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Se tra le priorità della politica non c'è la lotta alla mafia...

Il procuratore antimafia Piero Grasso attacca i partiti: "C'è bisogno di una rivolta morale contro l'inerzia vigliacca e l'affarismo equivoco".

11 maggio 2012

"La lotta alla mafia dovrebbe essere posta tra le priorità di qualsiasi partito al governo, ma spesso, purtroppo, non è così".
Nel ventennale delle stragi di Capaci e a pochi giorni dalle elezioni amministrative, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso lancia un appello ai partiti perché facciano la loro parte nella lotta alle infiltrazioni mafiose, senza indugi, e auspica un'azione di contrasto che abbia corsie preferenziali e voti unanimi.
"Una battaglia ancora poco condivisa ma che non fa sconti a nessuno, perché Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra si espandono nelle regioni del Nord secondo quella linea della Palma profetizzata da Sciascia", dice il procuratore rivolgendosi agli studenti presenti nell'aula magna della facoltà di Medicina di Palermo per l'ultimo incontro organizzato dalla Fondazione Falcone insieme a Confindustria Sicilia e all'ateneo del capoluogo. Una presa di posizione che diventa più netta quando invita tutti ad agire, attraverso "una rivolta morale contro quelle istituzioni che tolgono la libertà di pensiero e azione e favoriscono gli individualismi".
Ma il procuratore nazionale è duro anche "con quella classe dirigente che della propria discrezionalità ha fatto arbitrio, e che invece di servire le istituzioni se ne è servita per soddisfare la propria sete di guadagno e di potere, e che è grata se le è consentito rivendicare questo favore. Occorre una rivolta morale contro l'inerzia vigliacca e l'affarismo equivoco".

Un invito a dare segnali forti alla collettività condiviso da più parti, a partire dalla presidente della fondazione, Maria Falcone, che all'indomani della polemica sul mancato invito al presidente della regione Raffaele Lombardo per le manifestazioni del ventennale (LEGGI), ribadisce che il governatore "avrebbe fatto molto meglio a dimettersi anche per seguire i suoi problemi giudiziari". "Bisogna dare le risposte giuste alla società - dice - siamo stanchi di vedere inciuci vari".

Fa appello a un senso di responsabilità maggiore anche il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello che auspica "un patto tra tutte le realtà sociali e politiche, perchè anche i partiti possono erogare sanzioni sociali, come abbiamo fatto noi con il codice etico. Più direttamente, i partiti dovrebbero intervenire anche con l'espulsione nei confronti dei loro esponenti e iscritti che pur non avendo responsabilità penali rilevanti rafforzano con i loro comportamenti e le loro complicità la presenza mafiosa sul territorio".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

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11 maggio 2012
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