Secondo Ahmadinejad in Iran non esistono omosessuali, e quelli che ci sono muoiono sulla forca
In Iran si può essere condannati alla pena capitale, ed essere giustiziati, perché omosessuali. Meno di tre mesi fa, durante la visita negli Usa alla Columbia University (leggi), il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, aveva però affermato che: “gli omosessuali non sono perseguitati nel nostro Paese, perché non esistono”.
Già, i gay in Iran non esistono...
Makwan Moloudzadeh, 20 anni, è stato impiccato l'altro ieri con l'accusa di violenza sessuale su tre ragazzini quando aveva appena 13 anni. Meno di un mese fa pareva che la Corte suprema, dopo aver ratificato la condanna, avesse accettato di esaminare il caso, ma non è bastato per salvargli la vita, come non è bastata la sospensione dell'esecuzione decretata dalla magistratura e il ritiro della denuncia delle parti civili.
Makwan è salito sul patibolo martedì mattina nel carcere di Kermanshah, nell'ovest dell'Iran. Un'esecuzione frettolosa, secondo quanto ha scritto ieri il quotidiano Etemad Melli. La famiglia è stata avvertita un'ora dopo perché andasse a prelevare il corpo. E all'impiccagione non era presente nemmeno il suo avvocato.
Moloudzadeh era stato arrestato il primo ottobre 2006 a Paveh, nella provincia di Kermanshah. Dopo essere stato sottoposto a numerosi interrogatori, durante i quali aveva subito maltrattamenti, la Corte penale di Kermanshah lo ha processato e condannato a morte per “atti omosessuali”, ha riferito Amnesty International. Nonostante la legge iraniana preveda che gli atti omosessuali commessi da minori di età non superiore a 14 anni e mezzo debbano essere puniti con la fustigazione, il giudice ha esercitato il proprio potere discrezionale stabilendo che Moloudzadeh, che aveva raggiunto la pubertà all'epoca del reato, dovesse essere condannato a morte come un adulto.
La sodomia è uno dei reati per i quali nella Repubblica islamica è prevista la pena di morte. La legge è ambigua, poiché non vi è discriminante tra la violenza carnale e gli atti consensuali. Diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani, tuttavia, come Human Rights Watch, che ha reso noto il caso di Makwan, hanno denunciato le esecuzioni di giovani condannati solo perché omosessuali. La condanna a morte, inoltre, è applicata in Iran anche nei confronti di minorenni, o di persone che erano minorenni all'epoca dei reati contestati. E questo è il caso di Makwan.
''Quella di Moloudzadeh - ha sottolineato Amnesty International - è stata la sesta esecuzione di un minorenne al momento del reato dall'inizio dell'anno in Iran''. "L'uso della pena di morte in Iran ha raggiunto livelli aberranti: tra le persone già messe a morte o a rischio di esecuzione quest'anno vi sono omosessuali, adulteri, prigionieri di coscienza, giornalisti. L'Iran è il paese che dal 1990 ha assassinato il maggior numero di minorenni all'epoca del reato, 28 in totale, in violazione del diritto internazionale che impedisce queste esecuzioni” ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty.
E un forte grido di denuncia arriva anche dal ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini. “Apprendo con dolore e indignazione dell'esecuzione, in carcere, di Makwan Moloudzadeh, colpevole di aver amato e avuto rapporti sessuali con un ragazzo”. Per il ministro si tratta di un “dramma assurdo che attiene al grande tema dei diritti umani verso i quali non sono permesse distrazioni e relativismi”.