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Sequestrata la miniera di Pasquasia

Nel registro degli indagati della Procura di Enna il governatore Lombardo e gli assessori regionali Piercarmelo Russo e Giosuè Marino

22 marzo 2011

La Digos, i Carabinieri e il nucleo patrimonio ambientale del Corpo Forestale hanno apposto i sigilli, procedendo al sequestro di tutta l’area, alla miniera di sali potassici di Pasquasia (EN). Il provvedimento è stato disposto dalla procura di Enna nell’ambito dell’inchiesta aperta nel gennaio scorso con l’ipotesi di inquinamento ambientale.
Sull’area sono già stati disposti una serie di controlli effettuati anche da altri enti specializzati come l’Arpa e i Vigili del Fuoco. In particolare i magistrati vogliono accertare l’eventuale presenza di percolato di rifiuti e il rischio di dispersione di polveri e fibre contenenti amianto.
Nel corso del sopralluogo tecnico al quale ha partecipato nel gennaio scorso il sostituto procuratore di Enna, Marina Ingoglia, sono stati infatti trovati svariati quintali di materiale abbandonato contenente amianto. E’ stata controllata anche la zona dove si trovano alcuni trasformatori sabotati all’inizio di quest’anno e dai quali sono andate disperse nelle campagne limitrofe oltre 2 tonnellate di olio elettrico.
A denunciare l’accaduto era stato un funzionario dell’assessorato regionale dell’Energia al quale era stato affidato il sito, l’ingegner Pasquale La Rosa. Nei suoi confronti la Procura di Enna ha già chiesto il rinvio a giudizio per omissione di atti d’ufficio, gestione di rifiuti non autorizzata e crollo colposo di costruzioni. De Rosa si sarebbe rifiutato di rimuovere e smaltire cumuli di cemento - amianto, materiale gommoso e ferroso e di adottare le misure necessarie per la messa in sicurezza del sito, ridotto a una discarica di rifiuti speciali pericolosi.
La miniera di Pasquasia, chiusa nel marzo del 1992, era di proprietà dell’Italkali, una società mista formata dalla Regione e da un socio privato.

Nel registro degli indagati della Procura di Enna sono stati iscritti anche il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e gli assessori regionali alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo e all’Energia, Giosuè Marino. I reati ipotizzati dai magistrati sono quelli di omissione di atti d’ufficio e gestione di rifiuti non autorizzata.
Appena appresa la notizia di indagine, il governatore Siciliano, Raffaele Lombardo, ha detto: "Nella miniera dismessa di Pasquasia sarebbero stati versati, negli ultimi lustri, decine di migliaia di tonnellate di rifiuti altamente tossici. Le indagini della Procura della Repubblica di Enna - alla quale offriamo la piena disponibilità, anche per essere sentiti in tempi strettissimi - consentiranno di verificare come i componenti di questo governo, avvalendosi delle competenze affidate dal Governo nazionale ai vari soggetti attuatori in materia di bonifiche, abbiano messo in atto ogni azione e misura necessaria per intervenire sul sito e per impedire ulteriori illeciti".
L'ex prefetto di Palermo e attuale assessore all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità, Giosuè Marino, si è detto sorpreso ma tranquillo: "Rimango sorpreso dalla notizia dell’informazione di garanzia ricevuta dalla Procura della Repubblica di Enna in merito a presunte omissioni da parte mia sulla vicenda dell’ex sito minerario di Pasquasia, anche perché vi ho prestato la massima attenzione sin dal mio insediamento avvenuto nell’ottobre scorso". "Sono tuttavia molto sereno giacché, con autonoma iniziativa, ho sin da subito richiesto ai miei uffici di relazionare in merito allo stato di tutti i siti minerari dismessi nel territorio della Regione per verificarne le condizioni di manutenzione e di sicurezza".
"Sul sito di Pasquasia, in particolare - ha spiegato Marino - venuto a conoscenza dell’atto di sabotaggio che ha determinato la fuoriuscita di olio dielettrico nel dicembre scorso, ho anche dato con immediatezza precise disposizioni ai miei dipartimenti affinché, nell’esercizio delle attribuzioni di loro esclusiva competenza, assumessero tutte le iniziative necessarie a scongiurare il rischio di contaminazione dell’area e a metterla in sicurezza". "Inoltre - ha proseguito l’assessore - ho tempestivamente e in più occasioni riunito intorno ad un tavolo tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella gestione del sito minerario in questione, per l’individuazione con urgenza degli interventi da intraprendere da parte di ciascuno per la risoluzione definitiva delle problematiche relative alla complessiva situazione ambientale del sito in questione, esistente, come è noto, da tempo". "Grazie al mio personale intervento - ha aggiunto l’assessore Marino - sono state già assunte dai soggetti competenti iniziative, non solo per superare l’emergenza, ma soprattutto per affrontare la complessa opera di bonifica dell’intero sito". "Ai magistrati di Enna che conducono l’inchiesta - ha concluso Marino - chiederò di essere ascoltato in tempi rapidi per fornire ogni utile elemento di conoscenza".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, Corriere del Mezzogiorno.it]

 

 

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22 marzo 2011
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