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Secondo i pm di Palermo i piloti dell'Atr 72 della Tuninter potevano evitare la tragedia

I piloti non avrebbero seguito le istruzioni riportate nel manuale di bordo

02 maggio 2006

A quasi un anno dal disastro aereo di Palermo, in cui morirono 16 persone, le indagini rivelano che si trattò di errore umano e non di un problema tecnico. Se il pilota e il copilota avessero seguito le istruzioni riportate nel manuale di bordo l'Atr 72 della Tuninter, in volo da Bari a Djerba e precipitato in mare a 12 miglia a nord di Capo Gallo il 6 agosto di un anno fa, sarebbe potuto atterrare nell'aeroporto di Punta Raisi, anche se il carburante era meno di quello segnato nell'indicatore. Invece non l'avrebbero fatto: l'impatto con l'acqua causò la morte di 16 persone, 23 i superstiti.
L'ipotesi emerge dall'inchiesta della procura di Palermo sulla tragedia aerea, che vede indagati, fra gli altri, il pilota, Chefik Gharbi, e il copilota Alì Kebair.
Ipotesi che aggraverebbe la posizione dei due, indagati subito dopo la tragedia per omicidio colposo e disastro plurimo colposo. I pm Marzia Sabella e Emanuele Ravaglioli hanno acquisito in questi mesi decine di documenti, che hanno formato voluminosi faldoni in cui sono racchiusi gli elementi di prova prodotti dagli investigatori. Nonostante sull'Atr 72 ammarato fosse stato installato un indicatore di carburante adatto solo per il più piccolo Atr 42, pare che l'aereo potesse procedere senza problemi e atterrare a Palermo.

La diversità di apparecchiatura installata, secondo quanto emerge dall'indagine, non sarebbe la causa diretta del disastro. Lo strumento utilizzato, basandosi su una diversa logica di sistema, indicava una quantità di carburante di gran lunga superiore a quella effettivamente presente nei serbatoi del velivolo, ma tutto ciò non avrebbe portato all'ammaraggio.
Nonostante l'errore dell'indicatore, infatti, l'aereo avrebbe permesso di portare a terra i passeggeri: bastava seguire il manuale, trovato a bordo dalla polizia, che prevede anche il verificarsi di queste condizioni, e che fornisce le procedure per poter atterrare.
Gli investigatori ritengono che i piloti non abbiano utilizzato il manuale. Dalle scatole nere, infatti, non emerge alcuna conversazione fra pilota e copilota che fa riferimento al manuale o alle procedure di emergenza che avrebbero dovuto eseguire, secondo quanto previsto per l'Atr 72.
Vista le modalità di conduzione del velivolo e dell'ammaraggio, vengono considerate nell'inchiesta anche le ipotesi di abbandono di comando. Infatti, nonostante il forte impatto, che ha schiacciato la cabina di comando, i due piloti sono rimasti illesi. I passeggeri che erano seduti nei primi posti sono invece tutti morti a causa dello schianto sull'acqua.

Dopo una lunga interdizione imposta alla Tuninter a volare nei cieli italiani, decisa dall'Enac in seguito ai risultati dell'inchiesta di Palermo, nei mesi scorsi l'Ente nazionale per l'aviazione civile aveva revocato il provvedimento, dando alla compagnia tunisina il permesso di riprendere i voli sul nostro territorio.

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02 maggio 2006
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