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Secondo l'Ue il reato di clandestinità è la via giusta

Soddisfatto il ministro dell'interno Maroni della Direttiva Ue sull'immigrazione

06 giugno 2008

La direttiva Ue sui rimpatri degli immigrati clandestini varata ieri dai Ventisette a Lussemburgo conferma che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina è "la via giusta". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine del Consiglio Giustizia e Affari interni che ha riunito a Lussemburgo i ministri competenti. "Alla luce della direttiva europea - ha affermato - continuo a ritenere che, come è disegnato, il reato di immigrazione clandestina è la via giusta".
Quanto a Silvio Berlusconi sono giunti solo dubbi di natura pratica sulla sua attuabilità, ma nessuna opposizione di natura ideologica (leggi), precisa Maroni. "Il presidente Berlusconi - ha detto il ministro - ha espresso preoccupazioni legittime e condivisibili, non ideologiche, sulle conseguenze dell'introduzione del reato di immigrazione clandestina". In particolare, ha spiegato ancora il ministro, il premier "ha espresso dubbi sull'efficacia e sul modo in cui può essere applicato, sono problemi che conoscevamo bene e che cercheremo di risolvere".

I ministri dell'Interno dei Ventisette Stati membri hanno approvato ieri mattina l'accordo raggiunto l'altro ieri dagli ambasciatori dei Ventisette sulla direttiva rimpatri. La direttiva che prevede la possibilità di detenzione fino a un massimo di 18 mesi di immigrati clandestini, ma anche il patrocinio pubblico per sostenere le spese di quanti vorranno fare ricorso contro il decreto di espulsione. La direttiva deve ora essere approvata dal Parlamento europeo, ma non dovrebbero esservi problemi in quanto il testo approvato oggi dai ministri tiene conto delle richieste dell'Aula di Strasburgo.
A quanto si apprende da fonti comunitarie, il via libera dei 27 ministri a Lussemburgo è avvenuta all'unanimità. I due paesi che mercoledì al Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper, che riunisce gli ambasciatori dei Ventisette) avevano posto una riserva, Austria e Belgio, l'hanno revocata ieri mattina. Al Parlamento Europeo dovrà votare sul testo il prossimo 18 giugno nel corso dell'Assemblea plenaria a Strasburgo.

"Ho dato l'assenso - ha detto Maroni a Lussemburgo - alla direttiva rimpatri, che è particolarmente importante perché rappresenta nuove misure di lotta all'immigrazione clandestina". Nell'intervento in Consiglio Ue, ha proseguito il ministro, "ho detto che l'Italia sostiene pienamente queste misure, che sono state già anticipate in parte" nel nostro paese. Il ministro ha evidenziato soprattutto le deroghe contenute nella direttiva, che prevedono il solo foglio di via per le espulsioni, dando ai clandestini tra i 7 e i 30 giorni per lasciare il paese. Deroghe, in particolare, per il caso in cui l'espulsione sia frutto di una sanzione penale, o come conseguenza di una sanzione penale.
Dunque, "alla luce della nuova direttiva - ha sottolineato il ministro - il reato di immigrazione clandestina è l'unico strumento per poter espellere subito cittadini extracomunitari".
In sostanza, è il ragionamento del leghista, solo un'espulsione che sia accessoria a una sanzione penale per immigrazione clandestina non violerebbe la nuova direttiva. Insomma, dice ancora Maroni, il reato è "la garanzia che diamo ai nostri concittadini che il decreto di espulsione viene eseguito". Non quindi "un mezzo per mettere in galera migliaia di persone, ma per rendere più efficaci le espulsioni". Se si vuole tornare alla fase attuale, se non si vuole il reato di immigrazione clandestina bisogna dirlo ai cittadini, perché "vuol dire che si torna al foglio di via". E, "nel 99% dei casi" gli espulsi in questo modo "non lasciano il paese".

Fonte: Adnkronos

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06 giugno 2008
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