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Sempre fermi all'ora di religione

Il governo e la Chiesa contro la sentenza del Tar che vieta ai professori di partecipare agli scrutini

14 agosto 2009

A poco meno (o poco più) di un mese dall'inizio del nuovo anno scolastico, vogliamo parlare di scuola cominciando dal recentissimo scontro tra governo - spalleggiato dalla Chiesa - e magistratura, sull'ora di religione. A provocare il conflitto tra poteri è stata la sentenza del Tar del Lazio che vieta ai professori di religione di partecipare agli scrutini per concorrere a determinare il voto finale degli studenti.
Contro questa decisione, contestata in questi giorni anche dalla Cei, i vescovi italiani, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato. Come avvenne nel 2007, quando il Consiglio di Stato ribaltò una analoga sentenza del Tar sull'ora di religione.
I principi cattolici, questa la linea del discorso del ministro Gelmini nell'annunciare il ricorso contro la sentenza, sono patrimonio di tutti e vanno difesi da certe forme di "laicità intollerante" che "vorrebbero addirittura impedire la libera scelta degli studenti e delle loro famiglie di seguire l'insegnamento della religione". In Italia, ha poi sottolineato il ministro, "vi è piena libertà di scegliere se frequentare o meno l'insegnamento della religione". Non si comprende quindi "perché qualcuno vuole limitare questa libertà".
È "ingiusto discriminare la religione cattolica", ha sostenuto ancora il ministro che considera l'ordinanza del Tar "un ingiusto danno" che colpisce chi sceglie di seguire il corso di religione cattolica che, ha precisato smentendo quanto sostenuto dal Tar, non incide in maniera diretta sul voto finale. Il ministro accusa anche il Tar di discriminare gli insegnanti di religione che, afferma, non sono docenti "di serie B".

Come accennato, contro la sentenza è intervenuta anche la conferenza episcopale italiana (Cei), che la definita "pretestuosa", "povera di motivazioni" e che "danneggia la laicità dello Stato". Questa sentenza, ha detto il presidente della commissione episcopale per l'educazione cattolica, monsignor Diego Coletti, "è sintomo del più bieco e negativo risvolto dell'illuminismo" e denota "un atteggiamento pregiudiziale anche se non del tutto ideologico" che, avverte la Cei, "rischia di incrementare il sospetto e la diffidenza verso la magistratura".

In difesa della sentenza del Tar è intervenuta l'Associazione nazionale dei magistrati (Anm). Le critiche della Cei, sostiene Luca Palamara, presidente dell'Anm, suonano "come affermazioni generiche nei confronti di tutta la magistratura", facendo leva "su un tema sensibile come quello del rapporto tra cittadini e magistratura che deve essere caratterizzato dalla fiducia".

Lasciando che il discorso... decanti, passiamo ad altra notizia, sempre riguardante la scuola. Una buona notizia per la scuola siciliana: per il nuovo anno scolastico alle porte non ci saranno tagli negli organici degli insegnanti di sostegno in Sicilia. Grazie ad un accordo biennale, firmato dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e dall'assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Nicola Leanza, saranno garantiti 1.800 posti tra docenti e personale Ata che garantiranno il diritto allo studio dei ragazzi disabili e a rischio di marginalità sociale.
"Siamo stati criticati ingiustamente - ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che assieme all'assessore Nicola Leanza e al dirigente generale del Dipartimento Pubblica istruzione, Patrizia Monterosso, ha presentato la scorsa settimana a Palazzo d'Orleans i contenuti del protocollo siglato con il ministero - ed invece, grazie al rapporto produttivo con il governo e il ministro, il sostegno sarà assicurato agli studenti che ne hanno diritto".

Le risorse finanziarie, valide per i prossimi due anni, comprendono 10 milioni di euro a carico dello Stato sui fondi Pon Fesr 2007-2013 mentre la Regione ha messo in campo 40 milioni di euro del Por 2007-2013.
"Abbiamo scongiurato - ha spiegato l'assessore Leanza - il taglio di 1500 docenti di sostegno e di 300 unità di personale Ata che sono a supporto. L'accordo prevede che le ore vengano ripartite in base alle reali esigenze della scuola e che siano rispettate le graduatorie, la valutazione del servizio prestato, i punteggi e ovviamente i contratti di lavoro. Siamo molto soddisfatti perché in appena quindici giorni siamo riusciti a tutelare le pari opportunità agli alunni disabili e a consentire a un'intera generazione di insegnanti di proseguire nel proprio prezioso lavoro. Un ruolo importante è stato offerto dai sindacati, che hanno agito da stimolo, ma devo ringraziare il ministro Gelmini per la sensibilità e la disponibilità nei confronti della scuola siciliana, la commissione Cultura dell'Ars per l'attenzione riservata al problema e gli uffici del Dipartimento regionale della Pubblica Istruzione che hanno lavorato con grande impegno".

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it]

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14 agosto 2009
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