture pubbliche e private". Anche per l'ex ministro Livia Turco "le risorse c'erano, e sono state stralciate dal governo".

La battaglia vede unite tutte le sigle sindacali. "Prendiamo atto che la legislazione ci è ostile - ha dichiara l'Anaao (medici ospedalieri) - e che le scelte fatte avranno come conseguenza un servizio sanitario più povero con professionisti demotivati. Ma le ricadute ci saranno soprattutto sui cittadini". I medici ospedalieri sono già sul piede di guerra: a ottobre hanno annunciato uno sciopero di tre giorni. Replica Sacconi: "La protesta fa parte di una logica vetero-sindacale". E nel "Libro verde" che presenterà oggi scrive: "Non c'è alcuna intenzione di smantellare il sistema del welfare né di tagliare la spesa sociale". [Repubblica.it - Articolo di Barbara Ardù]

Intanto la Sanità Siciliana... -
"La spesa farmaceutica in Sicilia aveva raggiunto, prima dell'adozione del piano di rientro, livelli superiori alle percentuali indicate dalla normativa nazionale [...] I provvedimenti adottati, ticket, uso dei generici, distribuzione diretta farmaci ad alto costo, hanno già prodotto una riduzione del 3% della spesa farmaceutica complessiva anche se bisogna porre particolare attenzione alla spesa relativa alla farmaceutica ospedaliera non facilmente comprimibile se non a scapito della qualità dell'assistenza".
E' quanto ha riferito nei giorni scorsi l'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo durante un suo intervento all'Assemblea regionale siciliana.
"Sulla base del consuntivo 2007, la spesa farmaceutica convenzionata e ospedaliera - ha continuato l'assessore - ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, pari al 17,31% della spesa sanitaria complessiva e al 19% circa del fondo sanitario regionale. Gli interventi in corso di attuazione e in via di definizione (tra gli altri l'implementazione dei controlli sugli esenti ticket, integrazione del sistema di rilevazione dei dati delle prescrizioni, definizione di percorsi diagnostico-terapeutici) hanno consentito il raggiungimento del tetto di spesa programmato dal piano mentre siamo nelle condizioni di potere conseguire l'ulteriore obbiettivo posto dalla finanziaria del 2007 del 16,4 % del fondo sanitario".

Per quanto riguarda la specialistica convenzionata esterna comprende "le branche a visita, radiologia, laboratori di analisi, fisiokinesiterapia, emodialisi - ha aggiunto Russo - che nel 2007 hanno inciso sulla complessiva spesa il 6% circa avendo fatturato le 1556 strutture convenzionate quasi 520 milioni di euro. Le azioni previste dal Piano tendono ad una rideterminazione degli aggregati di spesa e dei relativi budget, con riduzione media del 10%, 11% e 12% rispetto al tetto di spesa fissato per il periodo 2004/06".
"E' in corso la trattativa con le categorie interessate relativamente alla determinazione degli aggregati e sono allo studio ulteriori interventi relativi alla riorganizzazione della rete dei laboratori e delle radiologie, tenuto conto della tecnologia in atto nelle strutture pubbliche, all'attivazione di controlli sull'appropriatezza prescrittiva, alla verifica degli esenti ticket e all'adeguamento delle tariffe a quelle nazionali"[La Siciliaweb.it]

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25 luglio 2008
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