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Secondo caso italiano (già risolto) di influenza A/H1N1

Fino ad ora sono stati solo due i casi accertati in Italia. In Canada un uomo ha trasmesso il virus ai suini

04 maggio 2009

In Italia si è registrato il secondo caso di nuova influenza umana, dopo quello a Massa su un 50enne: il paziente sul quale è stato riscontrato il virus A/H1N1 è un ragazzo di 25 anni, tornato dal Messico e già guarito. Il giovane è stato curato dall'Istituto Spallanzani di Roma ma non è mai stato sottoposto a ricovero. La sua compagna, secondo quanto si apprende, è stata trattata in via precauzionale con antivirali.
"Il giovane - conferma il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali - è stato trattato con antivirali, sta bene, e si trova attualmente in isolamento domiciliare con la sua compagna, anche lei sottoposta a profilassi". "Il nuovo caso di influenza A/H1N1 - sottolinea in una nota il ministero -, non cambia lo scenario illustrato sabato dal ministro Sacconi e dal sottosegretario Ferruccio Fazio. L'aumento dei casi in Italia era infatti previsto ma ciò non desta particolare preoccupazione sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera di quella determinata dal virus dell'influenza stagionale, sia perché l'Italia dispone di scorte sufficienti di farmaci indicati per il trattamento di questa infezione nonché di Centri di riferimento di eccellenza per il ricovero e il trattamento delle persone affette". Il Ministero ricorda inoltre che sono già state assunte tutte le misure preventive necessarie per limitare la diffusione del virus nel nostro Paese.

Sempre in via precauzionale il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, ha emanato una direttiva: Tutti gli studenti italiani che facciano ritorno da viaggi in zone a rischio per l'influenza A/H1N1 o che siano stati a stretto contatto con casi confermati non saranno ammessi a scuola e dovranno restare a casa, dove saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria per sette giorni "anche qualora non presentino alcun sintomo di influenza".

Nel frattempo l'Organizzazione mondiale della Sanità ha annunciato che i propri laboratori hanno confermato 787 i nuovi casi di contagio. Diciassette i Paesi coinvolti e diciannove i casi letali, tutti in Messico. Secondo i dati dell'Oms, 506 persone sono state contagiate in Messico e 160 negli Stati Uniti, dove però si conta un solo decesso, quello di un bambino messicano. Infezioni, senza vittime, anche in Austria (1), Canada (70), Hong Kong (1), Costa Rica (1), Danimarca (1), Francia (2), Germania (6), Irlanda (1), Israele (3), Olanda (1), Nuova Zelanda (4), Corea del Sud (1), Spagna (13), Svizzera (1) e Gran Bretagna (15).
Da vari giorni l'Oms ha reso noto che il virus si trasmette da uomo a uomo e nessun caso è stato finora confermato in Egitto, dove la decisione del governo del Cairo di abbattere tutti i capi suini del Paese ha fatto scoppiare violenti scontri fra allevatori di maiali e poliziotti. Gli allevatori esasperati hanno reagito con violenza all'arrivo di poliziotti venuti a prelevare i loro maiali per abbatterli.

Dal Canada intanto arriva il primo caso di contagio dell'influenza da uomo a suino. Un allevatore della provincia di Alberta ha infettato circa 200 suini risultati positivi al virus dell'influenza A/H1N1. La notizia è stata riportata dall'emittente canadese Cbs sulla base di informazioni fornite da un funzionario della Canadian Food Inspection Agency (CFIA). L'allevatore era tornato dal Messico lo scorso 12 aprile e aveva lavorato per due giorni nella fattoria. Si tratta del primo caso accertato di "salto di specie" di ritorno: da suino all'uomo e da quest'ultimo nuovamente ai maiali. L'uomo intanto è stato ricoverato e sottoposto a cure ed è in via di guarigione, così come i maiali, mentre l'intera fattoria è stata messa in quarantena. Al momento, fanno sapere dalla Cfia, il rischio che questi maiali possano trasferire il virus a altre persone è remota.

Quarantena volontaria per una coppia di Palermo - Tornata dal Messico martedì scorso, una coppia di palermitani ha deciso per precauzione una quarantena volontaria per una decina di giorni. Marito e moglie, lui pensionato, in aereo hanno ricevuto un foglio che consigliava ai passeggeri di avvertire le autorità sanitarie qualora avvertissero sintomi. Ma la coppia sta bene e non hanno sintomi, dicono, neanche i sette amici che hanno viaggiato con loro. "Vogliamo essere sicuri di non aver contratto il virus - hanno detto - e per questo ci siamo barricati in casa. Per ora non incontreremo i nostri figli. Quanto alla spesa, ce la lasciano in ascensore. Ma trovo strano che nessuno, finora, ci abbia chiesto di sottoporci ad accertamenti clinici".
La coppia è rimasta in Messico dal 15 aprile a martedì scorso e ricorda che al ritorno, sul treno dall'aeroporto per Palermo, gli altri passeggeri hanno abbandonato la carrozza quando hanno capito che i due arrivavano dal Messico.

[Informazioni tratte da Corriere.it, La Siciliaweb.it]

- "La rabbia del paziente zero italiano" di J. Meletti

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04 maggio 2009
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