Sei anni senza Denise
Piera Maggio scrive ai capi di Stato dell'Unione europea auspicando che tutti i bambini siano considerati "intoccabili"
"Dopo sei anni mi ritrovo tra le mani una pratica, non una figlia. Per di più le persone che l’hanno sequestrata girano tranquillamente per Mazara del Vallo". Questa l'amara affermazione di Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, la bimba rapita a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004 (LEGGI) mentre giocava sul marciapiedi di casa e per il cui sequestro è in corso un processo al Tribunale di Marsala. Nel processo sono imputati Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, che deve rispondere di concorso in sequestro di minore e il suo ex fidanzato tunisino Gaspare Ghaleb, accusato di false dichiarazioni al pm. Al vaglio dei magistrati, dopo alcune scoperte fatte dal legale di Piera Maggio e dai periti di parte, anche la posizione di Anna Corona, madre di Jessica.
"Mi addolora - ha affermato la signora Maggio - il fatto che a volte il caso viene trattato come se ormai fosse chiuso, invece qui parliamo del sequestro di una bambina che presenta ancora lati oscuri che dopo tanto tempo meritano di essere chiariti. Spero che questi chiarimenti arrivino celermente dalle indagini che vanno ancora avanti oltre che dal processo per sequestro di minore che si sta celebrando a Marsala e la cui prossima udienza, non so per quale coincidenza del destino, si terrà il 26 ottobre, nel giorno del compleanno della mia bambina che compirà dieci anni".
Oggi, al contrario di quanto avvenuto negli anni precedenti, non ci saranno manifestazioni. "Questo - ha sottolineato Piera Maggio - per ricordare che la battaglia per ritrovare Denise prosegue incessante ogni giorno". Solo la società del Mazara calcio, che questa sera presenterà la squadra in piazza Mokarta, avrà un pensiero per la bambina scomparsa mentre la mamma di Denise ha voluto diffondere una sua lettera aperta ai capi di Stato dei 27 paesi membri dell'Unione europea.
"Sono momenti difficili per la madre oggi - si legge nel blog dedicato a Denise - dover rivivere il ricordo e l'angoscia dei primi giorni senza la sua bambina è straziante e dopo innumerevoli iniziative per le ricerche, ha deciso che questa data, il primo di settembre, deve essere il giorno della riflessione, o come vuole chiamarlo lei, il 'giorno della coscienza'. Ed è così, in questa disarmante semplicità di mamma, che prende la penna e scrive, senza limiti e barriere, indirizzando la propria sensibilità e il proprio dolore verso l'Europa intera".
In una sincera quanto commossa lettera, Piera Maggio scrive a tutti i capi di stato e di governo dell'unione, di tutti i 27 paesi membri, facendo recapitare la stessa comunicazione presso ciascuno di loro, re o presidente, primo ministro o cancelliere, attraverso i canali ufficiali della stampa o delle relative segreterie. Nel documento tradotto in inglese per essere più facilmente comprensibile all'estero, Piera Maggio chiede alle autorità europee di costituire una task force internazionale sotto la diretta supervisione dei capi di stato, per le ricerche dei minori scomparsi e l'individuazione di linee guida e iniziative internazionali in collaborazione con i media, in modo da contrapporsi ai rapimenti di bambini. La donna si rivolge a loro "interpretando il senso dell'unione europea come quella straordinaria coesione" che permette di vedere in loro i suoi rappresentanti e non "quelli di una nazione straniera".
Piera Maggio auspica che tutti i bambini siano considerati "intoccabili" e che "nessuno possa rapire un bambino in Polonia perché sarebbe cercato in Francia come se fosse un bambino francese e viceversa". Tutto ciò per realizzare interventi "mirati" su larga scala, evitando la frammentazione territoriale delle ricerche che di fatto ne impedisce in molte circostanze un esito positivo.
Ecco l'incipit della lettera aperta di Piera Maggio: "Oggi è il primo di settembre, ed è un triste anniversario. Sono trascorsi ormai 6 anni da quando mia figlia Denise, che allora ne aveva appena 4, è stata sequestrata davanti a casa. La ricerca della mia povera bambina ha coinvolto milioni di persone, semplici cittadini, agenti di polizia e organi inquirenti, uomini politici e istituzioni. Tutto ciò dimostra che esiste ed è forte un interesse da parte di tutti i cittadini di ogni paese di poter contribuire alle ricerche dei minori scomparsi. In questo triste anniversario ho deciso di intraprendere la strada della coscienza, un percorso di consapevolezza diretto ai leader di tutti i paesi europei".
E scrive ancora: "Agisco da cittadina europea, che si sente libera di chiedere direttamente a chi governa altri paesi della federazione di prestare la propria attenzione a questo problema che affligge tutto il mondo. E mi rivolgo a Voi tutti interpretando il senso dell'unione europea come quella straordinaria coesione che permette a me di vedere in Voi i miei rappresentanti, e non quelli di una nazione straniera. A Voi chiedo di contribuire a migliorare la nostra casa, perché se lo sforzo non è congiunto, non si potrà raggiungere alcun risultato".
Piera Maggio, rivolgendosi ai capi di Stato dell'Ue scrive ancora: "Ecco vedete, molte persone sono convinte che io sia alla ricerca di qualcosa di speciale e straordinario per una bambina, mia figlia, che è come tante altre. Infatti la mia bimba è speciale per me, che sono sua madre, così come per Voi sono speciali i vostri figli. Che differenza può esistere nel dolore che prova una madre italiana nel perdere un figlio rispetto a quello di una madre che vive in Germania nella stessa situazione? L'incubo di smarrire le tracce del proprio figlio vissuto dai genitori di un bambino spagnolo rapito rappresenta la stessa drammatica angoscia dei genitori di un bambino della Danimarca. Ma se tutti questi bambini sono speciali per i loro genitori, allora significa che in Europa ci sono migliaia di bambini veramente speciali che hanno bisogno urgente del Vostro aiuto. Ciò che deve nascere è la coscienza di muoversi nella stessa direzione, con gli stessi intenti. La soluzione al problema di un bambino scomparso in Grecia sarà di grande giovamento anche al bambino che vive in Bulgaria. Se il metodo è giusto e l'azione unanime, il risultato sarà forte e duraturo per ogni paese".
Ed ecco la richiesta ai capi di Stato: "Ciò che Vi chiedo è di far nascere sotto la Vostra diretta supervisione, una task force internazionale per la ricerca dei minori scomparsi e l'aiuto alle loro famiglie che abbia competenza extra-territoriale e che possa elaborare direttive da applicarsi in ogni paese per lo svolgimento di ricerche sistematiche e mirate. E' importante che esista una studio approfondito del problema e che si cerchi una soluzione non più localizzata territorialmente o legata all'ambito di indagine e di polizia, ma che si considerino anche altri canali per la diffusione massiva a livello europeo delle immagini dei minori scomparsi e una sistematica azione capillare di ricerca. Se ogni paese si limita ad indagare per i propri concittadini minorenni scomparsi all'interno dei propri confini, per chi rapisce sarà sufficiente trasportare i minori al di fuori del paese di origine perché ne siano perse le tracce".
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing]