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Sequestrato come suo nonno in Venezuela

Francesco Giunta, 22enne di Messina, undici giorni fa è stato rapito a Ciudad Ojeda, terza città più grande del Venezuela

18 febbraio 2010

Undici giorni fa, esattamente il 7 febbraio scorso, a Ciudad Ojeda, la terza città più grande del Venezuela, è stato rapito Francesco Giunta, un giovane italo-venezuelano di 22 anni, la cui famiglia è originaria di Messina.
Secondo le testimonianze, il giovane è stato avvicinato da quattro persone armate mentre si trovava con la sua auto nel parcheggio di un edificio, dove stava per accomiatarsi dalla fidanzata. I malviventi, puntandogli contro le armi, lo hanno trascinato a bordo di un'altra auto, mentre la ragazza, urlando, assisteva inerme al rapimento.
Francesco si trovava in vacanza dalla nonna e dalla zia in Venezuela dai primi di gennaio. Lì la famiglia Giunta commercia in carni. I genitori di Francesco sono tornati in Sicilia da quattro anni, in una piccola frazione di un paese della provincia di Messina, Scala Torregrotta.

"Non ho ricevuto ancora richieste di riscatto e, a quanto mi risulta, nemmeno gli altri miei familiari in Venezuela ne hanno ricevute", ha rivelato nei giorni successivi il padre di Francesco, Franco Giunta, ingegnere 52enne. Il padre del giovane dice di essere molto preoccupato, anche perché Francesco, a causa di un problema al sistema nervoso, si sta sottoponendo ad un rigoroso trattamento medico, la cui interruzione potrebbe provocargli difficoltà motorie.
"Francesco deve prendere 22 pillole al giorno. Ha una malattia neurologica... non so come farà a sopportare", ha detto commosso il padre del ragazzo. "Non lo so, temo che mio figlio non sia così forte da sopportare questi momenti. Bisogna fare presto. Sta male. È in cura e senza le pillole perde l'equilibrio, la stabilità... non si regge in piedi".
Per questo Franco Giunta chiede al governo italiano di fare presto, di muoversi, perché, anche se confortato dalla Farnesina e dai carabinieri che si sono subito messi a disposizione, la situazione è veramente delicata. E s'appella ai giornali: "Vi prego parlatene, parlatene più che potete".

La polizia dello Stato di Zulia, la regione venezuelana al confine con la Colombia dove è avvenuto il sequestro, sta vagliando "tutte le ipotesi" senza escludere un legame con il sequestro di suo nonno, avvenuto nel 2004. Infatti, proprio nella stessa citta era stato rapito l'allevatore di suini Francesco Giunta, nonno e omonimo del giovane. Due mesi dopo, la polizia riuscì a liberarlo mentre si trovava in una rozza tenda nelle vicine montagne. Vennero arrestati due colombiani, un uomo ed una donna, condannati poi a 10 anni di prigione. Sentenza che, però, è stata poi annullata. A causa delle continue minacce di sequestro subite dalla famiglia, i genitori di Francesco e delle due sorelline Giuseppina di 11 anni e Elisa di 4 anni hanno deciso di tornare in Italia.
Il funzionario di polizia, Cesar Gomez, capo del Corpo di investigatori del "Cicipc", ha precisato che gli inquirenti - che hanno subito preso contatto con i familiari del giovane rapito - insieme con la squadra antisequestri stanno conducendo le indagini "senza scartare nessuna ipotesi", compresa un’eventuale pista che abbia a che vedere con il rapimento del nonno.
Franco Giunta, intanto, una settimana fa ha incontrato a Messina il ministro Altero Matteoli raccontandogli tutta la storia. Il ministro si è messo subito in contatto con la Farnesina e il suo collega Frattini si è subito attivato. Ma i sequestri in Venezuela in questo periodo sono all'ordine del giorno. Da gennaio, contando anche quello di Francesco Giunta, le persone finite in mano ai sequestratori sono ben quindici.

[Informazioni tratte da ANSA, Tgcom, Corriere.it]

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18 febbraio 2010
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