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Senza entrare nel merito della vicenda...

Dipendente del Cefop si suicida buttandosi dal 5° piano dell'ufficio

01 agosto 2013

Il quarantenne Riccardo De Lisi, dipendente del Cefop (centro di formazione professionale) senza stipendio da qualche mese, così come i suoi colleghi, si è lanciato dal quinto piano dello stabile che ospita gli uffici del Cefop in via Imperatore Federico, a Palermo.
E' morto nell'ospedale Villa Sofia, dove era stato portato dopo essere stato soccorso da un medico. Era sposato e senza figli.

Al Cefop era stato assunto con la qualifica di amministrativo e da qualche tempo aveva chiesto il part time. "Al Cefop si occupava di agibilità dei locali e della 626, la normativa sulla sicurezza sul lavoro - dice un sindacalista della Cgil, sindacato al quale De Lisi era iscritto - nell'ambito delle sue competenze di architetto". I colleghi dell'uomo sostengono che da qualche tempo De Lisi era depresso.
Uno dei tre commissari straordinario del Cefop, Giuseppe Benedetto, precisa che "da quanto ci risulta, gli stipendi dei lavoratori del settore formazione in cui lavorava l'architetto Riccardo De Lisi sono stati pagati fino a maggio 2013". I commissari esprimono "il più profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia in questo terribile momento di dolore", ma rilevano "che in un momento tanto tragico appaiono su alcuni organi di informazione notizie del tutto infondate, relegando la sua condizione a quella di disoccupato privo degli stipendi. Riteniamo che evitare ogni strumentalizzazione e rappresentare la verità sia il miglior modo per rispettare la memoria di chi purtroppo non è più tra noi".

I dipendenti del Cefop e dell'Anfe, altro centro di formazione, da oltre due settimane protestano, con manifestazioni e sit-in. Al Cefop lavoravano, prima degli scandali e della "rivoluzione" operata dalla Regione nel settore della formazione siciliana, oltre 325 persone. De Lisi partecipava attivamente alle  proteste insieme ai suoi colleghi. Un sit-in permanente degli ex dipendenti Cefop si svolge davanti alla sede di un altro assessorato quello alla Formazione, che si trova in un'altra zona della città in viale Regione siciliana, per chiedere al governo siciliano risposte sul futuro occupazionale.
"E' il quinto suicidio dal 2011, quando siamo stati messi in casa integrazione - dice un ex dipendente del Cefop, che da giorni protesta davanti alla nuova sede dell'assessorato alla formazione -. Nessuno ci ascolta, ci ignorano tutti, siamo disperati".
Recentemente erano stati dichiarati esuberi e licenziamenti al Cefop la cui situazione resta precaria.

Riccardo De Lisi era iscritto alla Flc Cgil Palermo e  figlio di Pippo De Lisi, un militante storico del Pci, segretario per anni della sezione Lo Sardo, al Capo. Sentito cordoglio è stato espresso anche dalla Flc Cgil Sicilia. "Senza entrare nel merito della vicenda specifica - dice Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Cgil Sicilia - ritengo che di fronte al ripetersi di fatti drammatici dalle istituzioni dovrebbe venire un segnale capace di dare fiducia alla gente. E questo segnale non può che venire da una nuova capacità di risolvere positivamente e in fretta le vertenze che si aprono, dalle iniziative di tutela dei lavoratori e da un azione per dare prospettive al mercato del lavoro. Il senso di precarietà e lo scoraggiamento - aggiunge Scozzaro - al di là dei episodi più drammatici di fronte ai quali ci vuole solo il silenzio, l’umana solidarietà e il cordoglio, sono piuttosto diffusi oggi nella società siciliana. Di questo il governo regionale dovrebbe prendere atto, mettendo in campo tutte le iniziative possibili per migliorare la condizione di vita dei siciliani".

Secondo Mariella Maggio, parlamentare regionale del Pd e vicepresidente della commissione lavoro all’Ars, "quello che è accaduto a Palermo lascia sgomenti. Esprimo il cordoglio, mio personale e del gruppo PD all’Ars, alla famiglia del dipendente Cefop che si è suicidato. Non entriamo nel merito di una vicenda che non conosciamo a fondo, ma un dato che emerge con nettezza: non si può restare insensibili di fonte al dramma di chi ha perso o rischia di perdere il lavoro". "Per quel che riguarda in particolare le complesse vicende della Formazione Professionale - prosegue Maggio - ci rivolgiamo al governo regionale: non si possono lasciare migliaia di persone nel limbo. C’è il problema del futuro lavorativo dei dipendenti, ma c’è anche la questione degli stipendi arretrati e non pagati". "Serve una presa di posizione decisa da parte del governo regionale: siamo i primi a sostenere la necessità di tagliare gli sprechi del passato - conclude Maggio - ma abbiamo il dovere di dare risposte certe ai lavoratori del settore".

"Il settore regionale della formazione professionale va rigirato come un calzino. Ma a farlo non può essere unicamente la magistratura". Lo dice Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, dopo aver appreso del suicidio a Palermo del dipendente del Cefop. "La formazione professionale regionale va liberata dall’intermediazione soffocante della politica - sottolinea Bernava -, ma vanno separate le responsabilità di politicanti, corrotti e soggetti del malaffare da quelle dei più deboli, di chi deve lavorare per campare". "Facciamo appello al presidente della Regione - aggiunge - perché faccia prevalere la sua sensibilità umana e politica e tragga spunto da questa vicenda drammatica per mettere in cantiere immediatamente, entro settembre, un’azione straordinaria di governo. A dirigenti e assessori imponga procedure e tempi straordinari".

"Il suicidio di un dipendente della formazione è un evento drammatico che ci colpisce profondamente". Lo ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, durante la seduta d’Aula di ieri a Sala d’Ercole. "Dobbiamo lavorare con responsabilità, mettendo da parte ogni divisione, - ha aggiunto il presidente dell’Ars - per poter dare risposte concrete ai siciliani, che chiedono leggi efficaci in grado di risolvere le tante situazioni drammatiche che vivono quotidianamente".

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01 agosto 2013
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