Senz'acqua
Saltato l'accordo tra Regione e Amap, che avrebbe dovuto sostituire l'Aps: erogazione a rischio in 52 comuni del Palermitano
Da oggi 52 Comuni del Palermitano rischiano di vedere i rubinetti di casa asciutti. È saltato l’annunciato accordo con Amap (l’azienda comunale dell’acquedotto) che avrebbe dovuto prendere in carico operativamente il servizio che prima era gestito da Aps (la fallita Acque potabili siciliane) per conto dell’Ato-idrico. Le reti, a questo punto, tornano nella disponibilità dei Comuni che, però, non hanno né le risorse finanziarie né competenze tecniche per gestire in proprio l’attività. Addirittura, la legge impedirebbe lo svolgimento in house del servizio.
Come se non bastasse, ad aggravare la situazione c’è un debito di quasi 5 milioni di euro dell’Ato con Enel che potrebbe interrompere a breve l’erogazione dell’energia bloccando, così, le pompe che sollevano l’acqua da smistare nelle condotte.
La notizia del fallimento dell’accordo è arrivata ieri, intorno all’ora di pranzo. Un comunicato dell’assessore regionale all’Energia, Vania Contrafatto, ha chiuso definitivamente qualsiasi spiraglio, almeno per il momento.
"Dobbiamo prendere atto - ha scritto l’esponente del governo regionale - che Amap non è in condizione di poter rilevare il servizio idrico integrato svolto da Aps".
"L’Amap - continua la nota dell’assessore - ci ha comunicato solo adesso che non vuole aumentare il proprio capitale, il che rende impossibile il trasferimento dei fondi regionali, e ha chiesto nuovamente apposite deroghe per il mal funzionamento degli impianti di depurazione".
All’attacco dell’assessore Contrafatto ha immediatamente risposto Maria Prestigiacomo, presidente dell’azienda di via Volturno. "Non siamo noi ma la Regione Siciliana ad essere inefficiente e inottemperante. Se l’operazione non si fa è perché non sono stati rispettati i patti. Fino alla riunione di lunedì sera (con i vertici dell’assessorato all’Energia, nda) sembrava tutto a posto. Se rispettano le nostre condizioni noi non ci tiriamo indietro. Francamente non mi fido della Regione Siciliana né di questa classe politica. Io devo proteggere questa azienda". "Il presidente Crocetta - ha aggiunto Prestigiacomo - si era impegnato a fornirci 8 milioni di euro come contributo di start-up. Ora ci comunicano che non è possibile. Ricordo che la Regione è inadempiente perché da tempo avrebbe dovuto legiferare sugli ambiti territoriali e non l’hanno fatto".
La Contrafatto ha controbattuto addossando la colpa della situazione "ai promotori della soluzione Amap, che hanno fatto perdere tempo prezioso a tutti, lavoratori per primi, impedendo, di fatto, la ricerca di alternative".
"Non abbiamo fatto perdere tempo a nessuno - ha risposto la Prestigiacomo -. Dal 14 gennaio, il giorno dopo il nostro primo incontro con il governatore Crocetta, non abbiamo smesso un giorno di lavorare e abbiamo inviato due note all’amministrazione regionale, una il 27 gennaio e una il 18 febbraio. Abbiamo anche predisposto le modifiche necessarie allo statuto dell’Amap e studiato con i lavoratori di Aps un piano tecnico-finanziario. Questo dimostra che Amap non è stata ferma".
Intanto, mentre si consumava lo scontro tra Amap e Regione, ieri sera a mezzanotte è scaduta la proroga dell’ordinanza che il prefetto Francesca Cannizzo ha emanato per prolungare l’attività di Aps. Il 17 marzo, invece, scadrà l’affitto del ramo d’azienda della curatela fallimentare all’Ato. Dal giorno dopo tutti i 202 lavoratori di Aps saranno a spasso e l’affitto non sarà più possibile.
Questa mattina, davanti Palazzo d’Orleans si è tenuto l’ennesimo sit-in di protesta dei lavoratori Aps che, oltre a rischiare seriamente il licenziamento, da svariati mesi non vedono stipendi.
I sindacati lanciano l’allarme sulla inevitabile interruzione del servizio idrico integrato e sulla perdita dei posti di lavoro. "La quasi totalità dei sindaci dei comuni serviti dalla ex Aps non è nelle condizioni da domani - dichiarano i segretari di Filctem Cgil Francesco Lannino, di Femca Cisl Giovanni Musso, di Uiltec Uil Maurizio Terrani, di Ugl Chimici Margherita Gambino e di Cisal Federenergia Raffaele Loddo - di gestire il servizio autonomamente. Le istituzioni, che reputiamo responsabili non possono consentire un salto nel buio che avrebbe conseguenze devastanti igienico-sanitarie, con possibili disastri ambientali per 500 mila abitanti serviti. Da tre anni questa storia non riesce ad avere fine, non si riesce a trovare una soluzione definitiva".
- Senz'acqua (Guidasicilia.it, 12/10/13)