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Sepolto vivo

Un muratore rumeno è stato trovato vivo sotto le macerie di una palazzina crollata due giorni fa nell'agrigentino

22 settembre 2006

Un crollo funesto. Un frastuono roboante e una nebbia di polvere grigio-bianca a coprire tuta la visuale. Una palazzina di 5 piani, in ristrutturazione, che viene giù. E' successo due giorni fa a Torre Gaffe, piccola località balneare tra Palma di Montechiaro e Licata, nella provincia agrigentina, intorno alle due del pomeriggio.
I residenti della zona hanno subito chiamato i vigili del fuoco che non hanno tardato ad arrivare.
Ma c'era qualcuno in quella palazzina? ''Al momento non abbiamo notizie di persone rimaste sotto le macerie, ma non è ancora sicuro'', ha detto un portavoce dei vigili del fuoco della stazione di Licata, poco dopo essere arrivati sul posto. ''La palazzina è usata stagionalmente, e al 99% non dovrebbero esserci stato nessuno (al momento del crollo)''.
Il titolare della ditta che si stava occupando dei lavori ha riferito alle forze dell'ordine che al momento dell'incidente sul posto non c'erano operai. Alcuni residenti hanno poi confermato che per tutta la mattinata al cantiere non si era visto nessuno.

Nessuno quindi durante il crollo. Nessuna vittima del lavoro stavolta. Come nessuno, quel giorno, ha pensato agli operai romeni che invece erano rimasti nel cartiere. Nessuno, tranne la moglie di Mircea Spiridon, muratore di 32 anni, di cui proprio due giorni fa ha denunciato la scomparsa. Mircea Spiridon mercoledì era in quel cantiere, forse insieme ad altri due suoi connazionali.
Ieri tra le macerie i cani avevano fiutato qualcosa e stamane, dopo aver scavato tutta la giornata senza fermarsi, i vigili del fuoco lo hanno trovato, ancora vivo.
Il muratore romeno è stato individuato tra i detriti, incastrato dietro una parete caduta nel crollo dei dodici appartamenti.
Mircea è sveglio, ha bevuto dell'acqua e ha parlato con i vigili del fuoco. Le sue condizioni sarebbero gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. A breve potrà riabbracciare la moglie e i figli, la madre e il fratello. Tutti abitanti a Palma di Montechiaro. Tutti, molto probabilmente, immigrati irregolari.

Le ricerche intanto continuano perché, secondo alcune testimonianze, potrebbero esserci altre due persone di nazionalità rumena sotto le macerie della palazzina. In base al racconto di alcuni testimoni che abitano nella zona - dichiarazioni che sono state acquisite dai carabinieri che stanno conducendo le indagini sul crollo su delega della procura di Agrigento - in occasione della pausa pranzo gli operai della ditta palmese e residenti nei pressi del cantiere si erano recati nelle proprie abitazioni, mentre sul posto erano rimasti i tre operai stranieri. Al momento l'unica denuncia di scomparsa resta quella della moglie di Mircea Spiridon.

Dunque, nella palazzina in ristrutturazione da tempo (edificata abusivamente negli anni Settanta e solo in parte sanata), è successo quello che si è subito temuto e che purtroppo fa parte di quel lungo elenco di incidenti sul lavoro divenuti esageratamente frequenti, non soltanto in Sicilia e non soltanto nel Meridione. Una piaga aperta e che sanguina continuamente, difficilissima da guarire.
Ed è di ieri la notizia della grave denuncia presentata dal presidente dell'Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori) di Catania, Claudio Melchiorre, al termine di alcuni sopralluoghi effettuati nei cantieri della città: ''Non c'è sicurezza nei cantieri a Catania''.
Melchiorre ha quindi rivolto un appello agli enti di vigilanza sulla sicurezza: Asl, Inail e Vigili del Fuoco. ''Non è possibile fare denunce pubbliche - ha affermato - senza che ci siano reazioni da parte di quanti hanno il compito istituzionale di tutelare la nostra sicurezza''.
Il presidente dell'associazione Melchiorre ha poi sottolineato che ''l'errore è delle amministrazioni o degli enti concessionari, che non controllano il territorio e quel che si fa nella loro sfera di competenza. Poiché questi enti sono rappresentati e impersonati da persone fisiche è nostra opinione che a pagare, in caso di incidente, sarebbero anche loro''.

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22 settembre 2006
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