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Secessione, ma con Unità...

Il presidente siciliano Raffaele Lombardo spiega: "Provocavo chi ci chiama terroni, spreconi, incapaci"

29 ottobre 2010

"Chiederò al ministro per il Federalismo Umberto Bossi che questa secessione la faccia veramente una volta per tutte, ma in Sicilia. Ci mandi pure al diavolo: sono sicuro che, da indipendenti, ce la caveremo meglio che restando sotto la tutela di Roma". Sono queste le parole che il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo ha utilizzato in un'intervista pubblicata ieri dal Giornale.
Lombardo ha pure aggiunto: "Temo che il federalismo non si realizzerà affatto com'é stato pensato. E allora meglio che ciascuno vada per la propria strada". Quindi, visto che "lo stato italiano incassa 10 miliardi di euro di entrate fiscali derivanti dalla raffinazione del petrolio, ci lascino quello che è dei siciliani e noi siamo a posto".
Lombardo ha poi spiegato che "l'unità d'Italia non è stata un affare né per i veneti né per i siciliani né per nessuno. Quando sarà riscritta la storia d'Italia si vedrà che una mano al successo della mafia l'hanno data i garibaldini. Garibaldi portava in Sicilia un regno la cui capitale era molto lontana e la criminalità organizzata ha bisogno di questo: più distante è il sovrano o il presidente e meglio campa".

Le affermazioni del governatore siciliano sono parecchio piaciute all'europarlamentare della Lega Mario Borghezio: "Le reiterate dichiarazioni del governatore della Sicilia sembrano realizzare la lucida profezia del professor Miglio, e cioè che la dissoluzione del vecchio Stato centralista-unitario avverrà solo grazie alla duplice tanaglia del Nord e del Sud". "Per quanto riguarda il Sud - ha aggiunto -, si muoveranno in questo senso le regioni che, storicamente, hanno già saputo alzare coraggiosamente la bandiera della propria indipendenza: Sicilia e Sardegna. Di fatto, in Sicilia e in Sardegna soffia ora un bel vento indipendentista, cosicché si può affermare, per lo Stato centralista, 'la tua ora si avvicina...'".

Per il sindaco di Verona, Flavio Tosi, il presidente Lombardo "potrebbe essere uno dei nostri". "Se il popolo siciliano riscopre l'orgoglio delle proprie radici, le cose cominceranno a funzionare meglio - ha detto il sindaco leghista in un'intervista sempre al Giornale -. Veneti e siciliani hanno gli stessi obiettivi: onestà ed efficienza. Un popolo fiero si impegna di più a far funzionare le cose". "Se Lombardo vuole spezzare le logiche clientelari e ottenere il federalismo - ha aggiunto Tosi - sarà il nostro migliore alleato". Il primo cittadino veronese però individua degli ostacoli per il governatore siciliano: l"impopolarità" da un lato e "la mafia" dall'altro. In Sicilia, prosegue, "servirebbe una classe dirigente nuova, sganciata dalle vecchie logiche". Niente Carroccio al Sud però: c'é "un rischio troppo grande, che la mafia si infiltri anche nella Lega". "Questo - ha spiegato Tosi - ci si ritorcerebbe contro. E poi c'é l'MpA, è come se ci fossimo noi".

L'entusiasmo dei due esponenti leghisti non è stato però condiviso da tutti, ovviamente. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, ha detto: "L'unità nazionale è per il Pd non solo un valore costituzionale ma è un elemento essenziale della propria identità politica. E la nostra iniziativa è segnata da questo. Per questo sosteniamo il federalismo fondato sulla difesa dell'unità nazionale e sui principi di solidarietà e sussidiarietà e per questo è per noi è inaccettabile qualsiasi idea di secessione. Non possono esserci equivoci su questo punto e non si tratta di dettagli di poco conto. Si tratta al contrario di una questione politica di grande rilievo. Lombardo non governa da solo e da questo gli derivano responsabilità importanti. Insomma non può pensare di dire e fare solo quello che ritiene più utile e conveniente per sè o per il proprio partito. Se Lombardo confonde autonomia e secessione - ha concluso la Finocchiaro - è fuori strada. E il Pd non ha nessuna intenzione di farsi confinare nella subalternità".
"Mi spiace che la presidente Finocchiaro non abbia colto appieno il senso della provocazione quasi beffarda avanzata dal presidente Lombardo. Al bluff secessionista della Lega, Lombardo ha risposto con un 'vedo'. Da una parte perché egli è consapevole che una Sicilia autonoma e profondamente cambiata ha le carte in regola per giocare qualsiasi partita, e dall'altra perché tutti sappiamo bene che da questa unità nazionale ne ha guadagnato soprattutto il nord e spesso a scapito del Mezzogiorno" ha affermato il senatore Giovanni Pistorio, presidente del Gruppo Misto al Senato della Repubblica ed esponente del Movimento per le Autonomie. "Oggi, a 150 anni da una unificazione forzosa - ha concluso Pistorio - c'è dunque il dovere di ricostituire una vera unità nazionale fondata sui principi delle pari responsabilità e delle pari opportunità di tutti i territori del nostro paese".
Neanche il senatore Pd Enzo Bianco è stato disposto a raccogliere la "provocazione": "Al presidente Lombardo suggeriamo vivamente delle ripetizioni di storia, viste le strampalate ricostruzioni, tutte sue, sull'Unità d'Italia e sul ruolo di Garibaldi. Una versione della storia italiana di una leggerezza di cui nemmeno la Lega sarebbe capace. Partito a cui oggi Lombardo sembra allinearsi anche sulle farneticanti dichiarazioni di secessione 'alla siciliana'. Mi chiedo come fanno i miei amici del Pd all'Assemblea regionale, tanto rispettosi della storia e dell'Unità d'Italia, a sostenere chi ne dà una visione così demagogica e sorretta da un retroterra culturale come quello che emerge dalle affermazioni di Lombardo".
Per il vicepresidente del Senato, Domenico Nania, coordinatore regionale siciliano del Pdl, Lombardo è in delirio: "Alle dichiarazioni deliranti dello psichiatra Lombardo sulla secessione della Sicilia, si adatta una sola battuta: ognuno è il miglior medico di se stesso".

A questo punto il presidente Lombardo ha voluto spiegare le sue affermazioni scrivendo sul suo blog: "Non disconosco l'importanza dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Noi, a cominciare dalla visita del presidente Giorgio Napolitano, abbiamo ricordato e ricorderemo i 150 anni e lo sbarco dei Mille. Ci sono tante manifestazioni in programma per ricordare, anche criticamente, quegli avvenimenti". "In molti - ha scritto ancora lamentandosi - insistono sulla secessione come minaccia per liberarsi di questo peso morto rappresentato dal sud e dalla Sicilia: terroni, spreconi, incapaci, possibilmente dotati di un quoziente intellettivo più basso, tendenti a delinquere". "Ho risposto a questo continuo stillicidio di accuse e di critiche - ha chiarito - dicendo: ma andatene al diavolo voi, dateci questa benedetta secessione, così vediamo se da soli e senza il vostro aiuto non ce la caviamo meglio, senza questo governo centrale che va avanti scambiando qualche elemosina con una struttura clientelare e inefficiente delle nostre amministrazioni". "Se solo incassassimo - ha ribadito - le tasse per la raffinazione del petrolio, che ammontano a 10 miliardi, forse potremmo pagarci una ferrovia meno penosa di quella che abbiamo". "Qualcuno dei nostri conterranei si scandalizza di ciò, soprattutto quelli che, oggi o domani, - ha scritto infine - aspirano a godersi un qualche privilegio alla faccia dei siciliani e dei nostri figli che si devono sentire insultare a Milano o a Bruxelles".

Il segretario regionale siciliano del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, "tranquillizzato" dal post di Lombardo ha quindi detto: "Per il Pd il valore dell'autonomia deve essere coniugato con quello dell'unità nazionale che per quanto ci riguarda resta fondamentale. È necessario unire il Paese, favorendo lo sviluppo del Sud, e per questo oggi è più che mai necessario opporsi con forza e determinazione alla politica antimeridionalistica del governo Bossi-Berlusconi. Ha fatto bene Lombardo - ha aggiunto Lupo - a chiarire, nel suo blog e personalmente nell'incontro che ho avuto con lui questa mattina, che la sua battuta sulla secessione era solo una provocazione per rispondere all'arroganza della Lega".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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29 ottobre 2010
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