Sequestrato il Muos di Niscemi
La stazione radio dell'esercito Usa, costruita nella riserva Sughereta di Niscemi, "viola il vincolo paesaggistico"
La stazione radio Muos delle forze armate Usa, costruita nella riserva naturale "Sughereta di Niscemi" (Caltanissetta), è stata sequestrata dalla magistratura per violazione delle leggi sull'ambiente.
Oggetto del sequestro sono stati l'area e gli impianti del sistema di comunicazioni 'Mobile user objective sistem' (Muos) della stazione 'Naval radio transmitter facility' (Nrtf) di contrada Ulmo. Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura di Caltagirone, a conclusione di indagini avviate nel luglio del 2011. La stazione radio si trova nella riserva naturale di Niscemi, area a inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario.
L'esecuzione del sequestro preventivo è stata affidata a carabinieri ed agenti della polizia municipale presso la Procura di Caltagirone, con l'ausilio dei carabinieri della compagnia di Sigonella e degli avieri del 41/o Stormo.
La costruzione del sistema Muos gestito dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti avrebbe violato le prescrizioni fissate dal decreto istitutivo dell'area protetta, come dimostrerebbero consulenze tecniche e acquisizione di atti e documenti nella Regione siciliana. Il Muos è un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza e a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione proprio in Sicilia, a Niscemi. L'impianto integrerà forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo e ha l'obiettivo di rimpiazzare l'attuale sistema satellitare.
L'installazione nell'area di Niscemi è stata al centro di numerose proteste di residenti, rappresentanti locali e associazioni ambientaliste. Il provvedimento del Gip ha preceduto di poche ore la manifestazione nazionale di protesta contro l'installazione del sistema radar organizzata dal movimento "No Mous". E sono state circa cinquemila le persone, provenienti da ogni provincia della Sicilia e da alcune regioni d'Italia, che hanno partecipato alla manifestazione. I manifestanti si sono detti parzialmente soddisfatti dell'ordine di sequestro preventivo dell'impianto, che hanno appunto definito "una vittoria a metà", e hanno chiesto a Stato e Regione la revoca di tutte le autorizzazioni finora rilasciate.
Ai 25 comitati dei "No Muos" si sono uniti i ragazzi di Vincenza del comitato "No dal Molin", che si battono contro l'ampliamento della base Nato vicentina. Un lungo corteo, composto da uomini, donne e bambini, è partito da contrada Apa, alla periferia di Niscemi, per raggiungere, dopo un percorso di quattro km, l'ingresso principale della base americana di telecomunicazioni. La manifestazione, vigilata da una ampio schieramento di forze dell'ordine, si è svolta senza incidenti.
La vicenda sui possibili danni per l'ambiente e per la salute umana provocati dalla realizzazione del Muos fu sollevata nel 2007 dal senatore di Insieme con l'Unione, Mauro Bulgarelli, che presentò un'interrogazione al ministro della Difesa dopo un'inchiesta di Rainews24. Solo un anno dopo il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, chiese l'intervento dell'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpa) per capire se l'installazione della nuova stazione di controllo terrestre delle forze armate degli Stati Uniti, può provocare danni ambientali o alle persone. Da allora cominciò a formarsi un vasto movimento d'opinione che si è espresso contro l'installazione delle enormi parabole militari a Niscemi e che ha portato alla nascita del "No Muos". In questi anni si sono svolte numerose manifestazioni e marce contro l'impianto.
Nell'ottobre dell'anno scorso il Tar di Palermo respinse il ricorso del Comune di Niscemi che chiedeva la sospensiva per bloccare i lavori di installazione del Muos dopo il "sì" della Regione. Il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino si appellò al Cga ma anch'esso respinse il ricorso.
Secondo quanto si è appreso, nel fascicolo dell'inchiesta che ha portato al sequestro dell'area del Muos, ci sarebbero cinque persone indagate per il reato di violazione dell'art. 181 del testo unico sui beni culturali che sanziona "l'esecuzione di lavori e manufatti insistenti su beni paesaggistici". Non ci sarebbero tra loro pubblici ufficiali né amministratori.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]