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Sentenza inaccettabile della Cassazione: ''Se la vittima ha avuto esperienze la violenza sessuale è meno grave''

18 febbraio 2006

Una cosa è certa: la sentenza rilasciata dalla Terza sezione penale della Cassazione sulla vicenda della 14enne stuprata dal patrigno, rimarrà come esempio negativo fra i peggiori di come applicare e fare rispettare la legge.
E' meno grave la violenza sessuale su una minorenne - anche se si tratta di una ragazzina di appena quattordici anni - se la vittima ha già ''avuto rapporti sessuali''. Perché ''è lecito ritenere'' che siano più lievi i danni che la violenza sessuale provoca in chi ha già avuto rapporti, con altri uomini, rispetto a chi non ne avuti affatto.
E' questa, in sostanza, l'opinione espressa nella vergognosa sentenza emessa della Terza sezione penale della Cassazione.
In poche parole i giudici pensano - anzi ne sono più che sicuri, tanto che hanno accolto questo punto di vista (sostenuto dall'autore dell'abuso) - che sia di più modeste proporzioni l'impatto devastante della violenza sessuale quando a subirlo è una adolescente non più vergine. Questo perché - spiegano - ''la sua personalità, dal punto di vista sessuale'' è ''molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età''.

L'assurda sentenza ruota intorno al caso di una ragazzina di 14 anni e il suo patrigno e convivente della madre, un cagliaritano di 40 anni. L'uomo viene condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per violenza sessuale nei confronti della ragazzina e fa ricorso. La corte d'Appello di Cagliari il 25 novembre 2003 gli rifiuta lo sconto di pena che aveva chiesto sulla base delle ''modalità innaturali del rapporto'', ritenuti tali da compromettere ''l'armonioso sviluppo della sfera sessuale della vittima''.
Il caso arriva in Cassazione e si chiude con la sentenza di ieri. Secondo i giudici, nonostante la condotta dell'uomo sia ''riprovevole'', ci sono dei distinguo da fare. Il primo è la consapevolezza della ragazzina. ''L'imputato, infatti, - ricorda il relatore Franco Mancini - intendeva avere un rapporto completo ma la ragazza, consapevole che l'uomo aveva avuto problemi di tossicodipendenza, aveva optato per un, a suo avviso, meno rischioso rapporto orale''.
Ecco perché, secondo i supremi giudici, anche se questo ragionamento ''non elimina la riprorevolezza della condotta dell'imputato che in realtà si è avvalso dello stato di soggezione in cui la giovane vittima si trovava nei suoi confronti per essere inserita nello stesso nucleo familiare da lui costituito con la madre convivente'', non si può non considerare che all'epoca del rapporto con il patrigno ''la ragazza aveva compiuto i 14 anni e aveva prestato il proprio consenso al rapporto sessuale''.
Poi, altro punto che a parere dei giudici è dirimente è che ''la ragazza, già a partire dall'età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporto sessuali con uomini di ogni età'', così che ''è lecito ritenere che già al momento dell'incontro con l'imputato la sua personalità dal punto di vista sessuale fosse molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età''.

Il verdetto ha creato una spaccatura tra i giudici che l'hanno deliberato e il resto della Corte di Cassazione. ''Questa sentenza, come avvenne per quella dello stupro e i jeans (leggi), sarà seppellita con ignominia dalla stessa Corte di Cassazione: ossia non troverà mai spazio nel Massimario e, anzi, verrà citata come esempio negativo di come una sentenza non dovrebbe mai essere scritta nè motivata'' è l'assicurazione che arriva direttamente dai piani alti della Suprema Corte. ''La nostra giurisprudenza è costante - sottolineano dalla Suprema Corte - nel senso di dare la massima tutela alle vittime della violenza sessuale, compreso il caso in cui a subirla siano le prostitute: questa sentenza è uno sbaglio. E potrà essere corretto dagli stessi giudici della Corte di Appello di Cagliari che hanno lo spazio - si fa notare - per ribadire il no, nel giudizio di rinvio, alla richiesta di attenuanti avanzata dal violentatore''.

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18 febbraio 2006
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