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Secondo l'Osservatorio Fortress Europe i migrandi clandestini morti nel 2007 sono stati in tutto 1.861

09 gennaio 2008

Non si ferma mai la strage di migranti e rifugiati alle porte della Fortezza Europa. Solo a dicembre scorso sono stati 243 i morti, 1.861 in tutto il 2007. Almeno 11.750 le vittime dal 1988.
I dati sono contenuti nell'ultimo rapporto dell'Osservatorio Fortress Europe, il cui fondatore, Gabriele Del Grande, è autore del libro "Mamadou va a morire. La strage dei clandestini nel Mediterraneo" (Infinito edizioni, 2007, € 14).
Quello di dicembre è stato uno dei mesi con più vittime: 120 nel mar Egeo, 96 sulle rotte per le Canarie, 17 lungo le coste algerine, e 10 al largo dell'isola francese di Mayotte, nell'Oceano Indiano.
Esaminando il numero delle vittime nel Mediterraneo e nell'Atlantico, i morti del 2007 sono 1.684, contro i 1.625 dello scorso anno. Il che indica un netto aumento delle vittime, dato che gli arrivi sono sensibilmente diminuiti in tutta la frontiera sud - con l'eccezione di Malta, Cipro e Grecia - a causa dei respingimenti in mare dell'agenzia comunitaria Frontex, e degli arresti dei migranti in tutto il Nord Africa.

I morti al largo delle Canarie sono passati dai 1.035 del 2007 ai 745 del 2007, ma a fronte di un calo degli arrivi del 75%. Nel Canale di Sicilia le vittime censite da Fortress Europe sono 551 contro le 302 dello scorso anno e con una diminuzione degli arrivi del 20%. Disastrosa la situazione dell'Egeo: 257 morti censiti, contro i 73 del 2006, anche con un raddoppio del numero di migranti sbarcati sulle coste della Grecia.
Ad ogni modo, attraverso le rotte di tutto il Mediterraneo e dell'Atlantico, nel corso del 2007 sono arrivate in Europa meno di 50.000 persone, ovvero meno di un terzo dei 170.000 immigrati che solo il Governo italiano ha richiesto per soddisfare il proprio fabbisogno di manodopera straniera con il decreto flussi del 2007, attraverso i recenti click days.

Dal 1994, secondo Fortress Europe, nel Canale di Sicilia sono morte almeno 2.481 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia (da Zuwarah, Tripoli e Misratah) e dalla Tunisia (da Sousse, Chebba e Mahdia) all'isola di Malta, alle isola di Pantelleria e Lampedusa e alla costa sud della Sicilia, ma anche dall'Egitto e dalla Turchia alla Calabria. Più della metà (1.522) sono disperse. Almeno altri 64 giovani sono annegati navigando dall'Algeria (Annaba) alla Sardegna.
La maggior parte dei viaggi per Lampedusa hanno origine in Libia. E l'Italia ha firmato, lo scorso 29 dicembre, un accordo di pattugliamento congiunto con la Libia. I migranti intercettati, d'ora in avanti saranno respinti nei porti libici. Il 10 maggio 2005 la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva dichiarato illegali le deportazioni collettive da Lampedusa verso la Libia. Ma dal momento che i pattugliamenti si faranno nelle acque libiche, tecnicamente non si tratterà di deportazioni.
Sulle condizioni degradanti di detenzione dei migranti in Libia, si ricorda nel rapporto, pendono le accuse di Human Rights Watch, Amnesty International e Fortress Europe, che accusano le autorità libiche di aver abbandonato in pieno deserto, alla frontiera sud del Paese, decine di migliaia di migranti.
Nel 2006, il 60% delle circa 10.000 richieste d'asilo presentate all'Italia, proveniva da migranti sbarcati sulle coste siciliane. Al contrario, attraverso gli sbarchi aveva fatto ingresso in Italia soltanto l'8% degli immigrati irregolari, secondo dati del ministero dell'Interno.

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09 gennaio 2008
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