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Secondo una ricerca dell'Istat i meridionali sul posto di lavoro risultano particolarmente ''litigiosi''

26 luglio 2006

Siciliani ''litigiosi'' sul posto di lavoro
di Marilisa Cannarozzo (Quotidiano di Sicilia)

L'Istat ha reso noti i risultati dell'indagine sulle controversie in materia di lavoro, previdenza ed assistenza obbligatorie. Al Sud, i procedimenti di primo grado sopravvenuti nel 2004 ammontano a 228.784, pari al 55,2 per cento sul totale nazionale e corrispondenti a 1.958 procedimenti ogni 100 mila residenti, valore quest'ultimo superiore vale a dire più del doppio al dato nazionale.
Lo studio qui esaminato è stato condotto attraverso un sistema di rilevamento attuato tramite le cancellerie di 165 tribunali civili e le 29 corti d'appello. I dati, invece, sul movimento dei procedimenti derivano dalle rilevazioni condotte dal ministero della Giustizia presso gli stessi uffici giudiziari. Inoltre, sempre in riferimento al metodo di rilevamento, vengono considerate le controversie individuali e plurime avviate presso gli organi giudiziari competenti dai lavoratori o dai datori di lavoro, in maniera autonoma o con l'assistenza delle rispettive organizzazioni sindacali o di categoria. Sono, quindi, escluse le controversie collettive.

Analizziamo in maniera approfondita i dati, partendo da quelli della Regione siciliana. La Sicilia registra 40.119 procedimenti sopravvenuti (il 9,7 per cento sul totale nazionale), con un quoziente di litigiosità pari a 961,9 ed un tasso di ricambio del 101,2. Inoltre, in riferimento al quoziente di litigiosità a livello regionale, si registra un'elevata concentrazione del fenomeno in due regioni del Sud, Campania e Puglia, con un quoziente di litigiosità rispettivamente pari a 2.113,1 e 2.330,8. Valori elevati confermati dalla maggiore presenza di procedimenti sopravvenuti: per la Campania 99.581 (pari al 24 per cento del totale) e per la Puglia 2.330,8 (19,1 per cento sul totale).

La capacità del sistema giudiziario di soddisfare la domanda complessiva è piuttosto bassa (a livello nazionale). In Sicilia il tasso di estinzione, dato dal rapporto tra i procedimenti esauriti ed il totale dei procedimenti sopravvenuti e pendenti, risulta pari al 29,4 per cento. Dato, comunque, inferiore alla media nazionale corrispondente al 31,2 per cento.
Dall'esame dei dati relativi ai procedimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza obbligatorie (ripartizione territoriale), si rileva un Sud che vede il 27 per cento di procedimenti esauriti in primo grado a causa della corresponsione della pensione di invalidità. Percentuale che si abbassa nel Nord-Ovest (3,4 per cento). Per passare al 6,4 per cento del Nord-Est ed al 7 per cento del Centro.
Mentre, i procedimenti in primo grado esauriti a causa della corresponsione di retribuzioni ed altre indennità retributive rappresentano nel Sud il 10,5 per cento. Il 15,4 per cento al Centro, il 19,5 per cento al Nord-Est e il 38,4 per cento al Nord-Ovest.
Bassa al Sud la percentuale di procedimenti esauriti in primo grado, aventi come oggetto la determinazione delle mansioni ed il riconoscimento di qualifiche superiori corrispondente al 3,7 per cento. Il Nord-Est, invece, vede una percentuale (relativa sempre al tipo di procedimenti qui sopra delineati) pari al 4 per cento; Nord-Ovest pari al 2,7 per cento). Bassa la percentuale anche al Centro (2,6 per cento).

Per quel che riguarda l'estinzione del rapporto, al Sud interessa solamente l'1 per cento delle cause da lavoro. Il 5,2 per cento interessa il Centro, il 6,2 per cento il Nord-Est ed il 12,6 per cento il Nord-Ovest.
Mentre, per quel che riguarda le cause determinate dalla corresponsione di indennità o rendita per infortunio o malattie professionali, nel Sud abbiamo la percentuale più bassa (2,6 per cento). è il Nord-Est, in questo caso, a registrare la più elevata percentuale, con il 7,9 per cento. Segue il Nord-Ovest con il 4,8 per cento ed il Centro con il 4,2 per cento.

Analizzando i tempi dei procedimenti, se nell'Italia Nord-Occidentale sono necessari mediamente 387 giorni per arrivare alla decisione del giudice, nell'Italia meridionale ne occorrono molti di più, vale a dire 1.020.
Inoltre, i tempi per ottenere il giudizio di primo grado superano i due anni nel 44,7 per cento delle controversie, sono compresi tra uno e due anni nel 32,3 per cento. Dati questi ultimi nazionali. Mentre, esaminando i dati per area geografica, si nota che al Nord abbiamo che il 27 per cento (vale a dire la percentuale più elevata) ha una durata compresa tra uno e i due anni. Continuando, il 21 per cento (oltre i due anni), il 13,7 per cento fra i nove e i 12 mesi, il 14 per cento tra i sei e i nove mesi ed il 24,3 per cento fino a sei mesi. Per quel che riguarda il Mezzogiorno, il 52,4 per cento (quindi la maggioranza delle cause) ha una durata che supera i due anni. Questo dimostra la lentezza più di ogni altra parte dell'Italia delle cause di lavoro e previdenza, dovuto anche al numero più elevato. Continuando, il 32,5 per cento (tra uno e i due anni), l'8,1 per cento (9-12 mesi), il 5 per cento (6-9 mesi ) e solamente il 3 per cento delle cause ha una durata inferiore ai sei mesi. Il Centro registra invece la percentuale più elevata nelle cause che hanno una durata compresa tra uno e i due anni (35,5 per cento).
Consideriamo l'estinzione del rapporto di lavoro. Al Sud, le cause derivante da licenziamenti senza giustificato motivo o giusta causa (31,6 per cento) superano quelle determinate da licenziamenti con giusta causa (25,1 per cento). La percentuale maggiore a livello nazionale di cause determinate da un licenziamento senza giustificato motivo si trova al Centro con il 48,3 per cento, mentre al Nord-Ovest la percentuale di cause per licenziamenti senza giusta causa raggiunge il valore del 36,9 per cento. Al Nord-Est la quota scende al 23,3 per cento.

Limitando l'analisi alle controversie definite in primo grado, a livello territoriale, la proporzione di quelle accolte sale al 72,9 per cento al Nord-Ovest. Parallelamente a questo dato, il Sud vede il più basso, con una percentuale di cause accolte pari al 49,8 per cento. Il Nord-Est ne vede accolte, invece, una percentuale più elevata rispetto al Sud anche se più bassa se paragonata al Nord-Ovest corrispondente al 56,5 per cento.
Le cause di lavoro nel biennio 2003-2004 e intentate per licenziamento del lavoratore senza giusta causa o giustificato motivo vengono accolte al Sud per il 47,5 per cento. Rigettate, invece, il 52,5 per cento.

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26 luglio 2006
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